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Two Point Campus: abbiamo provato il nuovo gestionale dedicato a dei “peculiari” atenei

Ispirati dagli indimenticati titoli di Bullfrog, i Two Point Studios continuano a espandere il loro universo con Two Point Campus: lo abbiamo provato per qualche ora.

PROVATO di Aligi Comandini   —   26/05/2022
Two Point Campus
Two Point Campus
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Se c'è una cosa che il mercato attuale dei videogiochi ha ampiamente dimostrato e in particolare quello dei titoli indipendenti, è che c'è sempre una nicchia di videogiocatori disposta a tornare di buon grado su generi spariti dai negozi per anni perché considerati "poco lucrativi" o "non abbastanza mainstream". La tendenza dei grossi publisher a ignorare i giochi appartenenti a questi sottoinsiemi ha aperto delle piccole miniere d'oro per i team di sviluppo più intraprendenti, specialmente quelli con già competenze in materia, che si sono tuffati nella mischia senza particolari preoccupazioni.

I Two Point Studios si sono guadagnati la luce dei riflettori proprio in tal modo: composto in buona parte da veterani di Bullfrog e Lionhead, questo curioso gruppetto di programmatori e designer ha deciso di rimettersi in gioco con versioni ammodernate di quei gestionali che hanno avviato la loro carriera.

Il primo tentativo è stato un ovvio successore spirituale dell'amatissimo Theme Hospital chiamato (prevedibilmente) Two Point Hospital, e il suo successo ha avviato praticamente subito un vero e proprio universo di titoli di questa tipologia, costruiti partendo dalle ancora solidissime basi dei classici del passato.

Incuriositi dal passo successivo del team, siamo volati a Londra per provare Two Points Campus, un gestionale dedicato ovviamente alla creazione di assurdi campus universitari. Lo abbiamo avuto a disposizione per qualche ora e oggi siamo qui per descrivervi la nostra esperienza diretta. Avete già ordinato i libri in copisteria?

Laurea in magia? Perché no

Two Point Campus: qui gli atenei sono... particolari. Uno dei più avanzati è per provetti stregoni
Two Point Campus: qui gli atenei sono... particolari. Uno dei più avanzati è per provetti stregoni

Che i Two Point vogliano mantenere piuttosto coerente il loro universo di gestionali appare ovvio fin dalla prima occhiata a Campus: il gioco ha un look estremamente simile a quello di Hospital e se ne frega altamente del realismo per abbracciare qualunque assurdità sia passata per la testa degli sviluppatori. Scordatevi quindi indirizzi come fisica, matematica o ingegneria da queste parti, dato che le lezioni più normali sono scambi di esperimenti folli per strani corsi di pseudoscienza, o addirittura intere annate dedicate alla stregoneria e alla nobile arte del duello a cavallo. Sì, detta terra terra, le università del gioco risultano assurde praticamente da subito e vengono peraltro sbloccate completando obiettivi di livello in livello, con una difficoltà crescente legata al tipo di ateneo.

La nostra prova non ci ha permesso di esplorare a fondo tutti i corsi a disposizione (pare siano addirittura una dozzina), ma abbiamo per la prima volta potuto testare dal vivo l'università di "cavalierato" e dare un'occhiata a quella magica, con tutte le variabili che queste inseriscono nel gioco.

La formula della campagna è molto intuitiva dopotutto, e dopo aver affrontato un chiaro tutorial (che tralascia l'importanza di un paio di opzioni e stanze, ma spiega degnamente se non altro le basi) arrivare senza troppi sforzi almeno al terzo terreno e ai suoi studenti in corazza è stata una discreta passeggiata. Da lì in poi però le cose si complicano e si iniziano a intravedere gli elementi complessi propri di un gestionale degno di questo nome.

Two Point Campus: seppur il terreno sia in parte limitato, è comunque possibile sbizzarrirsi con la propria università.
Two Point Campus: seppur il terreno sia in parte limitato, è comunque possibile sbizzarrirsi con la propria università.

Una progressione simile potrebbe alla fin fine far pensare a un titolo molto vicino a Two Point Hospital in effetti, eppure i costituenti del sistema di Campus sono differenti fin dalle basi. Se da una parte infatti il progetto del proprio ateneo è sicuramente importante, e come lo costruite e cosa ci inserite resta il fulcro della sua evoluzione (oltre che delle sue capacità di guadagno), dall'altra gli studenti non sono come i pazienti del titolo precedente (spesso facilmente sostituibili) e dovrete assicurarvi che siano il più felici possibile e abbiano il massimo interesse a rimanere e ad approfondire relazioni di amicizia tra loro. In poche parole, in questo gioco i desideri e i problemi degli umani che vagano nelle vostre strutture sono molto più centrali per il successo della campagna, tanto che sembra piuttosto difficile (se non addirittura impossibile) dar forma a una struttura orientata al solo guadagno, perché servizi come dormitori, bagni, o distributori di cibi e vivande sono fondamentali.

Bilanciare gli studi

Two Point Campus: arrivati al cavalierato dovrete anche affrontare scuole rivali. En garde!
Two Point Campus: arrivati al cavalierato dovrete anche affrontare scuole rivali. En garde!

Questa base già richiede quindi un approccio generale differente al gioco, ma viene al contempo ringalluzzita da un ribilanciamento generale degli oggetti di decorazione e dei sistemi in campo. Completare obiettivi permette di ottenere punti speciali con cui sbloccare strumenti per la personalizzazione di camere, aule, giardini (sì c'è anche l'esterno da gestire) e quant'altro, come giusto che sia, eppure in Two Point Campus non sembrano esserci scelte sempre migliori rispetto alle altre (come le stelle d'oro che venivano letteralmente abusate per massimizzare i punteggi). Pare anche che utilizzare troppe volte lo stesso oggetto ne diminuisca l'efficacia fino ad annullarla e che vi sia quindi la necessità di variare strategia man mano che si avanza.

La complessità meccanica dal canto suo non ci è mai sembrata soverchiante, ma come già accennato dalla terza mappa in poi le cose si complicano. I corsi da gestire si fanno molteplici, iniziano ad arrivare disastri naturali e assalti di atenei rivali (normalmente risolti con inservienti addestrati al combattimento) e, in particolare, una volta raggiunta la scuola di magia, diviene importante organizzare persino il riscaldamento delle stanze, eventuali prestiti quando la situazione economica si fa difficile, e le sale di allenamento per lo staff diventano centrali per massimizzare le risorse.

Two Point Campus: no, nemmeno le scuole di cucina qui sono 'normali'
Two Point Campus: no, nemmeno le scuole di cucina qui sono "normali"

Insomma, bastano poche ore per intravedere delle fondamenta da gestionale molto più complicate e solide di quanto lo scanzonato stile del titolo suggerisca, e le prime battute sono realmente solo una comoda introduzione pensata per offrire al giocatore un approccio calmo e privo di stress. Peccato solo non aver avuto tempo e modo di esplorare un po' di più i quadri avanzati durante la nostra prova.

Poco da dire invece sul comparto tecnico, che come detto si attesta su livelli molto simili al predecessore. Non che un titolo di questo tipo richieda chissà quale exploit da questo punto di vista, a ogni modo, e non abbiamo incontrato problemi di sorta o bug nella build testata.

Pur mantenendo delle ovvie similitudini con Hospital, Two Point Campus si è rivelato quasi da subito una discreta droga, oltre a dimostrare più complessità di quanto i suoi elementi goliardici lascino intendere dopo poche ore passate a strutturare il nostro ateneo. Ci sono sicuramente ancora molti elementi del gioco da analizzare prima di una valutazione sensata, ma le sensazioni sono positive, e le basi sembrano ancora una volta più che solide.

CERTEZZE

  • Sempre ricco di umorismo e personalità
  • Sistema gestionale gestito in modo graduale e molto variegato, con una buona progressione

DUBBI

  • Le fasi più avanzate e la loro effettiva complessità sono ancora da valutare