Ci sono giochi che lasciano il segno ma che rimangono singole parentesi, episodi isolati, esperienze destinate a non ripetersi... e poi c'è Warhammer 40.000: Space Marine 2. A così tanti anni dall'uscita del primo capitolo firmato Relic Entertainment, in pochi nutrivano ancora la speranza di assistere a un rilancio della serie, men che meno direttamente con un seguito diretto.
Eppure eccoci qua: il prossimo 9 settembre gli utenti PC, PS5 e Xbox Series X|S potranno indossare nuovamente la pesante corazza del leggendario Ultramarine Demetrian Titus, di ritorno dopo il drammatico finale dell'originale Space Marine che lo aveva visto consegnarsi nelle mani dell'Inquisizione per rispondere dell'accusa di eresia.
La storia di Warhammer 40.000: Space Marine 2
Finalmente libero dopo un secolo di sfiancanti interrogatori alternati a periodi di stasi, Titus è convinto che le sue azioni abbiano gettato disonore sul Capitolo degli Ultramarine, che in realtà lo considerano un grande eroe e hanno edificato una statua in suo onore. Così, privo di una casa a cui fare ritorno, decide di unirsi alle truppe della Deathwatch per continuare a servire l'Imperium in qualche modo e combattere gli Xeno.
Proprio allora scoppia la Quarta Guerra Tiranide ed è fondamentalmente lì che comincia la storia di Warhammer 40.000: Space Marine 2, con Titus che vola alla volta di Kadaku insieme a una squadra di soldati che però viene rapidamente annientata dalla furia delle orde aliene che hanno invaso il pianeta. Arrivano tuttavia in soccorso gli Ultramarine e l'ex capitano, ancora più forte dopo essersi sottoposto alla procedura Rubicon Primaris, può mettersi nuovamente alla guida di una spedizione votata all'annientamento dei Tiranidi.
Al fine di conferire alla trama e ai personaggi del gioco una dimensione che fosse più autentica possibile, il creative director Oliver Hollis-Leick ha rivelato di aver passato mesi a leggere i romanzi di Warhammer 40.000 nel tentativo di comprendere appieno le atmosfere e le dinamiche che hanno reso il Capitolo degli Ultramarine così affascinante e iconico all'interno dell'universo creato da Games Workshop.
In quest'ottica, la figura di Titus si erge inevitabilmente sulle altre per via del suo glorioso passato, la sua sconfinata esperienza in combattimento e il suo appartenere a un'epoca ormai lontana, ma che a quanto pare ha ancora molto da insegnare e può rivelarsi fondamentale nella lotta contro gli Xeno. Rappresentare queste situazioni e questi protagonisti donerà senz'altro spessore narrativo all'esperienza di Space Marine 2.
Mondi da riconquistare
La campagna di Warhammer 40.000: Space Marine 2 ci vedrà impegnati ad affrontare i Tiranidi su diversi pianeti, fra cui Kadaku, Avarax e Demerium. Il primo è uno scenario caratterizzato da enormi, fitte e inospitali foreste che si alternano a raccapriccianti paludi fangose, dominate da una flora e da una fauna potenzialmente letali per chi ha la sfortuna di esplorare questi luoghi.
Avarax è invece un mondo alveare di cui non sappiamo molto, se non che vanta architetture maestose, di chiara ispirazione gotica, ed è anch'esso stato invaso da orde di feroci Tiranidi. Curiosamente questa ambientazione sarà al centro di un altro gioco, stavolta in realtà virtuale, in arrivo a ottobre: stiamo parlando di Warhammer 40.000: Space Marine VR - Defenders of Avarax.
Gameplay e struttura
Il fulcro di Space Marine 2 è costituito da una campagna della durata di circa dodici ore in cui avremo modo di controllare Titus in solitaria oppure puntare al multiplayer cooperativo per tre partecipanti e fornire dunque una guida umana anche ai due potenti Ultramarine che accompagnano il luogotenente in questa missione, Chairon e Gadriel.
Ovviamente i combattimenti si pongono come l'aspetto principale di un'esperienza che sul piano visivo può contare sulla tecnologia Swarm di Saber Interactive per portare sullo schermo centinaia e centinaia di nemici contemporaneamente, dando vita a scontri davvero spettacolari in cui i nostri soldati si troveranno a spazzare via sciami di Xeno con le loro armi da fuoco o con strumenti letali come la Spada a Catena e il Martello del Tuono.
Avremo modo di modificare il nostro equipaggiamento al termine di ogni missione, dopo essere rientrati alla base, con la possibilità di creare le build più adatte all'incarico con cui stiamo per cimentarci. Da questo punto di vista il sequel offre sulla carta una varietà sostanzialmente superiore rispetto al primo capitolo, a tutto vantaggio del divertimento.
Nei fatti, tuttavia, la formula resterà più o meno quella di cui abbiamo parlato nella recensione di Warhammer 40.00: Space Marine, esattamente tredici anni fa: entusiasmanti sequenze sparatutto inframezzate da dolorosissime finisher che hanno lo scopo di ripristinare la nostra energia e consentirci dunque di proseguire la battaglia.
Per quanto concerne invece i contenuti del pacchetto, oltre alla campagna avremo a disposizione la modalità Operations, che punta con maggiore convinzione sul multiplayer cooperativo e sulla rigiocabilità delle missioni, con sei differenti classi fra cui scegliere il nostro Ultramarine (Tactical, Assault, Vanguard, Bulwark, Sniper e Heavy), ognuna dotata di abilità e caratteristiche peculiari.
Potremo personalizzare il nostro guerriero attingendo a un'ampia gamma di modifiche e oggetti estetici, ma il team di sviluppo ha tenuto a precisare che non ci saranno microtransazioni: potremo sbloccare tutte queste risorse completando gli incarichi, donando così un aspetto unico all'Ultramarine che abbiamo scelto di controllare e potenziando le sue armi.
Infine sarà presente anche una modalità multiplayer competitiva, Eternal War, in cui due squadre composte da sei giocatori potranno sfidarsi all'interno di diverse mappe sulla base di tre differenti stipulazioni, che includono il classico deathmatch e due varianti più strategiche, di cui una di tipo territoriale.
Warhammer 40.000: Space Marine 2 si pone un po' come la concretizzazione di un sogno per i tanti appassionati del capitolo originale, e sebbene il team di sviluppo non sia lo stesso di tredici anni fa la sensazione è che i ragazzi di Saber Interactive, sotto l'attenta supervisione di un veterano come Tim Willits, siano stati in grado di realizzare un sequel solido, coinvolgente e dotato di un grande potenziale.