Se avete iniziato a leggere questa prova della versione finale di The Division 2 che ne anticipa la recensione, ci sono ottime possibilità che abbiate giocato anche al suo predecessore. Un titolo accolto bene dalla critica e in prima battuta anche dal pubblico, grazie alla sua capacità di tenere il giocatore incollato allo schermo con un inizio memorabile. Ne abbiamo parlato di recente approfittando delle riflessioni suscitate dall'uscita di Anthem, ricordando nella stessa sede il modo in cui il lavoro di Massive Entertainment ha poi faticato ad affermarsi sul medio periodo a causa della mancanza di contenuti endgame. The Division è poi riuscito a diventare un prodotto completo e appetibile, ma solo a diversi mesi di distanza dalla sua uscita avvenuta nel marzo 2016. Ormai fuori tempo massimo per diventare un fenomeno di massa tra i giocatori online, ma comunque in grado di dimostrare la lezione imparata dal team di Malmö sulla gestione dei contenuti. Tre anni dopo, i tempi sono ormai maturi per l'arrivo di The Division 2, titolo che abbiamo già avuto modo di incontrare a più riprese con l'avvicinarsi del 15 marzo, apprezzandone proprio la capacità di unire i punti di forza del primo capitolo con l'esperienza maturata dalle sue mancanze. Anche se nel cambio di città da New York a Washington D.C. il gioco ha perso qualcosa in termini di fascino, le carte in regola per partire bene sembrano quindi esserci tutte. In attesa del giudizio finale, in arrivo nei prossimi giorni con la dovuta calma, facciamo qualche considerazione sulle primissime ore di gioco di The Division 2 affrontate su PS4 Pro.
Ambientazione e gameplay: una città da riconquistare
Nel descrivere The Division 2 durante le scorse settimane abbiamo più volte usato il modo di dire inglese "more of the same", il migliore per descrivere quanto questo gioco assomigli al suo predecessore. Abbiamo anche detto che si tratta di una somiglianza ragionata, per esprimere quello che è stato un intervento mirato e non banale da parte di Massive nella realizzazione di The Division 2, puntando ad avvolgere il giocatore coi suoi contenuti sin dal primo momento. Dopo essere passati per l'editor con cui diamo le sembianze al nostro personaggio e aver visto un breve filmato introduttivo, l'inizio del gioco che ci troviamo davanti è lo stesso che abbiamo visto nelle beta, con la fase di arrivo alla Casa Bianca che fa da quartier generale della Divisione a Washington D.C.
La prima manciata d'ore passata in compagnia di The Division 2 corrisponde di fatto proprio a quanto gli sviluppatori ci hanno mostrato durante le scorse settimane, con la possibilità di prendere tutto con quella calma in più che ci ha permesso di andare a curiosare anche tra elementi secondari e le abilità che finora ci erano precluse. Tra queste troviamo il caro vecchio impulso, per chi vi scrive di uso fondamentale nel primo The Division ma adesso apparso un sottotono rispetto al resto dell'offerta che comprende l'ottimo drone. Soprattutto la gittata dell'impulso ci è apparsa troppo corta per essere veramente utile, in attesa di poter acquisire anche le sue versioni evolute per poterlo verificare al meglio.
A ogni modo le alternative non mancano: al momento le preferenze dei giocatori sembrano andare sulle stesse abilità usate nella beta, probabilmente per sentirsi più a proprio agio, ma col passare del tempo immaginiamo che anche le altre skill troveranno spazio per rendersi utili. Tra i vantaggi ci siamo subito lanciati invece su quelli che aumentano i punti esperienza, in modo da ottenere un bonus importante nella nostra cavalcata verso il livello trenta. Dopo la fase introduttiva, The Division 2 si dimostra subito carico di impegni, tra missioni principali e secondarie, casse shade da raccogliere e avamposti da conquistare. In quest'ultimo caso la ricompensa è l'accesso a una stanza piena di bottini, una specie di miniparadiso che farà la gioia di tutti gli amanti del loot sfrenato. L'idea di dover riconquistare i quartieri della città dalle varie fazioni in campo ci ha spinti con successo a deviare dal flusso delle missioni principali, anche grazie al suggeritore che in ogni fase ci consiglia quale attività svolgere tra quelle disponibili. È molto carino incontrare pattuglie e gruppi di raccolta intenti a darsi da fare, potenziando così la sicurezza delle strade popolate dalle Iene, i primi nemici che si incontrano, e i True Sons, equipaggiati un po' meglio e per questo più impegnativi da affrontare. In attesa di avere un quadro completo delle missioni, quelle principali ci sono sembrate in media più brevi rispetto al primo The Division, dando così al giocatore la possibilità di variare in una singola sessione di gioco le attività svolte. Volendo muovere una critica a quanto visto finora, abbiamo notato una certa ripetitività nella struttura delle missioni, riconducibile in molti casi alla penetrazione in un edificio controllato dai nemici per poi compiere il percorso a ritroso fino ad arrivare allo scontro finale. Staremo a vedere come proseguirà.
Grafica e sonoro: buon colpo d’occhio, con qualche difetto
Dal punto di vista tecnico The Division 2 ha senza dubbio fatto passi in avanti rispetto a quanto visto nella beta, soprattutto per quanto riguarda la versione PlayStation 4 che ci aveva lasciato con diversi interrogativi. Sul modello di PS4 Pro usato per giocare, The Division 2 continua a presentare di tanto in tanto un problema di ritardo nel caricamento delle texture, meno evidente rispetto a qualche settimana fa ma in alcuni casi decisamente visibile anche a un occhio più distratto. Da segnalare anche la presenza di qualche bug legato allo spostamento rapido (che non avviene), anche se almeno per ora sembrano essere scongiurati i grossi problemi riscontrati in alcune missioni al lancio del primo The Division. In termini estetici Washington D.C. ci ha ancora una volta colpiti positivamente, con ambientazioni ricche e dettagliate di una città che prova a rinascere tra giardini pensili e attività di aggregazione svolte presso centri come il Teatro, avamposto principale dal quale potremo reclutare personale chiave per il quartier generale, contribuendo ai progetti di sviluppo. Rispetto al primo The Division anche gli interni ci sono sembrati più curati: anche se di tanto in tanto ci ritroviamo a percorrere gli stessi corridoi anonimi visti in passato, le missioni si alternano tra musei dedicati alla Guerra del Vietnam (con tanto di giungla finta), planetari e altro ancora, approfittando anche di luoghi come gli Archivi Nazionali per portarci al cospetto della Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti.
Abbiamo passato le nostre prime ore in compagnia di The Division 2 superando quanto visto nella beta per vedere cosa ci aspettava ancora, dedicandoci allo stesso tempo anche alle attività secondarie per capire il loro impatto sul gioco. La fatica di Massive Entertainment si conferma un prodotto solido e pieno di contenuti sin dal primo momento, lasciandoci soddisfatti e volenterosi di proseguire nella strada che ci porterà nei prossimi giorni alla valutazione di questo titolo.
CERTEZZE
- Tante attività da svolgere
- Missioni più corte per dare maggiore versatilità
- Cura per i dettagli
DUBBI
- Qualche problema grafico rimane su PlayStation 4 Pro
- Quanto varierà la struttura delle missioni?