Sembra che gli sviluppatori di World of Warcraft abbiano trovato una nuova dimensione per quanto riguarda il supporto a lungo termine del MMORPG più famoso di tutti: dopo Plunderstorm, che è stato un vero e proprio esperimento in salsa Fortnite, tocca a Mists of Pandaria Remix che, come il titolo suggerisce, ci riporta nella regione dei Pandaren che abbiamo esplorato nell'omonima espansione del 2012. Ma questa nuova modalità, che è davvero particolare, è qualcosa di più di una semplice passeggiata lungo il viale dei ricordi.
Mists of Pandaria è un po' La minaccia fantasma di World of Warcraft. All'uscita spaccò la community in due - memorabili le lagne di chi riteneva i Pandaren una scopiazzatura di Kung Fu Panda (2008) quando la razza era stata concepita come un pesce d'aprile nel 2002 per poi essere ufficialmente introdotta in Warcraft III: The Frozen Throne - ma col passare degli anni è assurta allo stato di culto e oggi è generalmente considerata una delle migliori espansioni di WoW. L'evento a tempo limitato attualmente in corso, e che durerà fino al 20 agosto, consente di rivivere quell'esperienza in un modo decisamente diverso dal solito: è un contenuto particolarissimo, destinato a far molto discutere, che mette in primo piano tutte le luci e le ombre di World of Warcraft, dei suoi sviluppatori e di Blizzard.
Le luci di MoP Remix
Abbiamo chiesto direttamente al senior game designer Brian Dowling perché si è scelta proprio Mists of Pandaria per questo esperimento Remix e la risposta è stata meno lineare di quanto ci aspettassimo. Mists of Pandaria è stato anche il primo progetto cui Dowling ha lavorato dopo essere stato assunto a Blizzard, perciò nutre un grande affetto nei suoi confronti: sapendo che molti giocatori dodici anni fa non c'erano, e che le attuali meccaniche di World of Warcraft versione Dragonflight permettono di saltare interamente le espansioni, questo sembrava un buon momento per riportare quel contenuto sotto i riflettori.
Pandaria è una delle regioni artisticamente più riuscite e ricercate nell'ormai sconfinato immaginario di (World of) Warcraft e l'espansione del 2012 poteva contare su una delle migliori storie nell'intricata narrativa del MMORPG targato Blizzard. Una storia che, oltretutto, serve a comprendere meglio il presente e il futuro di World of Warcraft.
Ma come funziona Mists of Pandaria Remix? Fino al 20 agosto i giocatori che hanno sottoscritto un regolare abbonamento - e che quindi possono accedere anche a World of Warcraft Classic - possono creare un nuovo personaggio categorizzato come Corridore Temporale che comincerà l'avventura a livello 10 sull'Isola Senza Tempo, per poi essere trasportato dallo Stormo dell'Infinito in una versione "alternativa" di Mists of Pandaria, dove potrà continuare la sua corsa fino al livello massimo 70. Il Corridore Temporale può unirsi normalmente alle gilde e scrivere in chat ma, a parte questo, non può interagire in alcun modo con i personaggi "normali" di Dragonflight: i giocatori di MoP Remix esistono in una bolla tutta loro.
Il motivo è semplice: MoP Remix funziona in modo diverso rispetto a WoW retail. Le dinamiche di gioco sono le stesse, naturalmente, ma Blizzard ha fabbricato un'esperienza ispirata alle stagioni di Diablo III e Diablo IV: è cioè incentrata su una particolare meccanica che sconvolge la normale natura del gameplay a più livelli. E il risultato è semplicemente fantastico, anche se c'è un "ma" inevitabile e grosso come una casa.
Non solo l'esperienza si accumula fin dall'inizio a una velocità impressionante, consentendo di aumentare di livello a un ritmo molto più sostenuto rispetto al normale decorso di Dragonflight, ma le frequenti ricompense includono un armamentario contraddistinto da incavi per gemme Meta, Ingranaggi e Modifiche: questi oggetti, che si usano un po' come le normali gemme su WoW, conferiscono al giocatore poteri aggiuntivi, qualche volta appartenenti a classi completamente diverse: non è insolito vedere un Paladino che usa Sparizione come un Ladro o un Mago che salta all'indietro grazie al Disimpegno dei Cacciatori.
"La varietà di poteri consente di provare build strampalate e fantasiose," aveva detto anticipato Dowling, e anche se alla fin fine si resta sul meta consigliato, guardando il nostro Guerriero Furia che fa piovere meteore mentre incendia, elettrifica e paralizza i nemici a ogni colpo, curando pure i compagni per buona misura, ci siamo sbellicati dalle risate.
Oltre a questo, il Corridore Temporale indossa, fin da subito, un Mantello del Potenziale Infinito che accumula continuamente Fili del Fato: ogni nemico uccisione, forziere aperto o incarico completato ricompensa con questo consumabile che aggiunge al mantello dei bonus passivi alle statistiche e all'esperienza che si guadagna e che vengono parzialmente tramandati ai futuri Corridori Temporali creati nell'account. Al giocatore è concessa la massima libertà in termini contenutistici: può cominciare qualsiasi missione in qualsiasi zona, affrontare Spedizioni e Scenari fin da subito e le Incursioni da livello 25. Le Incursioni, che ricompensano con generosi Fili del Fato ad ogni boss, non si resettano settimanalmente, ma ogni giorno, garantendo ai giocatori che amano le attività di gruppo un contenuto ulteriore.
In pratica Mists of Pandaria Remix permette di crescere un personaggio fino al massimo livello in pochissime ore e in ancora meno tempo i successivi, grazie ai bonus ereditati attraverso il Mantello del Potenziale Infinito. È chiaramente un evento pensato per i cosiddetti "altaholic" nell'ottica del nuovo approccio che Blizzard intende perseguire dall'uscita di The War Within - la prossima espansione - con l'introduzione della Brigata, la "squadra" di personaggi appartenenti allo stesso account che condividono risorse e traguardi.
Allo scadere di Mists of Pandaria Remix i Corridori Temporali si trasformeranno in personaggi comunissimi che sarà possibile continuare a giocare subito in Dragonflight e poi in The War Within. All'uscita della prossima espansione, però, mancano diversi mesi - ma il termine di Mists of Pandaria Remix e l'inevitabile mesetto di aggiornamento che precederà l'uscita dell'espansione permettono di inquadrare già una potenziale finestra di lancio - e quindi il nuovo evento a tempo serve anche a mantenere la presa sui giocatori che si sono annoiati della controversa Stagione 4 di Dragonflight: non è un caso che le gilde si siano praticamente svuotate, che anche i più assidui raider di WoW abbiano dato buca alle serate di farm per gozzovigliare in Pandaria (Remix) dove tutto sembra più eccitante.
A differenza di Plunderstorm, che puntava tutto sul PvP in stile Fortnite, questo Mists of Pandaria Remix è incentrato sui contenuti PvE: missioni, spedizioni, incursioni, esplorazione e imprese. Il fine, però, è sempre lo stesso: accumulare il Bronzo, una nuova valuta che serve a comprare decine e decine di collezionabili tra cosmetici, giocattoli, cavalcature e mascotte. Ma anche a potenziare gli oggetti perché lo spasso di Mists of Pandaria finisce proprio sul più bello...
Le ombre di MoP Remix
E dire che Blizzard stavolta aveva fatto centro. Crescere un nuovo personaggio in Mists of Pandaria Remix è stato divertentissimo: è un po' come giocare in quei famigerati server privati dove i parametri sono tutti sballati e i giocatori sono molto più forti del normale. Si può cominciare quasi ogni missione nell'ordine che si preferisce, spaziare da una regione all'altra senza seguire un ordine logico oppure fare spedizioni, incursioni o scenari a manetta. Ogni incarico ricompensa con Bronzo o scatole piene di gemme, oggetti e consumabili. Non si deve riparare l'equipaggiamento, non ci sono grosse penalità; Remix è praticamente una modalità "liberi tutti" che permette di sperimentare e vivere o rivivere con leggerezza un'espansione fin troppo sottovalutata .
Anche il "farming" non è poi così pesante. I collezionabili hanno costi ragionevoli - sopra la media solo nel caso di cavalcature normalmente rarissime, come Elegon - e si può accumulare Bronzo in molti modi diversi, anche soltanto volando per il mondo di gioco nello stile dinamico di Dragonflight. Le imprese ricompensano con Bronzo e altri collezionabili - alcuni esclusivi - quindi c'è sempre qualcosa da fare.
Una volta raggiunto il livello massimo, però, questo castello di cristallo comincia a incrinarsi. Lo scaling impazzisce, alcuni raid boss diventano praticamente imbattibili se non ricorrendo a escamotage e strategie artificiose, i ruoli si rovesciano: i giocatori di livello più alto tendono a essere maggiormente in difficoltà rispetto a quelli di livello più basso. La progressione ruota intorno ai Fili del Fato che potenziano il mantello e all'equipaggiamento da migliorare spendendo vagonate di Bronzo. Lo stesso Bronzo che serve a comprare i collezionabili per cui si dovrebbe giocare. È come un improvviso cambio di rotta, e in un attimo Mists of Pandaria Remix smette di essere un pandemonio - come lo avevano soprannominato gli stessi sviluppatori - e torna a indossare i panni di un MMO a progressione verticale.
È evidente che a un certo punto qualcuno abbia pensato che fosse necessario aggiungere uno strato più competitivo per tenere incollati i giocatori più assidui (per non dire fanatici). Un'interpretazione più severa che cozza con l'andamento rilassato e giocherellone dell'evento. A conti fatti, servono solo pochi giorni e un minimo di pianificazione per completare le imprese specifiche dell'evento, poi resta solo da farmare il Bronzo per acquistare i collezionabili. Dopodiché si potrebbe anche archiviare il Remix fino a The War Within.
Il problema è che The War Within arriverà dopo agosto e Blizzard deve mantenere la presa salda sulla community. Così ha alzato l'asticella, scordandosi della più banale delle verità: se i giocatori vogliono raggiungere un obiettivo, faranno di tutto per riuscirci nel minor tempo possibile. Così è esploso il caso delle rane. I giocatori hanno scoperto un luogo in cui i nemici ricompaiono continuamente e li hanno macinati per moltiplicare Bronzo e Fili del Fato, diventando i supereroi del server: sono quelli che nelle incursioni stendono i boss con un colpo, sbloccando imprese e ricompense a mezzo server. Anche a pagamento, perché la community di World of Warcraft, e di tutti i MMO e di tutto l'Internet, per dire, è questa roba qui.
Così Blizzard è intervenuta con un aggiornamento e ha riportato indietro le cose, normalizzando i giocatori. Un intervento tardivo che ha esacerbato in senso contrario i già enormi squilibri di un endgame che avrebbe dovuto averli per antonomasia. Questa crisi ha messo in luce l'approssimazione con cui lo sviluppatore di Irvine ha lavorato a un evento che aveva tutte le carte in regola per cambiare World of Warcraft: non vi è alcun dubbio che questo approccio "stagionale" sia il modo migliore per trattenere i giocatori anche nei periodi di magra, come la transizione tra un'espansione e la successiva.
Ora Mists of Pandaria Remix si trova in uno spazio strano. Massimizzare tutto richiede un impegno sopra le righe per un evento che dovrebbe complementare l'endgame in retail, non sostituirlo. Così la bellezza di questo allegro casino si perde nel farm costante, nella ricerca dei gruppi organizzati secondo il mefistofelico meta, negli screzi con quei giocatori che proprio non vedono l'ora di rovinare la giornata a qualcuno. L'alternativa esiste ed è la pazienza, la placida filosofia zen dei Pandaren. Non c'è nessuna fretta: l'evento durerà tre mesi, si arriverà a fare tutto giochicchiando con calma e con neanche troppa costanza.
L'asino è cascato nel momento in cui Blizzard ha messo i paletti, gli stessi paletti che nella sua modalità Pandamonium - quando ancora si chiamava così - non avrebbero dovuto esserci. E tutto è andato a rotoli, svelando un sempre maggiore scollegamento tra lo sviluppatore e la community. Se non altro, è stata un'occasione fantastica per tornare sull'isola dei Pandaren e scoprire o riscoprire storie e personaggi tra i migliori che Blizzard abbia scritto in questi anni. E non è cosa da poco.