The Legend of Zelda sta diventando una delle IP più grandi e lucrose del mondo dell'intrattenimento elettronico: è sempre stata tra le più prestigiose, se non la più prestigiosa in assoluto, ma solo attraverso Breath of the Wild e Tears of the Kingdom è diventata un autentico gigante anche a livello commerciale. È un dato da non trascurare soppesando l'annuncio effettuato l'8 novembre dal presidente di Nintendo Furukawa e Miyamoto: un film sulla serie è in lavorazione, a quanto pare da diverso tempo, e - a differenza di Super Mario Bros. Il Film - sarà con attori in carne e ossa nei panni di Link e Zelda.
In molti hanno considerato quest'annuncio come una conferma delle voci emerse negli ultimi mesi/anni; in realtà, nessun rumor si era avvicinato a quanto successo. Insomma, non servivano fonti misteriose per pronosticare che, dopo Super Mario, ed escluso Pokémon (che è cosa a parte per vari motivi), sarebbe toccato a The Legend of Zelda. Ciò che era interessante capire e che nessun rumor ha anticipato, erano le modalità con cui quest'operazione si sarebbe svolta: se sarebbe stata sviluppata in Occidente o in Oriente, se sarebbe stato un film d'animazione, un lungometraggio o una serie TV. Ecco, da questo punto di vista nessun rumor ci aveva preparato a quanto annunciato.
Molti tra i più ferventi appassionati di The Legend of Zelda avrebbero desiderato un film d'animazione, nella migliore delle ipotesi disegnato dallo Studio Ghibli, affine alla saga Nintendo (di cui spesso è stato serbatoio d'ispirazione) per grazia, delicatezza e senso del mistero. Era utopistico tuttavia attendersi qualcosa del genere, com'era allo stesso modo illusorio aspettarsi un film autoriale, magari diretto da Cuaròn o Del Toro. Nintendo mira a raggiungere un degno livello qualitativo, ma è ancora più impegnata a limitare qualsiasi libertà creativa che, volente o nolente, possa nuocere allo spirito del proprio brand.
La produzione
Il primo dettaglio da segnalare, niente affatto scontato (soprattutto dopo il successo di Super Mario Bros. Il Film e dei parchi tematici), è che nella produzione non sono coinvolti né Illumination Entertainment né Universal: a quanto pare, Nintendo è intenzionata a collaborare con società diverse in base alle esigenze dei vari brand. Non era scontato perché Nintendo ha un approccio molto riservato nelle relazioni con altre aziende, e Chris Meledandri, fondatore di Illumination, era addirittura entrato nel Consiglio di Amministrazione - unico occidentale - della società.
Le principali multinazionali dietro lo sviluppo del film di The Legend of Zelda saranno, un po' a sorpresa, Nintendo - che finanzierà più del 50% della produzione - e Sony Pictures Entertainment, che si occuperà dell'intera distribuzione dell'opera. Le figure chiave dietro all'operazione invece sono state, e saranno, Shigeru Miyamoto - che qui non ha bisogno di presentazioni - e Avi Arad, esperto produttore cinematografico israeliano/statunitense, ora proprietario di Arad Productions, ma storicamente legato alla Marvel e al suo universo (filmico e non).
Il regista di The Legend of Zelda sarà Wes Ball, classe 1980, che ha diretto la trilogia di Maze Runner tra il 2014 e il 2018, e tornerà nelle sale nel 2024 con Il regno del pianeta delle scimmie, dal quale - forse - potremo avere maggiori indicazioni sulla sua versatilità. La sceneggiatura invece sarà curata da Derek Connolly, anch'egli statunitense, principalmente noto per aver scritto la trilogia di Jurassic World: una figura non aliena al mondo dei videogiochi, avendo curato - in collaborazione con altri - anche la sceneggiatura del piacevole Detective Pikachu.
Anche la scelta di una diretta concorrente del proprio core business, seppur attraverso una sussidiaria come Sony Pictures Entertainment, ha sorpreso molte persone. Non sappiamo quanto Nintendo abbia spinto in questa direzione, o quanto Arad abbia insistito per un simile coinvolgimento: fatto sta che l'azienda ha uno storico corposo di adattamenti cinematografici live action da videogiochi, sicuramente una buona esperienza, e anche una delle pochissime eccellenze - in questo ambito - mai raggiunte: la serie TV di The Last of Us.
Difficoltà di The Legend of Zelda
Esistono enormi difficoltà nel creare una degna trasposizione cinematografica di The Legend of Zelda. Super Mario Bros. Il Film è stato un film leggero, pieno di citazioni e cameo, che ha colto lo spirito divertente della serie con estremo rispetto e tatto: un'operazione esteticamente dignitosa e tecnicamente impeccabile, che ha reso giustizia alla saga e l'ha divulgata in modi e spazi più avvicinabili di quelli videoludici. Il punto è che, per quanto si possa parlare di una complessità paragonabile in termini di game design - discorrendo di Super Mario e The Legend of Zelda - a livello esperenziale si tratta di due saghe completamente diverse. È facile dire che Super Mario si basa su meccaniche semplici e profonde, con un level design che, nel corso del gioco, tende a concatenarsi per divenire più complesso; The Legend of Zelda è maggiormente basato sull'esplorazione, lo studio dell'ambiente, la raccolta e l'utilizzo di alcuni strumenti. Questo, appunto, è vero parlando di game design: ma nulla c'entra, se non come causa scatenante, rispetto a quello che prova il giocatore attraversando Hyrule.
The Legend of Zelda non è la sua storia, o il suo intreccio - e non inoltriamoci nemmeno su quale delle tante versioni di Link sia giusto portare su schermo. Non coincide nemmeno con le sue meccaniche. The Legend of Zelda è tale per il senso di meraviglia che suscita Hyrule, è la volontà di scoprire cosa si cela dietro una collina. È osservare un'alba dalla vetta di una montagna, andare a cavallo sotto la pioggia, ammirare la grazia degli animali e la maestosità della natura, combattendo chi cerca di violarle. Capite quanto sarà difficile, a livello estetico, riprodurre tutto questo? Capite perché è speciale, e perché servirebbe la mano di un grandissimo regista per rendergli giustizia?
Con questo discorso non vogliamo condannare il progetto prima di vederlo. Il timore tuttavia è che, a differenza che con Super Mario Bros., essere diligenti e rispettosi e protettivi, amalgamando il tutto con una perizia tecnicamente indiscutibile, non basterà. E la sensazione, vedendo i nomi coinvolti, è che andrà proprio in questa maniera. Wes Ball, salvo novità derivate da Il regno del pianeta delle scimmie, sembra l'uomo giusto per rispettare, da buon artigiano, le volontà e le coordinate di Miyamoto e Arad. Anche la scelta del live action è un rischio non secondario. The Legend of Zelda ha quasi sempre mutato le proprie coordinate grafiche nel corso della sua storia, e la versione maggiormente tendente a uno stile realistico, comunque tutt'altro che vicina, è quella vista in Twilight Princess. In un certo senso, anche in questo Breath of the Wild ha rappresentato un punto di arrivo, una congiunzione perfetta tra ambientazione pittorica e personaggi cartooneschi, sia grazie alla modellazione poligonale sia, soprattutto, grazie alla diversa rifrazione delle luci.
Cogliere una direzione visiva dignitosa senza cadere nel ridicolo, attraverso un live action, non sarà affatto facile. E si tratta soltanto del primo scoglio da superare. È relativamente facile portare su schermo ciò che identifica superficialmente The Legend of Zelda, sarà difficile invece restituire ciò che lo rende speciale e unico. In effetti, senza considerare la diversa regalità e storia dei due mezzi espressivi, girare un film su Ocarina of Time sarebbe come realizzare un videogioco su Quarto Potere. Facile, no?