Il Magic virtuale.
Così ce la sentiamo di definire, su due piedi, The Eye of Judgment. La demo ci permetteva di giocare contro la CPU, ma è già stato chiarito che l'online (come facilmente deducibile) sarà il fulcro della versione finale. L'opinione che abbiamo posto in sede di introduzione potrebbe trovare una piccola smentita per l'uscita di questa stramba produzione, dove disegni e fotografie si fondono, dove il virtuale si intreccia vertiginosamente con il reale, in un mix che potrebbe essere davvero atomico. Tanto per cominciare, abbiamo a che fare con un vero tappetino formato da 9 riquadri necessari per le carte che avremo a disposizione. Non avete sbagliato a leggere, parliamo di un vero mazzo di carte: esse sono le tipiche carte da gioco di ruolo, raffiguranti creature con dei propri punti vita, dei mana (punti magici) e dei punti di attacco. In parole povere, una forma blanda di quello che per anni il popolare Magic ha offerto a milioni di appassionati. Per garantire l'interazione con lo schermo, siamo provvisti di una telecamera simile a quella dell' Eye Toy, leggermente più complessa in quanto munita di gambo e base, e con un software di riconoscimento migliorato. Una volta configurata, essa riprenderà il quadrato di gioco che sarà visualizzato sullo schermo. Dopo aver sistemato correttamente la tabella e la camera, assistiamo ad una lunga introduzione, raffigurante battaglie di stampo prettamente fantasy (cavalieri, draghi, creature di ogni genere) ma con un tocco futuristico costituito da macchine belliche e oggetti tecnologicamente molto evoluti, il che ci da un' idea dell'atmosfera mista che il gioco propone. La durata della partita può essere di 3, 5 o 10 minuti, ma è chiaro che l'essenza di un titolo come questo non può che essere lo scontro senza limiti di tempo rappresentante la quarta opzione, al termine della quale vincerà il giocatore che avrà eliminato tutte le carte avversarie. Purtroppo il tempo è tiranno, e così scegliamo di farci una mano da 5 minuti, e dei 5 livelli di difficoltà proposti ci orientiamo semplicemente su "Normale". Ogni riquadro può rappresentare i quattro elementi classici (terra, aria, fuoco, acqua), più un quinto inerente al mondo tecnologico, visualizzato in alcuni ingranaggi sullo schermo. Le carte che possediamo sono in stretta relazione con questi ambienti: degli insetti di attacco a nostra disposizione, sono ad esempio una carta di terra, quindi ponendoli in un riquadro del fuoco non otterremo grandi risultati. Oltre a questo va aggiunto che gli attacchi che proviamo ad imbastire sono strettamente collegati al mana, e se usiamo subito le carte che ne consumano di più ci troviamo per un turno senza poter eseguire ulteriori mosse (in attesa della fine del turno che ricarica questo indicatore ad ogni partecipante). La prima sfida ha dimostrato comunque quanto Eye of Judgment provi ad essere un gioco per veri maniaci: il livello medio di difficoltà si è rivelato già decisamente strategico, utilizzare i punti mana in maniera saggia rappresentava una sfida nella sfida, tanto da farci uscire dai fantomatici 5 minuti con le ossa rotte e da farci ricominciare in modalità dilettante (la seconda più semplice dopo Principiante).
Nuovi orizzonti commerciali?
In questi tempi in cui il Wii imperversa e sembra conquistare fette di mercato sempre più consistenti, ci si chiede quali giochi, per qualsiasi piattaforma, siano in grado di catturare nuove fasce di seguito. The Eye of Judgment a nostro avviso rientra in questo genere di titoli, anche se il discorso è leggermente differente: non ci troviamo di fronte ad una novità assoluta adatta a tutti, ma ad un ibrido eccezionalmente confezionato che potrebbe davvero fare la felicità di tanti appassionati sparsi per il mondo, disposti a comprare tante carte aggiuntive, a scambiarsele, a venderle: un fenomeno che è stato assoluto per Magic, potrebbe essere stratosferico anche su una console per videogiochi? Il relativo successo che nel campo degli RPG occidentali si è avuto presso parte dell'utenza PCista è un punto favore di questa possibilità, ma i dubbi non cessano di far rumore: resta da chiedersi se questo tipo di pubblico sia anche disposto (in caso non si tratti nemmeno di videogiocatori occasionali) a sobbarcarsi l'acquisto di una console per un gioco di carte che online promette davvero di spopolare. E ancora, se il feeling di una partita ad Eye of Judgment può proporre qualcosa di paragonabile, sebbene diverso, all'emotività delle partite dal vivo che si giocano da anni in tutto il pianeta. Punti interrogativi che troveranno soluzione solo ad ottobre, mese di uscita del gioco; di certo Sony pare puntarci alla grande dal punto di vista distributivo: la release è worldwide.
In tanti hanno provato a proporre in chiave videoludica ciò che un banale gioco di carte o da tavolo offriva nella vita reale, senza ottenere un risultato del tutto identico alla realtà. Gli esempi più eclatanti sono degli RPG in pieno stile D&D (senza quindi scomodare i giochi di carte), ma il discorso è troppo fitto per poter essere esaurito in poche righe. Quello che ci sentiamo di asserire è che, fino ad oggi, le due dimensioni non sono mai riuscite ad identificarsi, un "videogioco da tavolo" non è mai riuscito a riproporre fedelmente tutte le situazioni generabili in una partita dal vivo, esaurendosi spesso in un' esperienza diversa (ma non per questo meno appagante). Fino ad oggi, per l'appunto.