Ad ogni modo, la demo metteva inizialmente l’utente nei panni delle due star del prequel, il samurai Yoshitsune e il forzuto monaco Benkei, impegnati entrambi a fare stragi di nemici sfruttando le proprie caratteristiche peculiari (veloce e letale il primo, più lento e distruttivo il secondo). Days of the Blade offre un sistema di cambio del personaggio on the fly, consentendo al giocatore di utilizzare il combattente con le abilità più congeniali all’occasione: nella versione finale il party dovrebbe essere costituito da quattro membri, anche se in questa demo ne comparivano solo tre. Oltre ai già citati Yoshitsune e Benkei, più avanti nello stage si è unita alla battaglia tale Shizuka, guerriera femmina armata di una specie di yo-yo affilato utilizzabile anche per tirare a sé i nemici o raggiungere luoghi inaccessibili per gli altri personaggi. Come dicevamo, il gioco sembra svilupparsi all’interno di scenari ricchi di nemici, inframmezzati da qualche sprazzo esplorativo e da combattimenti contro boss (nella demo ce n’erano due, un enorme samurai da colpire alle spalle e un granchio gigantesco il cui punto debole era l’interno della bocca). Sebbene non sia propriamente l’immagine della profondità, Days of the Blade è sembrato piuttosto immediato e divertente, anche se afflitto da grossi problemi di telecamera: visto che il secondo stick è usato per le schivate, bisogna affidarsi per forza alla regia virtuale, tutt’altro che impeccabile. A livello grafico, invece, questo secondo capitolo non appare spettacolare, pur offrendo un colpo d’occhio notevole: le ambientazioni sono piene di nemici e buone dal punto di vista del design, arricchite peraltro da alcuni filtri visivi decisamente azzeccati. Ottimi i modelli poligonali dei personaggi principali, dotati anche di animazioni fluide ed aggraziate, mentre sono un po’ meno convincenti gli avversari, ancora un po’ grezzi. Previsto per novembre in Giappone, Genji: Days of the Blade ci è sembrato un action game apprezzabile, pur con dei limiti evidenti sotto il profilo del gameplay che però potrebbero essere figli della limitatezza della demo: aspettiamo dunque l’uscita del prodotto finale per avere conferma o meno di questa sensazione.
Seguito del non indimenticabile Genji: Dawn of the Samurai uscito su PS2, Days of the Blade occupava una manciata di postazioni all’interno dello stand Sony del TGS, peraltro piuttosto affollate nonostante il titolo non fosse di estremo richiamo. Sempre grazie al nostro press pass siamo comunque riusciti a saltare la fila e provare subito la demo del gioco, non lunghissima ma sufficientemente esplicativa delle meccaniche ludiche.Days of the Blade è un action game ambientato nel giappone feudale, in un setting misto di storia e mitologia molto simile a quello del più celebre Onimusha. Rispetto al prodotto Capcom, tuttavia, il gioco è ancor più action-oriented, apparentemente relegando la fase esplorativa alla sola ricerca di forzieri ricchi di bonus di vario genere. Il sistema di controllo sembra dare conforto a questa ipotesi, con ben tre tasti dedicati ad altrettanti attacchi e il rimanente utilizzato per saltare, mentre ai due stick analogici sono delegate le funzioni di movimento del personaggio e di gestione delle schivate.