Cosa ci fa il ragazzino di Pagemaster protagonista di un punta e clicca con una trama simil Goonies? Il primo pensiero nel trovarci davanti la key art e leggere la trama di Willy Morgan and the Curse of Bone Town è stato questo, abbastanza per farci dire che sì, il gioco meritava uno sguardo più approfondito: naturalmente il tutto prende una direzione diversa dai film appena citati ma è stata una di quelle reazioni di pancia verso qualcosa che incuriosisce e al contempo rimanda a qualcosa che pensavi di aver sepolto nella memoria. Tra pirati, enigmi e battute sagaci, il gioco è un tuffo di testa negli anni '90 con tutte le potenzialità per diventare un punto fermo del genere. È il primo sviluppato dagli italiani di imaginarylab e altresì il primo punta e clicca prodotto da VLG, un publisher focalizzato sulla narrazione con diversi titoli nel portfolio tra cui il gioco di ruolo online sperimentale Extremelot e Homer's Odyssey, una visual novel basata sul poema omerico e raccontata tramite l'utilizzo di carte. Seguendo il titolare Willy Morgan, in questa nuova avventura dovremo far luce sulla misteriosa scomparsa di suo padre avvenuta dieci anni prima nella decadente Bone Town, sfruttando ogni mezzo a disposizione, affidandoci a personaggi più o meno bizzarri e soprattutto pensando fuori dagli schemi com'è tipico per i punta e clicca.
Ispirato e citazionistico
Willy Morgan è figlio di due famosi avventurieri ed esploratori, motivo per cui passa la maggior parte del tempo da solo. Dieci anni prima degli eventi correnti il padre è scomparso senza lasciare tracce dopo essersi recato della decadente Bone Town: Willy e sua madre si adeguano alla situazione fin quando, un giorno, il ragazzo riceve una lettera datata diversi anni prima nella quale il padre gli chiede di recarsi proprio a Bone Town, dove lo aspetta il primo di una lunga serie di enigmi che lo porteranno a scoprire la verità su quanto accaduto. Armatosi di una rudimentale bicicletta, che costruiremo noi nella fase iniziale della storia per prendere confidenza con l'atmosfera e il gioco, Willy pedala di gran carriera fino a Bone Town pronto a far luce su un mistero che porta con sé più ombre di quante credesse. Il gioco è un concentrato di ispirazioni e citazionismo che ci farà sorridere fin dai primi minuti: da The Curse of Monkey Island fino a Day of the Tentacle, passando per la Marvel e persino Uncharted, gli easter egg escono dalle pareti e dimostrano l'amore degli sviluppatore per gli anni '80 e la cultura pop degli anni '90. Questo non significa che il gioco sia solo un concentrato di citazioni e viva di luce riflessa, al contrario, si prende persino più sul serio di quanto abbia fatto il materiale di LucasArts da cui raccoglie alcuni spunti.
Nonostante la presenza di personaggi esilaranti e interazioni argute che tuttavia avrebbero bisogno di una spinta in più prima del lancio, la storia di Willy Morgan and the Curse of Bone Town ci mette di fronte con assoluta franchezza ai pericoli che il mondo nasconde. Del resto ci rendiamo conto non appena messo piede nel disastrato villaggio che qualcosa non va e il ragazzo stesso dice di non voler esplorare durante la notte (non sappiamo se per motivi di trama arriverà a farlo in futuro), suggerendoci che a dispetto della sua natura ilare c'è un tocco di serietà in grado di distinguere il gioco dalle produzioni cui si ispira. Resta da vedere come si evolverà fino alla fine.
Un gameplay molto familiare
La storia prosegue in modo diretto seguendo la logica tipica dei punta e clicca, con deviazioni spesso bizzarre attraverso una serie di enigmi e battute che colgono nel segno pur senza la stessa sagacia di quelle targate LucasArts. La stessa risoluzione dei puzzle è meno astrusa di quella che possiamo ad esempio trovare in un The Curse of Monkey Island e questo potrebbe essere un potenziale svantaggio per i veterani del genere ma, al contempo, un ottimo punto d'inizio per i neofiti del gioco. Le soluzioni sono a portata ma serve comunque un po' di ingegno per capire cosa fare e dove o come eventualmente combinare gli oggetti a disposizione, salvo non voler procedere per tediosi tentativi combinando uno sturalavandini con una chiave inglese (siamo sicuro che Guybrush ne avrebbe saputo fare ottimo uso). Uno degli aspetti più apprezzati di Willy Morgan and the Curse of Bone Town è però l'introduzione di alcuni elementi volti a migliorare la qualità della vita, come ad esempio il viaggio rapido tra le varie stanze o lungo i vicoli del villaggio, nonché la possibilità di attivare un indicatore che segna con quali oggetti sia possibile interagire, andando a limare il tempo perso cliccando a caso sulla schermata in cerca di qualsiasi cosa possa essere aggiunta all'inventario. Di nuovo, i puristi del genere potrebbero storcere un po' il naso ma rimane una soluzione non invasiva e soprattutto discrezionale: se non volete utilizzarla e vivere la magia dei vecchi punta e clicca in tutta la loro interezza potete dimenticarvene del tutto l'esistenza.
Arte classica e moderna
Lo stile artistico di Willy Morgan and the Curse of Bone Town ricorda i classici del genere ma vi aggiunge un tocco personale andando ad ammorbidire il quadro generale, con i modelli dei personaggi che si piazzano a metà strada tra la Disney post 2D e i lavori di Laika Studios. Non a caso, il filmato di apertura ci ha ricordato d'impatto Coraline e la porta magica, mostrando in generale come il gioco sia di fatto influenzato anche dal cinema. Il sound design spicca allo stesso modo, con un buon doppiaggio ma soprattutto effetti di fondo in grado di cogliere l'atmosfera del gioco e musiche che riportano alla mente Donkey Kong Country o Terraria, nonché un utilizzo di melodie inquietanti e minimaliste. Il gioco non era doppiato nella seconda parte, quella relativa a Bone Town, e un po' ci è dispiaciuto perché la peculiarità di alcuni personaggi ci ha incuriosito su quale tipo di voce avrebbero potuto avere, motivo in più per vedere il gioco al completo. Serve inoltre qualche piccola rifinitura per sistemare piccoli bug ma nel complesso intravediamo nel gioco un promettente esponente del genere, perfetto soprattutto per chi è al suo primo approccio.
Willy Morgan and the Curse of Bone Town è un'esperienza che si mostra convincente fin dalle prime battute, ricco di citazioni in cui si coglie tutta la passione degli sviluppatori per il genere e la cultura pop, con un tasso di sfida che almeno nelle fasi iniziali potrebbe risultare semplice per chi mangia punta e clicca a colazione ma perfetto per i neofiti. Forte di uno stile artistico ispirato, che ancora una volta coglie dai classici ma anche dal cinema, e un cast di personaggi che si prospetta memorabile, il primo progetto degli italiani di imaginarylab ha tutte le carte in regola per entrare tra gli esponenti moderni del genere. Con le giuste rifiniture siamo piuttosto sicuri di trovarci davanti, a lavori ultimati, un gioco in grado di riportarci ai fasti degli anni '90 ma con un tocco di modernità.
CERTEZZE
- Ispirato e ricco di citazioni
- Perfetto per i neofiti del genere
- Cast di personaggi promettente
DUBBI
- Serve qualche rifinitura qua e là