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Uncharted 4 e L'Eredità Perduta: la genesi raccontata da Naughty Dog

In esclusiva italiana abbiamo intervistato Kurt Margenau e Shaun Escayg di Naughty Dog per ricordare le origini di Uncharted 4 e L'Eredità Perduta.

VIDEO di Vincenzo Lettera   —   08/02/2022
Uncharted: Raccolta L'Eredità dei Ladri
Uncharted: Raccolta L'Eredità dei Ladri
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Con l'uscita della Raccolta per PlayStation 5, Uncharted: L'Eredità dei ladri, abbiamo avuto modo di entrare in contatto con Naughty Dog per intervistare Kurt Margenau, lead designer di Uncharted 4, e Shaun Escayg, director di Uncharted: L'Eredità Perduta.

Grazie a questa chiacchierata ci siamo fatti raccontare la genesi di Uncharted 4: Fine di un Ladro e Uncharted: L'eredità perduta, due degli episodi più amati dell'intera saga. Mettetevi comodi, e allacciate le cinture: sta per partire il volo per Santa Monica, California, la città in cui si trova la sede di Naughty Dog.

La genesi

Una scena familiare di Uncharted 4
Una scena familiare di Uncharted 4

Lo sviluppo di Uncharted 4 ebbe inizio nel 2011, subito dopo l'uscita del terzo capitolo su PlayStation 3. A quel punto Naughty Dog era divisa su due progetti. Un gruppo, guidato da Neil Druckmann e Bruce Straley (Strèli), stava lavorando già da diverso tempo a The Last of Us. Un altro si preparava invece alla prossima avventura di Nathan Drake.

A guidare il progetto nei primi mesi dello sviluppo fu Amy Hennig, la creative director e scrittrice dietro i precedenti capitoli della serie. Nel 2014 però Hennig lasciò Naughty Dog per motivi mai davvero chiariti. Nel libro, "Blood, Sweat and Pixels", il giornalista Jason Schreier ha scritto che "Secondo alcuni intervistati il team di Uncharted 4 non aveva abbastanza risorse, visto che tutta l'attenzione e il supporto di Naughty Dog erano indirizzati a The Last of Us e al suo DLC Left Behind. Secondo altri Amy Hannig non riusciva a prendere decisioni, e anche per questo il progetto non stava prendendo una buona forma". Sta di fatto che, dopo che la Hennig lasciò il team, la direzione di Uncharted 4 passò anche quella nelle mani di Neil Druckmann e Bruce Straley, che tuttavia chiesero totale libertà creativa.

Su richiesta dei due, alcuni attori vennero cambiati, intere parti del gioco furono completamente rivoluzionate e, cosa ancora più importante, Druckmann e Straley volevano che questa fosse l'ultima epica avventura con protagonista Nathan Drake. Lo stesso Nathan Drake che, non solo aveva guidato ogni episodio della serie fin dal primo capitolo, ma che era diventato anche un'icona, un simbolo per tutto l'universo PlayStation. Insomma, immaginate la responsabilità.

Nathan e Sam Drake
Nathan e Sam Drake

Shaun Escayg: "Sapevamo di dover rendere giustizia a Nathan. Volevamo una storia che lo mettesse davvero in una situazione di conflitto, e che esaltasse ciò che più amiamo di Uncharted, ovvero la passione per l'avventura. Nasceva così l'idea di questo Nathan Drake in pensione attirato in un epico viaggio da un fratello che credeva perduto... Sam."

Sam, il fratello di Nathan, sarebbe stato un personaggio fondamentale in Uncharted 4, perché per gli autori del gioco era lui l'unica persona al mondo che avrebbe potuto trascinare Drake in una nuova avventura. Inserendo Sam, gli sceneggiatori di Naughty Dog non solo avrebbero evitato il solito cliché della damigella in pericolo, ma potevano creare dubbi e dinamiche interessanti tra Nathan ed Elena.

Kurt Margenau: "Qual è l'unica cosa che può convincere Nate a rimettersi in gioco? L'unica cosa per cui si sentirebbe obbligato a partire? Volevamo che si trovasse a dover scegliere tra queste due persone, e volevamo che si ponesse la domanda "cos'è più importante nella mia vita?" "Chi è più importante nella mia famiglia?"

Shaun Escayg: "Volevamo mostrare come questo amato cacciatore di tesori avesse sacrificato tutto quello che ama per qualcosa di davvero speciale: la sua relazione con Elena, la sua casa, questa vita mondana ma tutto sommato sicura, piena di amore ma anche se con qualche piccolo conflitto. Quando è a casa e guarda il dipinto, la sua mente viaggia, e possiamo scorgere questa fiamma dentro di lui, una sensazione che deve in qualche modo fuoriuscire. È qualcosa che non può controllare".

Va precisato che il personaggio di Sam era presente anche nella primissima versione di Uncharted 4, quella diretta da Amy Hennig, con la differenza che in quella versione Sam sarebbe stato anche il principale antagonista del gioco. Così come avevano fatto con The Last of Us, Druckmann e Straley vollero esplorare ancora di più le relazioni e le dinamiche tra i personaggi: più di quanto sia stato fatto negli episodi precedenti.

Uno scenario di Uncharted 4
Uno scenario di Uncharted 4

Decisa quale sarebbe stata la direzione del progetto, il team si rimboccò le maniche per la prima vera presentazione di Uncharted 4. Il nuovo capitolo era stato annunciato verso la fine del 2013 con un breve trailer in cui si scorgeva soltanto una mappa. Del gioco vero e proprio però non si vedeva nulla, e i fan erano curiosi di scoprire come sarebbe stata la prima opera originale di Naughty Dog sulla nuova PlayStation 4.

Kurt Margenau: "Ricordo che era la prima volta che sviluppavamo qualcosa su PlayStation 4. La prima volta che abbiamo dovuto mettere davvero le mani sull'hardware, in cui abbiamo dovuto montare un trailer e capire come renderizzare e creare modelli per questa console next-gen.

Prima di Uncharted 4, Naughty Dog aveva preso confidenza con la console di nuova generazione lavorando alla remastered di The Last of Us. Ma The Last of Us era pur sempre un gioco nato su PlayStation 3. All'E3 del 2014, Naughty Dog diede finalmente un assaggio di come sarebbe apparsa la nuova avventura di Nathan Drake, e rivelò ufficialmente il titolo completo: Uncharted 4: La fine di un Ladro.

La relazione tra Nathan e Helena è al centro di Uncharted 4
La relazione tra Nathan e Helena è al centro di Uncharted 4

Shaun Escayg: "Ricordo tutto il lavoro e la fatica dietro quel trailer. Il momento in cui Nathan si sveglia, l'acqua attorno e tutti quei dettagli: volevamo comunicare la sensazione che stavolta Nate forse non se la sarebbe cavata. E ovviamente la cosa era suggerita anche dal titolo, che creò enorme scalpore portando i fan a chiedersi cosa sarebbe successo".

Kurt Margenau: "Il titolo era volutamente ingannevole, e si sposava bene coi temi del gioco, con l'immagine dei pirati, ma poi c'era anche il doppio significato: Henry Avery era un ladro, ma lo era anche Nathan. Quindi volevamo che le persone pensassero "quale sarà la fine di questo personaggio?. Ricorderò sempre l'E3 2015, quello in cui abbiamo mostrato il grande inseguimento di Uncharted 4, con Bruce che lo giocava live. Aver lavorato a tutta quella presentazione e vedere il risultato lì di persona è stato uno dei momenti più alti".

Uncharted: L'Eredità Perduta

Le protagoniste di Uncharted: L'Eredità Perduta
Le protagoniste di Uncharted: L'Eredità Perduta

Uncharted 4: Fine di Un Ladro uscì a maggio del 2016 su PlayStation 4. Come voluto da Neil Druckmann e Bruce Straley, quello fu anche il capitolo conclusivo nella storia di Nathan Drake. Ma anche se l'avventuriero si era finalmente ritirato dalla sua carriera di cacciatore di tesori, questo non vuol dire che anche la serie Uncharted sarebbe andata in pensione. Neanche il tempo di far arrivare il gioco sugli scaffali, che un gruppo all'interno di Naughty Dog si era già riunito per proporre una nuova avventura. Stavolta con una protagonista diversa. Quel gioco si sarebbe chiamato Uncharted: L'Eredità Perduta.

Shaun Escayg: "I lavori su L'Eredità Perduta sono iniziati subito dopo Uncharted 4. Nel team pensavamo che si sarebbero potute raccontare tante altre storie nel mondo di Uncharted. E avevamo tutta una serie d'idee su cosa i personaggi avrebbero potuto fare, quali luoghi sarebbe stato bello visitare, e così via. Ricordo che io, Josh e Kurt ci ritrovavamo in continue riunioni, in cui dicevamo "che ne pensi di questo personaggio? E quest'altro?".

Kurt Margenau: "è iniziato come un progetto più piccolo. Avevamo appena finito Left Behind, il DLC di The Last of Us, e quello per noi ha rappresentato una sorta di modello a cui ispirarci. Ci siamo detti "ok potremmo fare una storia più piccola con due personaggi diversi". Nei primissimi giorni, non avevamo ancora deciso che Chloe sarebbe stata la protagonista. Avevamo versioni con Sully, con Sam, versioni con Nadine. C'era una proposta che ricordo bene in cui ci eravamo detti "e se giocassi con Nadine per tutto il tempo?" Questo è il bello di Uncharted: ci sono così tanti personaggi interessanti che puoi prenderli e creare una storia che li vede protagonisti. È stata una scelta difficile, ma in cima alla classifica ci sono sempre state Nadine e Chloe: e allora ci siamo detti 'perché non metterle assieme? Perché non entrambe?' E alla fine lo abbiamo fatto.

Chloe, la protagonista di Uncharted: L'Eredità Perduta
Chloe, la protagonista di Uncharted: L'Eredità Perduta

Shaun Escayg: "Ha cominciato a prendere forma molto rapidamente, eravamo così emozionati all'idea di questi due personaggi che dovevano collaborare; all'idea di Chloe che imparava più cose di sé stessa e affrontava il suo futuro. All'idea di approfondire questo personaggio sempre schivo, scoprendo cosa si nasconde sotto quella scorza e trovare il suo aspetto più umano. Ecco, per noi era un'idea fantastica".

Uncharted: L'Eredità Perduta era sviluppato da un team decisamente più piccolo rispetto a quello che lavorò a Uncharted 4, ma il fatto che la tecnologia alla base del gioco fosse già pronta aveva permesso a programmatori e grafici di riutilizzare molto del lavoro fatto con il gioco precedente.

Kurt Margenau: "ci siamo potuti focalizzare di più sulla storia, sulle ambientazioni, abbiamo spinto di più su meccaniche diverse che volevamo sperimentare. Ma poi, quando abbiamo presentato il progetto al presidente dello studio, queste idee erano così tante e così grandi che ci ha risposto "Lo sapete che mi state proponendo Uncharted 5?". Quindi abbiamo dovuto trovare la giusta dimensione, ma alla fine ne è uscito fuori comunque un progetto molto più grande del previsto, un capitolo di Uncharted a tutti gli effetti. È nato come questo concept molto piccolo ed è cresciuto fino a ottenere il budget e le attenzioni necessarie a creare una storia di ampio respiro, ed è stato fantastico. In Naughty Dog se un progetto è interessante allora può concretizzarsi".

Le due protagoniste di Uncharted: L'Eredità Perduta
Le due protagoniste di Uncharted: L'Eredità Perduta

Riutilizzare il motore di Uncharted 4 ha sicuramente semplificato i lavori su questo spin-off, ma per il team di sviluppo non sono mancate difficoltà e grossi ostacoli.

Shaun Escayg: "La parte più difficile per me è stata la sequenza con l'elefante. Ci tenevo molto, volevo quel momento, ma rischiava di rovinare il ritmo della storia. Facevamo fatica a capire come rendere quella parte divertente ma allo stesso tempo creare la giusta intimità tra i personaggi; e soprattutto ci domandavamo se saremmo riusciti a farlo funzionare. Abbiamo fatto un gran numero di tentativi, chiedendoci "non sarà noioso? Siamo sicuri che le persone vogliono cavalcare questo elefante?".

Ma l'elefante più grande, la sfida più ambiziosa per tutto il team, era senza dubbio rappresentata dai Ghati Occidentali, l'enorme mappa aperta in cui Chloe e Nadine avrebbero speso la parte più importante del gioco. Naughty Dog aveva già sperimentato con l'idea di una mappa liberamente esplorabile con la zona del Madagascar in Uncharted 4, ma questa nuova area era molto più grande e molto più complicata.

Uno scenario di Uncharted: L'Eredità Perduta
Uno scenario di Uncharted: L'Eredità Perduta

Kurt Margenau: "la parte più difficile era probabilmente lo storytelling: dover raccontare in maniera lineare una storia all'interno di questo enorme spazio aperto in cui potevi spostarti a piacimento"

Shaun Escayg: "Eravamo un po' preoccupati perché introduceva problemi legati al ritmo della narrazione: abbiamo dovuto preparare scene diverse in base a come e quando visitavi i vari luoghi, senza che rallentasse la narrazione o l'obiettivo del giocatore".

Kurt Margenau: "abbiamo avuto designer al lavoro su quella sequenza dalle primissime fasi di pre-produzione fino alla fine dello sviluppo. Dovevamo far partire scene d'intermezzo specifiche a prescindere dal luogo in cui ti trovavi, per esempio. Abbiamo sviluppato un sistema di conversazioni legato alla jeep, permettendo di guidare in giro per la mappa e allo stesso tempo avere tutte queste conversazioni ben contestualizzate. Ci sono state sfide nel caricamento del livello: il nostro engine non era pensato per quel tipo di level design, quindi ci siamo ritrovati a spingerlo ai limiti di quello che era in grado di fare. Questo spazio non lineare per noi ha rappresentato un campo del tutto inesplorato dal punto di vista del design. Abbiamo sperimentato con un mucchio di cose e alla fine il risultato è stato fantastico per merito del nostro team di design e di chi ci ha lavorato. Ogni persona nel team a un certo punto ha messo le mani su quel livello: il fatto che funzioni è un miracolo della scienza.

Uno dei tanti dettagli di Uncharted: L'Eredità Perduta
Uno dei tanti dettagli di Uncharted: L'Eredità Perduta

Le idee dietro Uncharted: l'Eredità Perduta erano sicuramente ambiziose e interessanti, ma come sarebbe stata l'accoglienza dei fan davanti al cambio di protagonista? Nel dicembre del 2016, durante il PlayStation Experience, arrivò il momento di scoprirlo.

Shaun Escayg: "Fu una scommessa e siamo stati fortunati ad avere il supporto di Naughty Dog e di Sony: è stato forse il rischio più grande. Nathan Drake era Uncharted e sapevamo che avevamo grandi scarpe da riempire. Chloe avrebbe dovuto farsi carico della sua storia. Ricordo il momento in cui abbiamo mostrato il primo trailer con il reveal di Chloe alla fine. Avevamo paura che le persone avrebbero capito immediatamente che si trattava di Chloe, e così abbiamo fatto di tutto per nasconderlo fino all'ultimo momento. Essere nella folla, vedere le reazioni alla sorpresa e vedere tutto l'amore verso quel personaggio... è stato incredibile".

Uncharted: L'Eredità Perduta venne pubblicato nell'estate del 2017, e venne accolto positivamente sia dalla stampa che dai fan, dimostrando che nell'universo di Uncharted c'è assolutamente spazio per nuove avventure e nuovi protagonisti. I due giochi, Uncharted 4: Fine di Un Ladro e Uncharted: L'eredità Perduta, sono stati raccolti e pubblicati nel 2022 su PlayStation 5, in una versione ancora più impressionante dal punto di vista tecnico. Nel frattempo la serie è arrivata anche al cinema con un lungometraggio che vede Tom Holland nei panni di un giovane Nathan Drake. Al momento non è ancora chiaro se vedremo nuovi capitoli di Uncharted, ma data la popolarità della saga tra gli appassionati PlayStation e il successo avuto in 15 anni di storia, è probabile che il futuro ci riserverà altre indimenticabili avventure.