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We Were Here Forever, il provato di un'avventura escape room cooperativa

Ecco il nostro provato di We Were Here Forever, un'avventura escape room cooperativa che ci intrappola in un castello buio e tenebroso

PROVATO di Nicola Armondi   —   05/04/2022
We Were Here Forever
We Were Here Forever
Video Immagini

Total Mayhem Games torna con un nuovo gioco delle serie We Were Here, una saga di giochi escape room-rompicapo cooperativi che mettono alla prova le nostre capacità di ragionamento, interpretazione nonché di coordinarci con un secondo giocatore. Non preoccupatevi se non avete mai giocato uno capitoli precedenti, però, perché We Were Here Forever non è legato in modo diretto ai suoi precessori.

Non perdiamo però tempo e vediamo cosa ne pensiamo dopo aver provato We Were Here Forever.

Cooperativa

Una prigione di We Were Here Forever
Una prigione di We Were Here Forever

Noi e il nostro compagno di avventure siamo perduti all'interno del reame di Castle Rock. Il nostro compito è semplice da capire: scappare. Riuscire a farcela però è tutta un'altra storia. Come detto, la trama di We Were Here Forever non è direttamente connessa con i capitoli precedenti, ma fa parte dello stesso universo narrativo (esiste anche una serie di video live-action chiamata We Were Here Stories: Chronicles of Castle Rock).

Ciò che conta, però, è la struttura ludica cooperativa, al centro di tutte le meccaniche del gioco. In We Were Here Forever dovremo coordinarci con il nostro compagno di avventura: le azioni da svolgere sono spesso semplici, come raccogliere oggetti fondamentali per l'avanzamento (ad esempio chiavi per aprire porte) ma anche elementi necessari per completare puzzle o attivare macchinari necessari per spostarci.

Bisogna ovviamente anche risolvere degli enigmi, i quali pretendono un lavoro coordinato. Ogni giocatore deve assumere un ruolo e svolgere una certa azione in risposta a quella del compagno o a seconda d'informazioni che solamente l'altro può vedere. Un facile esempio è uno dei primissimi puzzle della demo: un giocatore si trova di fronte a una macchina, una sorta di slot machine che in automatico mostra cinque simboli, ogni tot secondi, associati ad altre cinque figure. Il secondo giocatore, che si trova sul retro del macchinario, deve chiedere quale simbolo è apparso in una specifica posizione e premere il pulsante relativo, prima dello scadere del tempo. Ripetuta l'operazione un certo numero di volte, si ottengono gli strumenti necessari per avanzare.

Il livello di difficoltà può cambiare parecchio tra una sequenza e la successiva, soprattutto perché - a differenza di un puzzle game a stanze come Portal o The Talos Principle - la struttura logica di ogni enigma cambia completamente e prima ancora di trovare la soluzione si deve capire come interpretare gli indizi. Per il momento non possiamo discutere troppo del livello di difficoltà e della varietà degli enigmi, però, perché il gioco è molto più ampio rispetto a quello che abbiamo provato, quindi ci sarà spazio e tempo, nella versione finale, per capire se We Were Here Forever sia un gioco facile, complesso e se sarà vario. Ancora più importante sarà stabilire se il livello di difficoltà sarà regolare o se vi saranno blocchi improvvisi o sezioni poco chiare.

Indizi

Avremo anche una torcia in We Were Here Forever
Avremo anche una torcia in We Were Here Forever

Un'avventura escape room può essere facile o difficile, a seconda di quale pubblico vuole raggiungere, ma è importante che mantenga una direzione precisa per tutto il tempo e non blocchi i giocatori con enigmi meno logici e meno chiari. Stiamo insistendo su questa ipotetica situazione poiché abbiamo notato quello che potrebbe essere un problema nella versione finale: il sistema di indizi.

We Were Here Forever propone un set di tre indizi per ogni area di gioco. È possibile sbloccarne uno ogni trenta secondi, senza penalità alcuna. Il problema è che questi indizi sono fondamentalmente inutili. Li abbiamo provati in varie aree, anche in zone dove avevamo già capito la soluzione, e in media gli indizi dicono cose come "Guardati in giro", "Devi interagire con l'ambiente", "Dovete fare qualcosa in uno specifico ordine" e via dicendo.

Si tratta d'indizi che non rendono minimamente più chiaro quello che si deve fare e, in caso ci si ritrovi bloccati, leggere tutti e tre i suggerimenti dell'area non ha alcun effetto sul nostro livello di comprensione dell'enigma in corso. Siamo abbastanza certi che un giocatore che acquista un'avventura puzzle-escape room cooperativa sia in media in grado di capire che, se possiede una chiave rossa e vi è una porta con enorme lucchetto rosso, forse le due cose sono connesse e l'indizio "Ogni porta ha la propria chiave" forse non è utile.

La nostra speranza è che gli indizi dell'area del provato fossero non definitivi o che in altre aree vi siano indizi più diretti.

Un cimitero di We Were Here Forever
Un cimitero di We Were Here Forever

In questo provato abbiamo notato un secondo elemento che ci ha lasciato un po' in dubbio: la chat vocale interna. We Were Here Forever propone una chat vocale integrata, importante se si decide di giocare con uno sconosciuto online. Ci sentiamo però già ora di sconsigliare questa scelta. Al di là del potenziale problema della barriera linguistica, cooperare con uno sconosciuto in un gioco escape room rischia di essere più frustrante che altro, visto che non vi è l'intesa necessaria per coordinarsi e dividersi i compiti da svolgere.

Il vero problema, in ogni caso, è che la chat vocale è un walkie-talkie con funzione push-to-talk e sistema di prossimità (da vicini ci si sente senza usare il walkie-talkie, ma basta un muro per essere bloccati). Quando si è separati, per parlare si deve premere il tasto destro del mouse. Inoltre, se si parla in contemporanea con l'altro giocatore, ci si annulla a vicenda e non si sente cosa l'altro vuole dire. L'idea del walkie-talkie è piacevole e adeguata al tipo di avventura e ambientazione, ma all'atto pratico ci siamo ritrovati a odiarlo in pochi minuti e siamo passati alla chat di Steam. È troppo facile bloccarsi a vicenda o iniziare a parlare dimenticandosi di premere il tasto destro per attivare la comunicazione, il che fa perdere ulteriore tempo e aumenta la potenziale frustrazione.

Sia chiaro, è un falso problema (che esisteva anche nei precedenti giochi), visto che si risolve in un attimo senza fatica usando la chat di Steam (o di PlayStation o Xbox, ovviamente), ma ci dispiace che una meccanica di gioco debba essere aggirata. Arrivati al quarto capitolo della saga, forse sarebbe stato bene trovare un modo diverso per far comunicare i giocatori internamente in modo alternativo ma comunque efficiente.

We Were Here Forever è un avventura escape room rompicapo cooperativa, che promette di ampliare quanto proposto dai capitoli precedenti. I fan della saga sapranno cosa aspettarsi e in questo provato ci è stato confermato che lo stile del gioco non è stato completamente rivoluzionato. Permangono dei dubbi sul sistema d'indizi e sulla gestione interna della chat vocale. Inoltre, è impossibile capire l'effettivo livello di difficoltà fino a quando non avremo tra le mani la versione completa.

CERTEZZE

  • Rispetta lo stile della saga
  • La cooperativa è veramente centrale per risolvere gli enigmi

DUBBI

  • Il sistema d'indizi rischia di essere inutile
  • Il livello di difficoltà è ancora un mistero