Per gli appassionati di JRPG che hanno vissuto gli anni '90 e la transizione tra la generazione dei 16-bit e quella dei 32-bit, il 2020 deve essere un momento semplicemente surreale. Il 10 aprile uscirà Final Fantasy VII Remake e il 24 aprile, appena due settimane dopo, sarà la volta di un altro remake, Trials of Mana. Pubblicato in Giappone nel 1995, tra gli ultimi giochi a uscire per SNES, Seiken Densetsu 3 ha dovuto attendere quasi venticinque anni prima di essere localizzato per il mercato occidentale: è successo l'anno scorso, finalmente, quando Square Enix ha portato anche nel resto del mondo la Collection of Mana per Switch che riuniva i primi tre titoli della serie. Trials of Mana non è il primo Seiken Densetsu a rivivere in 3D, ma è il primo remake della serie su cui Square Enix pare aver investito un budget consistente dopo il discutibile trattamento riservato ai precedenti Adventures of Mana e Secret of Mana: abbiamo giocato la demo e non vediamo l'ora di proseguire la nostra partita col codice definitivo.
Il sistema di combattimento
La demo di Trials of Mana pesa circa 5 GB e rappresenta una fetta del gioco finale, per la precisione il prologo. Anzi, i prologhi, perché la prima cosa che dovrete fare dopo aver visto l'introduzione e aver superato la schermata iniziale, sarà scegliere tre personaggi nel roster formato da sei protagonisti in totale. Il primo personaggio che sceglierete sarà l'eroe o l'eroina della storia: le vicende si svolgeranno principalmente dal suo punto di vista e comincerete l'avventura nei suoi panni. Ogni personaggio inizia in uno scenario diverso e la schermata di selezione serve a darvi qualche dettaglio in più sul cast, per esempio le specializzazioni in combattimento. Il secondo e il terzo personaggio che sceglierete diventeranno invece i vostri compagni di viaggio: il protagonista o la protagonista li incontrerà in alcuni momenti predeterminati della storia e formerà una squadra con loro. L'inizio e la fine della sceneggiatura, insomma, dipendono dal personaggio principale che avete scelto, mentre lo sviluppo è pressapoco lo stesso per tutti.
C'è da dire che i sei protagonisti condividono più o meno gli stessi obiettivi a coppie: Duran e Angela, per esempio, hanno un conto in sospeso con lo stesso avversario, il micidiale Crimson Wizard. Per la nostra partita su Switch abbiamo scelto Duran come protagonista: è un giovane guerriero del regno di Valsena che, rimasto orfano, ha giurato di diventare un grande spadaccino. Una notte, durante il suo turno di guardia, Duran non riesce a fermare l'intrusione del Crimson Wizard. Completamente annientato, il nostro eroe si imbarca in un viaggio per diventare più forte e riscattare il proprio onore. Abbiamo scelto Angela come secondo personaggio perché le coppie legate dalla stessa storyline hanno un maggior numero di interazioni e dialoghi che approfondiscono il racconto e delineano meglio i loro caratteri. Il Crimson Wizard è infatti il consigliere della regina di Altena, la madre di Angela: quest'ultima è fuggita per un soffio quando sua madre e lo stregone hanno cercato di sacrificarla per lanciare un potente incantesimo e conquistare il resto del mondo.
Abbiamo quindi cominciato con Duran e nel giro di un'oretta abbiamo incontrato Angela e poi Charlotte: non avendo scelto quest'ultima come terzo personaggio, abbiamo affrontato il primo boss in due e poco dopo si è conclusa la demo. Il salvataggio fortunatamente si può importare nella versione finale del gioco, facendoci riprendere esattamente dal punto in cui avevamo lasciato l'avventura: Trials of Mana salva automaticamente, ma è possibile anche usare le statue distribuite generosamente nelle varie mappe per salvare la partita e rigenerare HP e MP. Il ritmo e la qualità della scrittura hanno alti e bassi, ma ciò è dovuto al fatto che Trials of Mana rispetta fedelmente il titolo originale del 1995 per SNES e all'epoca tutte queste variabili erano decisamente fuori dal comune. La serie, comunque, non è mai stata famosa per la sua narrativa, più astratta e simile a una favola che al canovaccio di un JRPG vero e proprio: non aspettatevi una storia da Final Fantasy ma un'avventura più semplice che tuttavia non disdegna momenti estremamente coinvolgenti.
Il gameplay era il punto di forza nel 1995 e sembra proprio esserlo anche in questo remake. La demo ovviamente mostra solo l'inizio del gioco, quando le capacità dei personaggi sono ancora estremamente limitate, ma abbiamo potuto constatare la semplicità e la bontà del sistema di combattimento completamente action che ha guadagnato parecchia dinamicità con l'introduzione di alcune interessanti meccaniche. Trials of Mana è praticamente un hack'n'slash in terza persona: quando incontriamo i nemici negli scenari, in punti prefissati, lo scontro inizia senza intermezzi o caricamenti. Un tasto ci permette di attaccare normalmente mentre un altro ci fa sferrare gli attacchi potenti; questi ultimi, che possono essere anche caricati, hanno una duplice utilità poiché infrangono le eventuali barriere che proteggono i bersagli e in più fanno comparire dei cristalli che, una volta raccolti, andranno a caricare un indicatore. Raggiunta il 100% della carica, possiamo utilizzare una combinazione di tasti per scagliare un attacco cinematico potentissimo che cambia a seconda del personaggio utilizzato. Tra l'altro basta premere un tasto per assumere il controllo degli altri membri del gruppo.
Il sistema di combattimento è semplice e reattivo. La capriola consente di schivare i colpi dei nemici e di uscire velocemente dai campi rossi che telegrafano gli attacchi in arrivo, mentre il salto ci permette di raggiungere i nemici volanti e colpirli per farli cadere a terra. Ovviamente è possibile concatenare attacchi normali e potenti in semplici combo che possono anche respingere i bersagli o colpire intere aree. Alcuni personaggi hanno anche accesso a colpi speciali o incantesimi che consumano MP e che si imparano progredendo nella storia o aumentando di livello. Ogni level up garantisce infatti alcuni punti che possiamo distribuire nelle statistiche dei singoli eroi per sbloccare nuovi bonus e abilità speciali. In questo modo, Square Enix ha modernizzato le meccaniche dell'originale senza snaturarlo e il risultato, a fine demo, ci è sembrato davvero convincente.
Prima Duran e poi Riesz
Dopo aver concluso la nostra partita con Duran su Switch, abbiamo giocato la demo anche in versione PlayStation 4 e abbiamo scelto come protagonista Riesz e come comprimari Hawkeye e Kevin. Riesz e Hawkeye condividono la storyline: all'inizio dell'avventura, l'esercito di Nevarl attacca il regno di Laurent, assassinando il re e trucidando tutte le amazzoni che lo difendono. La principessa guerriera Riesz osserva impotente il rapimento del fratellino Elliot e si lascia alle spalle le ceneri del castello con l'obiettivo di trovare il bambino e vendicare i loro cari. Il suo viaggio si incrocerà con quello di Hawkeye, un ladro di Nevarl che è stato ingiustamente accusato di un grave crimine dopo aver scoperto che una forza oscura ha assunto il controllo del suo leader. Giocando la demo in versione PlayStation 4 abbiamo notato subito alcune differenze sul fronte visivo rispetto alla versione Switch.
In realtà, i due codici non si distaccano moltissimo e ci troviamo di fronte a una situazione piuttosto simile a quella di Dragon Quest XI: Echi di un'era perduta - Edizione definitiva. Trials of Mana non è un titolo spaccamascella, ma la direzione artistica è sublime: Square Enix ha impiegato un character design morbido e dettagliato, optando per uno stile molto cartoonesco e una palette di colori pastello. Su PlayStation 4 il gioco ci è sembrato sensibilmente migliore: l'immagine è più definita, i colori più vivaci, e abbiamo avuto la netta impressione che non scendesse praticamente mai sotto i 60 fotogrammi al secondo. Questo non significa che la versione Switch sia da buttare, anzi. L'immagine è un po' più sporca e il frame rate è ancorato a 30 fotogrammi al secondo, ma questi compromessi consentono al gioco di girare senza il minimo problema sia in modalità TV sia in modalità portatile: quest'ultima è particolarmente convincente e possiamo dire che, sul piccolo schermo, Trials of Mana ci è sembrato uno splendore.
La nostra partita in versione PlayStation 4 ci ha permesso di apprezzare ulteriormente alcune dinamiche di questo remake. Volgendolo alla terza dimensione, Square Enix ha introdotto un altro elemento di gameplay nella forma delle fasi platform che contraddistinguono i momenti dell'esplorazione. I vari scenari, soprattutto le città, sono pieni di segreti da scoprire e forzieri da aprire che ricompensano i giocatori con consumabili e altri strumenti. Per trovarli bisogna spesso esplorare ogni angolo, saltare su tetti, casse e piattaforme: le mappe sono sufficientemente complesse e intricate già all'inizio del gioco, piene di percorsi secondari e anfratti nascosti, ragion per cui Square Enix ha implementato un'interfaccia che indica costantemente i nuovi obiettivi da raggiungere. Bisogna dire che nell'originale del 1995 era facile mancare qualche dialogo cruciale e ritrovarsi a interpellare ogni singolo PNG per proseguire nell'avventura: in questo senso, la demo di Trials of Mana non ci è sembrata particolarmente impegnativa, ma è pur vero che il gioco permette di cambiare il livello di difficoltà in qualsiasi momento.
Trials of Mana sembra proprio il remake competente di uno dei migliori RPG usciti negli anni '90. La demo ci è piaciuta molto: Square Enix ha ringiovanito le dinamiche di gioco senza snaturarle, anzi migliorandole dove possibile pur mantenendo l'immediatezza e la semplicità del sistema di combattimento hack'n'slash. La versione PlayStation 4 gira sensibilmente meglio rispetto a quella Switch, ma quest'ultima è validissima anche e soprattutto in modalità portatile. Il codice finale ci dirà se Trials of Mana manterrà la stessa qualità dall'inizio alla fine senza incertezze: l'appuntamento è su queste pagine fra qualche settimana con la nostra recensione.
CERTEZZE
- È un remake fedele al classico per SNES
- La direzione artistica è splendida
- Il sistema di combattimento è intuitivo
DUBBI
- Le cinematiche avranno migliorato i momenti più deboli della storia?
- Bilanciamento della difficoltà da valutare