C'è un percorso molto lungo e complesso che ha portato il gioco di ruolo elettronico occidentale a svilupparsi in una certa direzione, prendendo diverse diramazioni a seconda della volontà o meno degli sviluppatori di assecondare un determinato pubblico. Nato come genere particolarmente ostico, soprattutto per chi ignorava i giochi di ruolo carta e penna, si è trasformato piano piano in qualcosa di più leggero e accessibile, rinunciando a buona parte dei suoi stilemi. Tutto questo fino a quando produrre un singolo gioco divenne così costoso da rendere impossibile un ritorno economico affidandosi ai soli fan storici.
Buona parte di questo cammino, quantomeno quella finale, è ben visibile nell'evoluzione della serie delle Elder Scrolls di Bethesda che, con il primo capitolo, The Elder Scrolls: Arena provò a inseguire Ultima Underworld, con The Elder Scrolls II: Daggerfall provò ad ampliare la formula del genere creando un mondo aperto vastissimo e pieno di cose da fare (oltre che di bug ndr), con interazioni fino a quel momento impensabili per un gioco 3D. Quindi fu la volta di The Elder Scrolls III: Morrowind che, grafica a parte, iniziò la semplificazione di alcuni sistemi, per rendere l'esperienza più accessibile, ma senza banalizzarla. Con The Elder Scrolls IV: Oblivion molti iniziarono però a storcere il naso di fronte alle troppe concessioni fatte a un pubblico occasionale, con la parte ruolistica ridotta ancora in favore della spettacolarità e dell'accessibilità. Fu però The Elder Scrolls V: Skyrim, di cui stiamo festeggiando il decennale con l'Anniversary Edition, a dare la spinta propulsiva a questa tendenza, finendo per mettere in ombra buona parte degli elementi fondanti del genere per aprirsi a un pubblico di massa. Le vendite stellari ci dicono che, almeno dal punto di vista economico, Bethesda ebbe ragione. Cerchiamo però di capire cosa ne è stato delle avventure del Dragonborn dieci anni dopo.
The Elder Scrolls V: Skyrim
The Elder Scrolls V: Skyrim inizia in modo folgorante, con il personaggio del giocatore, ancora non definito, che viene trasportato su di un carro dove Ulfric Manto della Tempesta e un altro prigioniero lo introducono sostanzialmente alla situazione politica della regione. Apprende quindi immediatamente uno dei conflitti maggiori con cui avrà a che fare: parte della popolazione locale mal sopporta il dominio dell'Impero, soprattutto dopo il concordato Oro Bianco che, per mettere fine alla guerra con gli Aldmeri, ha sancito il bando del culto di Talos, molto sentito dalle popolazioni del Nord. Guidata da Ulfric, che ha ucciso il re, la fazione dei ribelli ha scatenato una guerra civile, nel tentativo di rovesciare il potere imperiale.
Siamo duecento anni dopo i fatti narrati in Oblivion e la situazione non è per niente buona. E sta addirittura per peggiorare. Il carro che ci ospita si ferma infatti in una fortezza dove, registrate le nostre generalità (quindi definite alcune caratteristiche base del nostro personaggio), saremo giustiziati. Qui però succede l'impensabile: proprio mentre stanno per tagliarci la testa, un drago attacca la fortezza distruggendo completamente il posto, ma permettendoci di fuggire.
Al di là delle scaramucce tra imperiali e Manti della tempesta c'è quindi un problema più grosso da risolvere: perché sono rinati i draghi? Per scoprirlo al protagonista non resta che recarsi a Whiterun, la città più vicina, dove apprenderà suo malgrado di essere un Sangue di Drago, acquisendo l'anima di un drago che gli darà il potere della Voce, con cui potrà effettuare il suo primo Urlo (dei poteri arcani che sfruttano delle parole del potere per scatenare i loro effetti).
Da qui nasce un'avventura che porta il giocatore a girare in lungo e in largo per le terre di Skyrim, alla ricerca dell'origine dei draghi. Come gli altri Elder Scrolls, anche Skyrim garantisce una libertà completa, con la mappa di gioco che diventa la vera protagonista di tutta l'esperienza, puntellata com'è di pericoli, eventi e luoghi visitabili. Il protagonista può andare praticamente ovunque, a parte in posti legati alla trama principale, acquisendo abilità (tramite l'uso ripetuto delle stesse), raccogliendo equipaggiamento e oggetti per il crafting, apprendendo magie, sconfiggendo mostri e svolgendo le numerose missioni che gli vengono affidate dai personaggi non giocanti.
Proprio la vastità e la bellezza del mondo di gioco hanno permesso al titolo di Bethesda di coprire alcune sue mancanze sistemiche, in particolare quelle relative alla progressione del personaggio e della difficoltà, ma anche il blando sistema di combattimento, affermandosi come un capolavoro del genere, nonché uno dei giochi di ruolo elettronici più venduti di sempre. Del resto, dove non arrivano gli sviluppatori, arrivano i modder...
La ricezione di Skyrim nel 2011 fu generalmente ottima, sia su PC, sia su console, tanto che alcuni suoi elementi, come l'urlo Fus Ro Dah, divennero addirittura iconici. Come già ricordato, le vendite del gioco furono stellari. A novembre 2016, quindi prima del lancio della Special Edition, Todd Howard svelò che Skyrim aveva venduto più di 30 milioni di copie. Considerando le varie riedizioni, la cifra deve essere cresciuta ulteriormente in questi cinque anni. Ma cosa ha garantito un interesse costante da parte del pubblico, tanto da aver tenuto vivo il gioco così a lungo?
Tutte le edizioni di Skyrim
- The Elder Scrolls V: Skyrim (PC, PS3, Xbox 360) - 11 novembre 2011
L'edizione originale. Comprende il gioco base. Le espansioni Dawnguard, Hearthfire e Dragonborn andavano acquistate a parte. - The Elder Scrolls V: Skyrim - Legendary Edition (PC, PS3, Xbox 360) - 4 giugno 2013 in USA, 7 giugno 2013 in Europa
Edizione che comprende il gioco base più tutti i DLC. - The Elder Scrolls V: Skyrim - Special Edition (PC, PS4, Xbox One) - 28 ottobre 2016 - (Nintendo Switch) - 17 novembre 2017
Edizione rimasterizzata che comprende il gioco base, tutti i DLC, numerosi miglioramenti grafici e il supporto per le mod anche su console. - The Elder Scrolls V: Skyrim VR (PC, PS4) - 17 novembre 2017
Edizione che comprende il gioco base e tutti i DLC, con l'aggiunta del supporto per i visori VR. - Skyrim: Very Special Edition (Amazon Echo) - giugno 2018
Edizione giocabile tramite voce. Più una specie di lungo spot che un'avventura autonoma vera e propria. - The Elder Scrolls V: Skyrim - Anniversary Edition (PC, PS4, Xbox One, PS5, Xbox Series X e S, Nintendo Switch) - 11 novembre 2021
Edizione che comprende tutti i contenuti della Special Edition, più 500 mod prese dal Creation Club di Bethesda.
Lunga vita alle mod
C'è un motivo per cui il sito Nexus Mods, il più famoso archivio di mod della rete, ha l'immagine del Sangue di Drago come banner. The Elder Scrolls V: Skyrim è infatti il gioco che ha visto lo sviluppo di più mod dedicate di sempre. L'edizione originale ne conta ben 66.600 e la Special Edition 41.400. Nel Workshop di Steam ce ne sono di meno, ma si parla comunque di quasi 30.000 mod, quantità difficilmente sfiorata da altri giochi. In generale tutti i titoli di Bethesda sono molto moddati, ma Skyrim ha raggiunto vette che gli altri si sognano. Cercando tra le mod si trova di tutto, da revisioni dell'interfaccia, a patch non ufficiali che sistemano i bug residui, a enormi modifiche alle caratteristiche del gioco per renderlo più adatto a una visione tradizionale del genere eliminando certe semplificazioni. Ci sono ovviamente anche mod grafiche, mod che modificano i personaggi, nuove avventure, total conversion e quant'altro. Per dire, solo SkyUI, una mod che modifica pesantemente l'interfaccia, è stata scaricata 23,9 milioni di volte. Oppure pensate a Enderal: Forgotten Stories, un gioco di ruolo completo di decine di ore nato da Skyrim.
Le mod non sono soltanto un sistema per tenere vivo un gioco a livello ludico. Tanto interesse da parte della comunità ha avuto anche dei risvolti commerciali notevoli, tali che a un certo punto Bethesda non ha potuto più far finta di niente e ha lanciato il Creation Club, una piattaforma proprietaria da cui moddare i suoi giochi, che oltretutto ha permesso di aprire anche le console al mondo delle mod, da cui erano sostanzialmente escluse. Se Skyrim è sopravvissuto fino a oggi non lo dobbiamo quindi ad abili campagne di comunicazione da parte di Todd Howard e soci, ma alla passione di una comunità che ha continuato a plasmare il gioco e a trasformarlo, arricchendolo come ha voluto e potuto.
Se vogliamo The Elder Scrolls V: Skyrim - Anniversary Edition nasce proprio dalla volontà di festeggiare questa comunità, dando ulteriore legittimità alle mod, anche economica, rendendole parte integrante dell'esperienza di gioco. L'ultima edizione del quinto capitolo della serie vanta infatti l'inclusione di 500 mod del Creation Club come unica, nuova caratteristica. Forse questa è la quadratura del cerchio, nonché l'ammissione che senza la sua comunità, soprattutto su PC, Skyrim sarebbe stato dimenticato da tempo.
Se ne sarebbe parlato come di un gioco del passato, lì dove invece oggi è presente più che mai, evidentemente anche nelle vendite. Se volessimo indicare un'eredità lasciata da Skyrim, quindi, non la dovremmo cercare nelle sue meccaniche di gioco o nel suo lato narrativo, ma nell'importanza della sua comunità più creativa per il suo successo, cui anche altre software house sono state obbligate a guardare, come CD Projekt Red con The Witcher 3 (tanto che l'edizione rimasterizzata in arrivo nel 2022 sfrutterà ampiamente il lavoro dei modder) e Cyberpunk 2077, o Bioware con i suoi Dragon Age, tanto per fare un paio di esempi.