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System Shock, il provato della versione aggiornata della demo

Siamo tornati a provare la demo del remake di System Shock per scoprire i progressi fatti da questo promettente progetto celebrativo.

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   02/03/2021
System Shock
System Shock
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System Shock è un titolo importante per la storia dei videogiochi. Possiamo considerarlo senza fatica uno dei padri degli immersive sim, non solo per il suo gameplay, ma anche per le personalità che ci lavorarono: Dough Church, Warren Spector e Ken Levine, tanto per citarne alcune, successivamente tutte dedite a trainare il genere in diverse direzioni.

SHODAN
SHODAN

Nonostante sia un titolo citatissimo, non vendette in realtà molto, ottenendo complessivamente un successo moderato. Tanti di quelli che ci giocarono rimasero però folgorati, contribuendo a renderlo un punto di riferimento dell'intero settore. Di fatto, se oggi stiamo parlando del remake di System Shock (da non confondere con la Enhanced Edition di qualche anno fa, pur essendo stata realizzata dallo stesso team) è perché il titolo di Looking Glass ha raccolto attorno a sé un nutrito gruppo di appassionati, desiderosi di rivivere quell'esperienza, magari aggiornata graficamente e nell'interfaccia. Abbiamo quindi provato la nuova demo, appena pubblicata, per capire i passi in avanti che sono stati fatti, le potenzialità del progetto e se ci troviamo di fronte a un System Shock vero e proprio o solo a una pallida imitazione dell'originale.

Storia

La cittadella è un luogo affascinante
La cittadella è un luogo affascinante

System Shock racconta la storia di un hacker senza nome che viene costretto da Edward Diego, il CEO della multinazionale TriOptimum a violare SHODAN, l'intelligenza artificiale che controlla la Cittadella, la stazione spaziale in cui si svolge l'intera avventura. Sfortunatamente il nostro eroe per caso non ha scelta, visto che è stato colto in flagrante mentre cercava di ottenere dei file segreti della Cittadella stessa. Svolto il suo lavoro, l'hacker ottiene un prezioso impianto neurale militare, che gli viene installato con un'operazione chirurgica. Purtroppo per lui viene messo in coma farmacologico per sei mesi. Al suo risveglio la situazione è però precipitata: SHODAN ha compiuto un vero e proprio massacro, uccidendo tutti gli umani sulla Cittadella. Spetterà all'hacker scoprire cos'è successo e fermare l'IA impazzita.

Gameplay

Alcuni dei nemici che dovremo affrontare
Alcuni dei nemici che dovremo affrontare

Come già accennato, questa non è la prima demo del remake di System Shock. Anni fa Nightdive Studios ne aveva pubblicata un'altra, con più o meno gli stessi contenuti. Avviandola è quindi inevitabile pensare di verificare subito quali progressi siano stati fatti, considerando anche i problemi avuti in fase di sviluppo. Da questo punto di vista c'è in realtà poco da dire: System Shock si presenta bene, molto meglio che in passato. Tra effetti di luce, creature rifatte e un aspetto generalmente meno amatoriale di quello della vecchia demo, i progressi sono evidenti. Anche l'interfaccia è stata rivista e ora è molto più comoda e moderna, sia per le interazioni con il mondo di gioco, sia negli aspetti collaterali. Inoltre è stata ottimizzata per i controller, un dettaglio non da poco visto che il gioco uscirà anche su console.

Il gameplay in sé è rimasto più o meno lo stesso: il giocatore / hacker deve girare per gli ambienti della Cittadella alla ricerca di armi e oggetti utili, tra i quali degli impianti tecnologici che gli danno dei nuovi poteri. Le demo consente di provare il primo livello, quello di partenza, fortunatamente molto vasto e intricato. Si tratta di un grosso labirinto in cui andare a caccia di schede d'accesso per raggiungere le aree più interne e trovare l'uscita. Come nel System Shock originale, anche nel remake si passa molto tempo a battere palmo a palmo le stanze alla ricerca di qualsiasi cosa possa tornare utile per proseguire.

Il sistema d'inventario
Il sistema d'inventario

I nemici originali ci sono tutti: le telecamere di sicurezza, i robot della manutenzione, i robot sentinella, delle creature simil zombi, dei soldati armati fino ai denti e altre ancora. SHODAN ha preso possesso di ogni robot o cyborg presente sulla stazione spaziale. Naturalmente le sparatorie sono preponderanti, anche se la quantità limitata di munizioni che si trova in giro costringe spesso a rallentare e a mettersi alla ricerca di rifornimenti. Peccato che, come accadeva con la versione del 1994, le modalità di approccio agli ostacoli siano abbastanza lineari. Nell'originale non ci si faceva molto caso perché non esistevano alternative. Il remake però esce dopo molti altri immersive sim e certe mancanze, come ad esempio un sistema stealth avanzato, un po' si percepiscono. Poco male, diranno i puristi, meglio così che pieno di sistemi di gioco abbozzati. Magari per il gameplay è vero (vi sapremo ridire in fase di recensione), come è vero che non abbiamo potuto provare tutti i livelli. Purtroppo l'approccio estremamente conservatore potrebbe rivelarsi più problematico del previsto, soprattutto per il coinvolgimento.

Mondo di gioco

Alcuni momenti sono davvero spettacolari
Alcuni momenti sono davvero spettacolari

Prendiamo ad esempio il level design, rimasto quasi identico a quello del gioco originale. Qual è il problema, visto che all'epoca fu apprezzatissimo? Vi starete chiedendo. System Shock fu pubblicato nel 1994 e usava il motore grafico di Ultima Underworld. Il 3D all'epoca era ancora molto acerbo e i mondi di gioco erano concepiti in modo strettamente funzionale al gameplay, senza una vera e propria organicità. Di fatto erano dei dedali dalle architetture simboliche che somigliavano pochissimo agli ambienti che volevano rappresentare (pensate alle mappe dei Doom o a quelle degli Ultima Underworld stessi). Erano, appunto, dei livelli da videogiochi, con dentro pochi oggetti ben riconoscibili, che si proponevano come delle vere e proprie icone dei luoghi che li ospitavano. Gli sviluppatori non erano troppo preoccupati dalla verosimiglianza, un po' perché non c'erano i mezzi tecnologici per ottenerla, un po' perché ancora non era percepita come un valore aggiunto.

Le vecchie mappe modernizzate reggeranno il confronto con quelle dei titoli moderni?
Le vecchie mappe modernizzate reggeranno il confronto con quelle dei titoli moderni?

Il map design del remake di System Shock è rimasto identico a quello dell'originale, con la differenza che nel frattempo di Immersive Sim ne sono usciti molti e la concezione dei mondi di gioco è cambiata radicalmente, soprattutto da Half-Life 2 in poi. Pensate a Prey, Bioshock o Dishonored 2, tanto per fare alcuni esempi e per darvi un'idea di ciò che vogliamo dire. Ecco, avere una grafica più realistica per delle mappe concepite nella prima metà degli anni '90 produce un effetto straniante, come se ci si trovasse di fronte a un fraintendimento storico. Siamo in una stazione spaziale che semplicemente non somiglia a una stazione spaziale, ma è una specie di patchwork di ambienti che ne ricordano una, fatto che emerge con forza mentre si gioca. Ci sono muri segreti come in un FPS d'epoca, vicoli ciechi senza alcuna funzione strutturale, strumentazioni sparpagliate a caso per i corridoi e le stanza della stazione, piattaforme sospese e aree radioattive vicine zone lavorative, tanto per fare qualche esempio.

Per inciso, nel 1994 un lettino chirurgico in una stanza semi-vuota era tutta la caratterizzazione di cui c'era bisogno per creare nel giocatore l'illusione di trovarsi in un'area medica (tanto per fare un esempio) e nessuno si preoccupava se la stanza a fianco fosse formata da una rampa con sopra una cassa con dentro delle munizioni. Nel 2021 però il lettino da solo non basta e quella cassa viene percepita come il classico pesce fuor d'acqua. Con questo non vogliamo dire che la mappa della demo non ci sia piaciuta (del resto è rimasta quasi identica a quella del gioco originale che abbiamo adorato), ma solo che percorrendola si percepisce tutto il tempo passato da quando è stata concepita fino a oggi, nel bene e nel male. Se ciò sarà deleterio per la versione finita del gioco lo vedremo quando potremo provare il gioco finito. Intanto godiamoci l'idea di poter presto giocare a quello che sembra un'ottima opera celebrativa, di un titolo che rimane pur sempre un grande classico.

La demo del remake di System Shock ci ha convinti, ma ci ha lasciato anche molti dubbi: sembra essere un'operazione nostalgica che da una parte non vuole scontentare i vecchi giocatori e dall'altra è stata costretta a un aggiornamento sostanziale di molte caratteristiche dell'originale per non sfigurare al confronto con opere più moderne. Insomma, ci troviamo di fronte a un gioco dalla doppia anima, che si spera non venga lacerato letalmente dai suoi contrasti, ma che sappia sfruttarli per creare un'esperienza unica, come lo fu il gioco originale.

CERTEZZE

  • Il lavoro fatto per svecchiare l'interfaccia e la grafica sembra encomiabile
  • Sembra esserci tutto ciò che c'era nell'originale

DUBBI

  • Il map design è di vecchia concezione
  • La sua doppia anima potrebbe essergli fatale