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The Elder Scrolls 6: teorie, idee e speranze

Manca moltissimo all'uscita di The Elder Scrolls VI ma noi proviamo ugualmente a fare il punto su trama, gameplay e possibilità del prossimo RPG Bethesda

SPECIALE di Mattia Armani   —   03/07/2018
The Elder Scrolls VI
The Elder Scrolls VI
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A sette anni dal suo predecessore, The Elder Scrolls VI è finalmente uscito allo scoperto. Il debutto è stato a dir poco timido, con un breve teaser mostrato in occasione dell'E3, ma tanto è bastato per accendere gli animi di milioni fan in trepidante attesa. Tra quest secondarie indimenticabili e paesaggi mozzafiato, ognuno dei capitoli della longeva serie Bethesda ha lasciato il segno nel panorama dei giochi di ruolo open world, e questo nonostante l'immancabile valanga di polemiche che ha investito ogni singolo episodio. Problemi come l'ottimizzazione carente, la missione principale deboluccia, le texture datate e il sistema di combattimento corpo a corpo vecchio stampo sono stati di volta in volta messi in secondo piano dai meriti innegabili di una saga che ci ha regalato sistemi di creazione dinamici degli incantesimi, quest line secondarie all'altezza di interi giochi, fitte foreste in grado di incantare e vere e proprie montagne, le montagne di quello Skyrim che per certi versi è nato vecchio, ma si è fatto largo con la forza di un eroe leggendario. L'urlo del Dragonborn si è fatto sentire forte e chiaro sin dal primo trailer guidandoci tra modifiche, patch, espansioni e versioni speciali che lo hanno visto arrivare anche in forma portatile, con quasi 900.000 copie vendute su Switch. Non stupisce quindi l'enorme interesse verso il prossimo The Elder Scrolls che purtroppo non uscirà tanto presto, ma si è infine lasciato intravedere e questo ha scatenato una corsa alle previsioni su quello che potremmo trovare nel nuovo atteso capitolo della serie.

The Elder Scrolls 6: teorie, idee e speranze

Quale ambientazione?

Il breve teaser trailer dedicato al nuovo The Elder Scrolls dura una manciata di secondi ed è un assaggio di qualcosa che ancora non esiste se non in fase di pre-produzione. Eppure ci lascia intravedere alcuni dettagli interessanti come una costa in parte verdeggiate, montagne dalla vetta aguzza e una città appollaiata su una frangia rocciosa attorno alla quale scorgiamo quelle che paiono le rovine di un castello. Questo, collegato con speranze e previsioni formulate negli anni, ha dato modo alla rete di tratteggiare alcuni possibili aspetti del prossimo capitolo della serie Bethesda, a partire dalla regione in cui sarà ambientato. Qualcuno per le ambientazioni di The Elder Scrolls VI ha pensato ad High Rock per le montagne e molti ad Hammerfell per la mancanza di neve sulle cime, ma non è detto che queste siano le uniche opzioni. Le lunghe coste di Tamriel presentano tratti simili anche in corrispondenza di Elsweyr, Akavir e Black Marsh anche se noi, per via della vegetazione, siamo d'accordo con chi punta su Hammerfell, un regione che garantirebbe sia paesaggi desertici che montagnosi ereditando i picchi che sono piaciuti tanto in Skyrim per fornire, al contempo, scenari differenti. La questione geografica, comunque, l'abbiamo già trattata in questo video approfondimento che ci lascia modo di spostare l'attenzione su un aspetto importante che dovrà necessariamente cambiare volto in un nuovo capitolo ambientato in una regione diversa e, salvo grandi sorprese, in un'epoca successiva. Un'epoca in cui non dovrebbe esserci traccia di draghi o Dragonborn, anche se qualcuno spera in una quest dedicata al mito passato, togliendo così dall'equazione quel sistema delle urla del drago che ha avuto un'importanza enorme nel caratterizzare gameplay e protagonista di Skyrim. Ed è proprio per l'impatto che ha avuto che, pur concordando con chi pensa che The Elder Scrolls VI debba avere un proprio sistema di poteri, ci auguriamo di trovare qualcosa di altrettanto forte nel nuovo capitolo della saga. Qualcosa che potrebbe essere legato al combattimento degli Sword-Singer, mitici spadaccini dotati di abilità magiche che nella Prima Era si sono insediati, fuggendo dall'isola di Youkuda, proprio nella regione di Hammerfell.

Tes Mappa Tamriel Est

Tecnologia: animazioni e componenti gestionali

Skyrim ha lasciato il segno ma sappiamo bene che si porta dietro il peso di un sistema di combattimento datato, di movimenti rozzi, dell'intelligenza artificiale limitata e di una valanga di altri problemi che erano già evidenti sette anni fa. E con l'arrivo di un nuovo capitolo non sappiamo se sia lecito aspettarsi una rivoluzione, visto che Bethesda non compie mai cambiamenti radicali di tecnologia e preferisce la libertà alle rifiniture, ma la menzione da parte di Todd Howard di un nuovo sistema di animazioni per The Elder Scrolls 6 potrebbe significare un passo verso una formula più moderna, che potrebbe estendere ulteriormente la portata del brand e aumentarne le già spaventose vendite. Tra l'altro parliamo di un titolo ufficialmente annunciato per la prossima generazione di console e questo, assieme alle dichiarazioni di Bethesda sull'impiego di nuovo tecnologie, ci porta a sperare con forza che gli sviluppatori abbiano tra le mani qualcosa di sostanzialmente più evoluto di quello a cui ci ha abituato, un motore capace di gestire spazi più ampi e nuove dinamiche come potrebbe essere quello che viene utilizzato per lo sviluppo, già iniziato, dell'RPG spaziale Starfield. Ci aspettiamo, dunque, novità corpose, a prescindere dal motore utilizzato, anche se non escludiamo la possibilità di una versione ridimensionata per la seconda probabile Nintendo Switch che potrebbe finire sulle console della generazione attuale. Ma qualsivoglia strada abbiano scelto gli sviluppatori, quello che ci auguriamo a prescindere è un miglioramento netto nella gestione della fisica e nel combattimento ravvicinato, cosa che permetterebbe di implementare al meglio abilità da combattimento in corpo a corpo come quelle degli Sword-Singer.

Teso Sentinel Hammerfel

Il contorno: quest non lineari, barche e insediamenti

La possibilità di compiere delle scelte in The Elder Scrolls IV è un elemento importante nei giochi di ruolo e lo è anche nella serie ambientata a Tamriel, almeno all'apparenza. Molte delle decisioni prese in Skyrim, escludendo quella della fazione da seguire, hanno effetti risibili o nulli sull'esperienza e con l'evoluzione del genere questo limite si fa sempre più evidente, tanto da portare parte della community a scommettere su un maggior sforzo di Bethesda in tal senso. E da questo sforzo potrebbero scaturire quest-line non lineari con finali alternativi, magari limitati alle linee narrative più rilevanti ma comunque capaci di dare un peso alle scelte compiute dal giocatore, e un sistema di reputazione che vada finalmente al di là dei crimini commessi in un determinato luogo o dei favori fatti a uno specifico personaggio chiave. Evoluzioni di questo tipo potrebbero conferire una profondità sensibilmente maggiore al nuovo capitolo della saga, dal quale ci aspettiamo anche novità legate agli insediamenti. Siamo ancora memori, infatti, dell'entusiasmo con cui Bethesda ha introdotto la possibilità di costruire una base (leggi la recensione di Fallout 4: Wasteland Workshop) e questa dinamica potrebbe trovare senza dubbio spazio in un mondo fantasy, anche se confidiamo nel fatto che sia relegata sullo sfondo, lasciando che i riflettori si concentrino sulla storia e sul viaggio del protagonista attraverso una nuova regione tutta da scoprire. L'utilizzo di un motore grafico più evoluto, comunque, potrebbe potenziare questo aspetto, ampliandone dinamismo e possibilità, o potrebbe facilitare l'implementazione di dinamiche gestionali forse più affini alla formula di The Elder Scrolls, come la gestione di una fortezza o di una città in rovina da riportare alla gloria, ottenendo una gratificazione ben diversa da quella dell'essere un Dragonborn ma comunque corroborante. Tra l'altro abbiamo già visto la possibilità di gestire risorse e manovalanze in alcune modifiche di Skyrim che hanno riscontrato un grande successo e che potrebbero spingere Bethesda a fare qualche passo in questa direzione. O, magari, qualche colpo di remo vista l'idea diffusa che un capitolo next-gen possa finalmente introdurre quelle dinamiche di navigazione, magari combinate con la possibilità di costruire imbarcazioni, che ormai ci aspettiamo da ogni gioco di ruolo open world di nuova generazione. Questo, però, potrebbe dipendere sia dall'effettiva evoluzione del motore grafico di The Elder Scrolls VI, sia dalla morfologia della mappa visto che la disponibilità di una barca sarebbe superflua con una costa diritta o priva di isole o, comunque, senza sponde da raggiungere attraversando grossi specchi d'acqua.

Theelderscrollsvi

Speculazioni sulla trama e richieste assortite

I toni militareggianti della colonna sonora e la presenza di un massiccio castello nel teaser hanno evocato visioni di guerra e meccaniche gestionali, possibilmente integrate nel tessuto RPG alla Dragon Age, con la teoria di una Seconda Grande Guerra per la trama di The Elder Scrolls VI che, tra l'altro, è in giro da tempo. Ma c'è anche chi la pensa diversamente, scommettendo su una storia legata alle Torri che mantengono stabile il piano di esistenza in cui si trova Nirn, il mondo che ospita Tamriel. La teoria in questione proviene dall'opera di Michael Kirkbride, uno scrittore che pur non lavorando più con Bethesda ha influenzato l'intero corso narrativo della serie The Elder Scrolls continuando a farlo in via non ufficiale, e vede i Thalmor distruggere le summenzionate Torri per mandare l'intero piano di Mundus nel caos. Lo scopo sarebbe quello di ascendere all'Aetherius o comunque di ottenere qualcosa di pari valore, mettendo ovviamente a rischio l'esistenza di svariati popoli che, per ricollegarci all'idea di una possibile guerra, potrebbero avere qualcosa da ridire a riguardo. Ma in questo caso navighiamo a vista nella speculazione selvaggia, cavalcando le speranze di una community che spera con tutto il cuore in un The Elder Scrolls capace di colmare tutte le lacune dei capitoli precedenti. Le richieste più comuni e condivisibili, senza dubbio influenzate anche da Kingdom Come: Deliverance, riguardano il realismo del combattimento, le animazioni e un sistema adeguato di ferite, ma c'è spazio anche per la nostalgia dei vecchi The Elder Scrolls con suggerimenti che includono le magie personalizzabili, l'arena dei gladiatori, incantamenti più specifici e le tempeste di sabbia che hanno lasciato un chiaro segno nell'immaginario dei fan della saga. Non mancano inoltre elementi presi da altri giochi come un sistema di professioni, un'economia più complessa e tutto quello che nell'immaginario rende un mondo complesso e credibile. Ed è a questo riguardo che sosteniamo la richiesta di personaggi non giocanti meno imbambolati, più vivi e numerosi, capaci di dare quella sensazione di realismo che manca del tutto agli insediamenti di Skyrim. Inoltre non ci dispiacerebbe vedere cavalcature differenziate, un sistema climatico dinamico e una migliore gestione della telecamera in terza persona, ma ci aspettiamo che questo, al pari di una personalizzazione estetica più avanzata del nostro avatar, sia previsto nel caso in cui Bethesda utilizzi un motore più moderno o comunque pesantemente rinnovato. Non scommettiamo invece sulla differenziazione tra una modalità casuale e una basata su meccaniche RPG approfondite, chiesta da chi vuole un'esperienza più vicina ai vecchi The Elder Scrolls ma dispendiosa da sviluppare per una nicchia, e chiudiamo una piccola preghiera, quella di avere dei compagni più affidabili e meno erratici di quelli che ci sono toccati in Skyrim.