In principio fu il Commodore 64...
Il genere dei giochi di guida, in particolare di quelli dedicati alla F1, risale agli albori della preistoria informatica quando nelle case iniziarono ad affacciarsi i primi elaboratori come il C64 o l’Atari 2600, macchine storiche sulle quali vennero prodotti una miriade di titoli più o meno pessimi in ambito simulativo. All’inizio le auto erano dei semplici sprite animati che restavano al centro dello schermo (con la pista che si muoveva intorno a loro) e il giocatore doveva muovere il joystick con un certo tempismo per mantenere la macchina in pista. Uno dei più famosi fu il mitico Pole Position di Atari (1983), in cui si dovevano superare vetture in continuazione stando ben attenti a non toccarle, pena l’esplosione della macchina! Il gioco ebbe un discreto successo tanto da avere una breve apparizione nel film D.A.R.Y.L., in cui il bambino-robot protagonista ci giocava fino a completarlo.
Col passare degli anni le proposte si fecero un po’ più evolute (quasi sempre graficamente) cercando di offrire qualche innovazione: l’introduzione dei pneumatici usurati e della benzina (come nel mitico PitStop II) o lo pseudo-3D come in GrandPrix Circuit della Accolade, uno dei simulatori più “complessi” del C64. Altri titoli degni di nota sono Revs (che introduceva anche l’accensione e il cambio marce completo dell’auto), GrandPrix Simulator 1 e 2 della Codemasters (con visuale dall’alto) e il famoso SuperMonaco GrandPrix della U.S. Gold (convertito da console).
Non solo simulatori ma anche gestionali
Oltre ai simulatori troviamo il genere gestionale che più di una volta si è affiancato al mondo della Formula 1. Dai tempi del Commodore con F1 Manager della mitica italiana Simulmondo (realizzatori di Mille Miglia) agli ultimi anni in cui il genere ha offerto vari titoli più o meno belli. Citiamo F1 Manager ’96 della Europress e GrandPrix Manager 1 e 2 (il secondo disponibile a prezzo budget) della stessa Microprose che pur non collegandosi alla serie di Crammond riuscirono nell’intento di simulare la gestione di una scuderia sotto ogni aspetto. 19
F1 virtuale: i titoli più belli (e non) degli ultimi anni
Il problema dei vecchi personal computer stava nella poca potenza di calcolo richiesta per rendere credibile il comportamento di una macchina. Però con l’arrivo dei processori x86 si aprì una nuova era nel mondo dei videogiochi, specie a carattere simulativo; finalmente arrivò la vera grafica 3D e si poteva tener conto di molti altri fattori che non fossero solo il numero di giri o la benzina. I Papyrus ci offrirono una grande novità con Indianapolis 500 e la serie Indycar Racing (che però richiedeva un ingegnere per far partire l’auto). Ma è nel 1993 che si ha una incredibile svolta nel campo di queste simulazioni. Un appassionato programmatore, il mitico Geoff Crammond, decide di creare un titolo che si distaccasse dagli altri per una profondità e un accuratezza mai viste prima: Formula 1 GrandPrix della defunta Microprose. Ed è subito storia, il titolo offre una grafica 3D incredibile per l’epoca con addirittura le texture (limitate però solo alla strada) e un modello di guida credibile con tanto di incidenti e box, ma privo delle licenze ufficiali (anche se le auto erano colorate similmente alle controparti reali). Bisognerà attendere l’estate del ‘96 per vedere il seguito (annunciato, rimandato, atteso fino all’inverosimile), diventato semplicemente GrandPrix 2, che consacrerà Crammond nell’olimpo degli ultimi programmatori che realizzano tutto da soli (o quasi). L’introduzione della telemetria, delle licenze ufficiali (datate però 1994), degli incidenti in cui le auto si potevano spaccare in mille pezzi, e della grafica sbalorditiva, lo pose a titolo simulativo definitivo.
Fino a quel momento nessuna software house aveva avuto il coraggio di proporre un gioco che potesse competere col gioiello di casa Microprose, ma il panorama sembra destinato a cambiare. Pochi mesi dopo la Eidos lancia Power F1, titolo che non ebbe il successo meritato ma che si rivelò comunque una valida alternativa allo strapotere di Gp2.
Da citare anche Formula 1 della Psygnosis, gioco arcade uscito dapprima su Playstation e poi convertito ottimamente su pc nello stesso periodo. Bellissima grafica e giocabilità, ma simulazione poca.
Arrivati a Dicembre 1997 Ubisoft propone sul mercato Formula 1 Racing Simulation e la critica si spacca in due: meglio di Gp2 o no? Vuoi per il modello fisico altamente realistico, la grafica (che sfruttava le prime 3DFX), le licenze aggiornate e il multiplayer in split-screen il gioco diventa il nuovo re delle simulazioni (giocabile però da chi aveva pc superdotati). E da qui comincia una gara tra le software house: Microprose annuncia GP3 che uscirà nel ‘99, Ubisoft Racing Simulation 2 (dotato però solo delle licenze per i circuiti, il resto è fittizio).
Gp3 sembra vincere su tutti i fronti nonostante alcune pecche ma ecco che un nuovo avversario si para davanti: l’Electronic Arts che propone l’inizio di una serie di giochi sulla F1 (come per Fifa ogni titolo ha l’anno che ne indica la stagione). Purtroppo l’ingresso di EA non è dei migliori, il gioco, nonostante introduca alcune novità rilevanti nel gameplay, si rivela pieno di bug e esoso in richieste hardware. Le versioni successive vanno lentamente migliorando e sono le uniche a godere delle licenze per le stagioni in corso.
Con l’ultimo uscito, F1 Challenge ’99-2002, EA chiude la serie (per ora) con delusione degli appassionati che speravano in un definitivo seguito che risolvesse tutti i problemi dei giochi precedenti. Per contrastare la serie F1, Microprose ricorre ad un aggiornamento malriuscito di Gp3 (Season 2000) che non aggiunge nulla o quasi al gioco originale.
Di tutte le edizioni uscite F1 Challenge ’99-2002 è la più completa perché permette di seguire i campionati di quattro anni di fila con i dovuti cambiamenti del caso (solo per quanto riguarda i piloti e le auto, il resto non varia). Sostanzialmente è identico alla versione 2000 trascinandosi dietro pregi e difetti con qualche miglioria nel multiplayer, ora un po’ più stabile. Questo titolo gode inoltre di un supporto dalla comunità di modders non indifferente vista la sua semplice impostazione dei parametri: i mod realizzati sono tutti di ottima fattura e permettono l’aggiornamento delle auto, piloti, circuiti,ecc e la possibilità di gareggiare anche con altre auto. Citiamo GTR 2002, in assoluto un capolavoro che permette di correre con le auto Gran Turismo come in TOCA, dotato di un ottimo modello di guida e di una grafica che migliora nettamente le auto del gioco. L’Alfa 147 challenge, altro mod che permette di partecipare ad un campionato con l’auto omonima. Lo IOR mod, che realizza la possibilità di guidare le Formula indy sugli ovali che i Papyrus ci fecero conoscere con Indycar Racing 2. In alternativa a Challenge possiamo ricorrere a F1 2002 praticamente identico e disponibile in versione economica. Attualmente questa serie è l’unica a offrire praticamente tutto il regolamento della FIA.
La storia continua...
Ma ecco che Ubisoft torna alla carica nell’estate 2001 con F1 Racing Championship. Un capolavoro simulativo che ancora oggi resta ai vertici della categoria. I circuiti sono perfette controparti di quelli reali, grazie all’utilizzo del GPS. Buona I.A., grafica totalmente superiore a GP3 e molto realistica, una particolare cura generale dei dettagli . Da notare anche il multiplayer via Internet. Tristemente il gioco non ha goduto del supporto da parte di Ubisoft e le famigerate patch promesse non sono mai uscite. Resta comunque uno dei titoli più belli e realistici anche se la curva di apprendimento è piuttosto ostica (non ai livelli di GrandPrix Legends comunque). Da rispolverare. E’ possibile trovarlo anche a prezzo budget.
Di F1 Racing esiste un ultimo seguito, semplicemente Racing Simulation 3, uscito qualche mese addietro e purtroppo privo di licenze ufficiali. Altro non è che il gioco precedente con alcuni miglioramenti del caso e dotato di un editor per realizzare con un po’ di impegno livree e nomi della stagione in corso. Attualmente si può trovare qualche nuovo modello per le auto ma l’accoglienza del pubblico non è stata delle migliori. Il costo di vendita era già abbastanza ridotto ma di recente Ubisoft la messo nella categoria dei giochi a 10 euro. Caliamo infine un velo pietoso su Codemaster, che dopo giochi del calibro di Toca Race Driver se né uscita con un simulatore di Formula Indy (Indycar Series) dotato di una pessima realizzazione e di un modello di guida che fa il verso ai giochi arcade. Meglio puntare altrove.
Ubisoft domina il mercato fino all’uscita di Gp4 nell’estate 2002. Ed ecco che la comunità di piloti virtuali volta faccia: questo non è più il gioco accurato di un tempo. Crammond e soci hanno voluto renderlo più immediato a tutti con il risultato di cambiare una serie che seguendo le sue orme originali avrebbe potuto diventare perfetta. Gp4 è comunque un simulatore non eccessivamente esasperato, che punto molto sull’ottima giocabilità. Non vi troverete tutto il regolamento FIA ma in compenso la gestione delle condizioni climatiche (la migliore di tutti i simulatori), il modello di guida di facile apprendimento e i circuiti realizzati col GPS lo rendono comunque un titolo sempre godibile. Nota dolosa: il multiplayer è possibile solo in rete. Anche questo si trova a prezzo budget e gode di una discreta serie di aggiornamenti alle stagioni in corso.
La storia continua...
Un cenno particolare merita GrandPrix Legends dei sempre rigorosi Papyrus. Uscito nel 1998 è ancora oggi il titolo più “duro” in campo di F1 simulata anche se si rifà alla stagione del 1967, quando le auto avevano delle carrozzerie a forma di sigaro e non esisteva elettronica di bordo. Tutto era nelle mani di abilissimi e spericolati piloti che correvano in totale assenza di sicurezza. Un gioco che richiede una lunga gavetta per essere padroneggiato ma che se preso nel modo giusto offre grandissime soddisfazioni. Inoltre gode di una serie di appassionati che lo aggiornano in ogni aspetto ancora oggi. Il prezzo budget e l’ottima realizzazione lo rendono un must-have per ogni pilota virtuale che si rispetti.
Multiplayer, croce e delizia delle simulazioni
Una delle problematiche più gravi legate alla modalità multigiocatore in questi titoli sta nel fatto che le software house devono sborsare ulteriori soldi per la licenza a creare campionati on-line. Le cifre astronomiche richieste dal Sig. Bernie Ecclestone hanno fatto rischiare questa mossa solo a EA che con F1 2002 e Gamespy ha finalmente rotto i ponti e permesso un multiplayer accettabile via Internet. Per Gp4 Atari (che ha acquistato Microprose) non è scesa a compromessi lasciando solo il gioco via LAN. Ubisoft invece si è trovata con costi più leggeri un anno prima e ha reso possibile la cosa anche se non sono molti i server disponibili per F1RC.
Un buon pilota si riconosce anche dal volante
Una simulazione di guida, per essere goduta nel modo giusto merita l’utilizzo di una periferica adeguata, un buon volante fa la differenza tra la vetusta tastiera o un classico joypad. Le alternative proposte dal mercato sono molte ma spesso di scarsa qualità; consigliamo perciò volanti di marche esperte nel settore quali Thrustmaster e Logitech che godono entrambe di un buon catalogo adatto ad ogni portafoglio.
Come modello di punta della Thrustmaster abbiamo il F1 Force Feedback Racing Wheel, identico ai volantini montati sulle monoposto Ferrari. Questo è dotato di ritorno di forza e di sette pulsanti, uno stick e due leve posteriori per le marce. Ha una struttura solida e realizzata in ottimi materiali. Anche la pedaliera non è da meno e il prodotto appare robusto in ogni sua parte. Purtroppo tanta qualità si paga e il volante in questione difficilmente si trova al di sotto dei duecento euro.
Nella fascia media troviamo altri due volanti prodotti sempre in collaborazione con il marchio Ferrari, rispettivamente l’Enzo Ferrari PC Wheel e il 360 Modena Pro, replica dell’originale montato sulla macchina omonima. Entrambi si trovano a cifre piuttosto abbordabili, non superiori ai 60-70 euro.
Logitech invece è uscita da qualche mese con un modello di volante molto ben realizzato in collaborazione con Momo. Ampia e solida pedaliera e imbottitura di buona fattura, ideale anche per i giochi di rally. Oltre a possedere il Force Feedback ha le leve posteriori per la guida da F1 o una leva del cambio sequenziale per una guida da strada. L’ampio numero di pulsanti configurabili con l’ottimo programma in dotazione lo rendono un valido prodotto ad un prezzo già più contenuto. E’ possibile trovarlo attorno ai 120 euro.4
3,2,1... Start!
Avvolto nel mistero: è così che appare all'orizonte il futuro dei simulatori di Formula 1. Negli ultimi tempi non ci sono stati annunci particolarmente interessanti e gli appassionati dell'alta velocità sembrano proprio destinati a dover rivolgere le proprie attenzioni ad altre tipologie di corse (rally, gran turismo, etc.).
Che la carestia degli ultimi mesi dipenda dall'abbondanza degli anni passati? Dai costi per acquistare la licenza ufficiale di questo magnifico sport? Chi può dirlo. Da videogiocatori sempre pronti a dosare freno e acceleratore non possiamo che sperare che qualche software house annunci presto un nuovo ambizioso progetto.
Per il momento possiamo solo sperare che la F1 simulata non finisca allo streguo delle avventure grafiche. Confidando negli ottimi modders che lavorano nella grande rete e nella redenzione di Geoff Crammond, immergiamoci nelle simulazioni virtuali godendo di quello che il mercato videoludico ci ha già messo a disposizione. Chi di voi sarà il nuovo Schumacher?
La nuova stagione di Formula 1 sta iniziando e come sempre la Ferrari è la favorita. E se volessimo vivere da casa l’emozione del Gran Premio? il modo migliore di improvvisarci novelli Schumacher è un bel simulatore di questa avvincente disciplina sportiva. E allora seguiteci nel nostro viaggio di “riesumazione” dei titoli che hanno fatto la storia della categoria.