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World of Warcraft - Battle for Azeroth: la storia finora

La guerra per Azeroth sta per ricominciare: se vi siete allontanati da World of Warcraft, questo è il posto giusto per sapere che cosa stanno combinando i vostri personaggi preferiti...

SPECIALE di Christian Colli   —   26/07/2018
World of Warcraft: Battle for Azeroth
World of Warcraft: Battle for Azeroth
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Mancano ormai tre settimane alla nuova espansione, così abbiamo deciso di fare il punto della situazione sulla storia di World of Warcraft, riassumendo i principali eventi che hanno condotto a Battle for Azeroth. Ci sembra giusto cominciare rispondendo alla domanda che probabilmente sta assillando tutti i fan di vecchia data che magari si sono allontanati per qualche anno e si sono persi gli ultimi sviluppi della storia: Blizzard ha resuscitato anche Arthas? La risposta è no, Arthas è morto alla fine di Wrath of the Lich King e si è rivisto soltanto sotto forma di allucinazione o ricordo in una manciata di missioni. Prego, è stato un piacere. A parte gli scherzi, è una domanda legittima: negli anni, la trama di World of Warcraft si è incasinata parecchio tra viaggi nel tempo e nello spazio, realtà parallele, resurrezioni e tutti gli escamotage che Blizzard ha impiegato per allungare il brodo e dare ai giocatori nuovi incentivi per rinnovare gli abbonamenti. Non ci sarebbe nulla di strano, quindi, se anche il biondino fosse tornato proprio come Illidan, considerando poi quanto è amato il personaggio in questione; tuttavia, sul trono del Re dei Lich siede ancora Bolvar Fordragon, l'eroico paladino che si è sacrificato per tenere a bada il Flagello. Ricordatevi questo nome, perché in Battle for Azeroth si tornerà a parlare della famiglia Fordragon...

La situazione politica di Azeroth

A partire da questa settimana, i giocatori di World of Warcraft potranno intraprendere una serie di missioni che fanno da preludio a Battle for Azeroth e conducono al famigerato rogo del Teldrassil e alla conseguente presa di Sepulcra. Come potete intuire, la tensione tra l'Orda e l'Alleanza sta raggiungendo livelli epocali, ma era solo questione di tempo prima che le due fazioni venissero nuovamente alle armi. L'espansione Cataclysm e la minaccia di Alamorte avrebbero dovuto riunire i popoli del pianeta su un unico fronte e forse sarebbe anche potuto accadere se il Capoguerra dell'epoca, Garrosh Malogrido, non avesse ordito un piano malefico per impossessarsi del potere nascosto nel cuore di Pandaria. I suoi sforzi finirono col ferire gravemente anche il principe Anduin di Roccavento che, nel frattempo, era giunto di nascosto a Pandaria per apprendere tutto il possibile sulla cultura dei Pandaren e sui segreti dell'isola. Nonostante ciò, una volta sconfitto Garrosh con l'aiuto di Thrall e dell'Orda che si era ribellata alle sue pazzie, re Varian aveva accettato una tregua col nemico che era durata ben poco.

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Il drago di bronzo Kairozdormu liberò Garrosh e lo aiutò a viaggiare indietro nel tempo e a raggiungere il pianeta natale degli Orchi, Drenor, prima che l'Orda originale potesse bere il sangue di Mannoroth e innescare gli eventi raccontati nei primi tre Warcraft. L'intervento di Garrosh ha creato dunque una timeline alternativa in cui l'Orda non si sottomette alla Legione Infuocata e anzi unisce le forze col preciso obiettivo di invadere e conquistare Azeroth passando per il Portale Oscuro. In realtà, è bene precisare che quanto accaduto su Drenor nella realtà alternativa ha inciso ben poco sulla storia del "nostro" Azeroth, ma ha messo un punto alla storyline di Garrosh, ucciso in duello dal buon vecchio Thrall. A quel punto l'Orda è finita in mano al leader dei Troll, Vol'jin, che l'ha condotta in battaglia contro la Legione Infuocata nel prologo dell'espansione Legion. All'epoca, le due fazioni avevano intravisto un possibile futuro di pace nel riflesso di quella raggiunta nella realtà parallela di Drenor, ma la battaglia della Riva Dispersa ha spento completamente quel fievole fuoco quando re Varian è perito per mano del Gul'dan alternativo, arrivato nella nostra dimensione nel finale di Warlords of Draenor.

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Confusi? È normale, ma fra poco ci liberiamo di tutto questo nonsense sui viaggi nel tempo. Il discorso è in realtà abbastanza semplice: il "nostro" Gul'dan era morto da un pezzo ma il Gul'dan del Drenor alternativo è arrivato dal passato e ha cercato la salma di Illidan per aiutare il demoniaco Sargeras a manifestarsi in carne e ossa. L'Alleanza e l'Orda hanno quindi unito le forze per impedire a Gul'dan e alla Legione Infuocata di invadere Azeroth, ma a un certo punto le forze dell'Orda si sono ritirate e l'Alleanza, oltre a essere stata sconfitta, ha perso anche il suo leader. Quello che a tutti gli effetti sembrava un tradimento ha inasprito i rancori tra le due fazioni, specialmente da parte di Genn Mantogrigio, che si è ritrovato a fare da mentore al giovane e impreparato principe Anduin. In realtà, le cose non sono andate proprio come sembra giocando il prologo di Legion nell'Alleanza. I giocatori dell'Orda, infatti, hanno osservato gli eventi da un altro punto di vista: in quei tragici momenti, l'Orda stava per essere schiacciata, e Vol'jin, morente, ha supplicato Sylvanas Ventolesto di ordinare la ritirata, perché in un caso o nell'altro Gul'dan avrebbe comunque vinto quella battaglia.

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Sylvanas ha purtroppo chiarito la questione troppo tardi, quando ormai l'Alleanza si era fatta una precisa idea sulle intenzioni della Banshee. Prima di spirare, Vol'jin ha infatti passato a Sylvanas lo scomodo manto di Capoguerra, una decisione che non tutti i membri dell'Orda hanno visto di buon occhio. Alla fine di Legion, prima di essere sconfitto e imprigionato per sempre insieme al risorto e redento Illidan, Sargeras ferisce letteralmente Azeroth, affondando la sua gigantesca spada nella regione di Silithus. A quel punto, i Goblin hanno scoperto una sostanza nel cuore del pianeta, una linfa vitale chiamata Azerite che possiede un grande potere. Il principe Gallywix ha immediatamente informato Sylvanas e la Reietta ha visto nell'Azerite la chiave per riconquistare la supremazia dell'Orda nei confronti dell'Alleanza, senza sapere che anche l'Alleanza, nel frattempo ha scoperto l'esistenza dell'Azerite e intende controllarla a sua volta. Nel frattempo, re Anduin ha deciso di consolidare i legami tra le varie razze di Azeroth, arrivando persino a organizzare un raduno tra i Reietti non morti dell'Orda e i loro cari rimasti in vita nell'Alleanza. Sylvanas, inizialmente restia, acconsente all'incontro, ma cambia presto idea quando scopre la presenza di Calia Menethil, sorella di Arthas e legittima erede al trono di Lordaeron. Quando alcuni Reietti decidono di disertare per unirsi alla regina vivente di Sepulcra, Sylvanas manda tutto in vacca, attacca l'Alleanza e assassina Calia. E a questo punto comincia una nuova guerra...

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Che fine hanno fatto Jaina e gli altri?

Come avrete capito, Battle for Azeroth affonda le radici in una situazione politica semplicemente instabile che non riesce a mettere d'accordo nessuno. Da una parte c'è Anduin, che ingenuamente spera sempre in una riconciliazione tra così tante specie e fazioni diverse, mentre dall'altra c'è Sylvanas, ormai ossessionata dall'idea che l'Orda non possa sopravvivere a un futuro di pace. I due leader hanno non pochi oppositori, oltretutto. A differenza del profeta Velen, Genn Mantogrigio, per esempio, non condivide la politica pacifista di Anduin mentre alcuni sottoposti di Sylvanas, come Varok Faucisaure, ritengono che la Reietta sia diventata eccessivamente spietata e agisca in modo disonorevole. Il cast di World of Warcraft è comunque estremamente ampio, ma vale la pena discutere la posizione di alcuni personaggi di spicco che ci hanno accompagnato negli anni. Come abbiamo detto, il ritorno di Illidan Grantempesta è stato breve ma intenso: il Cacciatore di demoni supremo si è esiliato nel Pantheon, ora eterna prigione di Sargeras. Thrall - anzi, Go'el - potremmo dire che sia latitante: dopo aver aiutato i giocatori a recuperare Martelfato nella missione dell'omonima arma artefatto, l'Orco ha ammesso di non riuscire più a percepire la natura come in passato perché divorato dai sensi di colpa per aver ucciso Garrosh.

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Magni Barbabronzea, ex sovrano di Forgiardente e ora golem di diamante che fa da portavoce per lo spirito di Azeroth, ha riunito i migliori guaritori del pianeta nella regione di Silithus per curare la ferita inferta da Sargeras. Lo sta aiutando Khadgar, che ha scelto proprio il momento meno opportuno per rintanarsi nella torre di Karazhan in cerca di soluzioni nei tomi lasciati da Medivh. Il personaggio che però avrà un ruolo determinate in questa nuova espansione è sicuramente Jaina Marefiero. La giovane protagonista di Warcraft III ha avuto un ruolo di secondo piano nelle ultime espansioni di World of Warcraft, ma la sua situazione è parecchio complicata. Jaina è stata una preziosa alleata di Thrall - e molti avevano intravisto del tenero tra i due - e a lungo ha perorato una tregua tra l'Orda e l'Alleanza, ma ha cambiato veementemente idea quando Garrosh, dopo la sconfitta di Alamorte, ha pensato bene di bombardare Theramore e uccidere quasi tutti i suoi abitanti. Jaina era scampata al massacro per un soffio, ma la tragedia l'ha sconvolta, trasformandola in una specie di estremista.

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Jaina, insomma, è diventata una razzista di prima categoria e ha cominciato a guardare l'Orda di traverso. I tradimenti e i complotti che vi abbiamo accennato finora non hanno certo migliorato la sua predisposizione nei confronti di Orchi, Troll e compagnia: all'inizio di Legion, quando il Kirin Tor decide di riammettere l'Orda nella cerchia dei maghi di Dalaran, Jaina si oppone con forza e lascia la città, interrompendo peraltro la relazione che aveva cominciato con Kalecgos. La morte di Varian è stata un brutto colpo e ha ricordato a Jaina un'altra perdita importante: suo padre Daelin, infatti, è morto in Warcraft III combattendo contro Thrall e l'Orda. Ironicamente, la famiglia Marefiero che risiede a Boralus, nell'isola di Kul'Tiras, ritiene Jaina responsabile dell'accaduto. Battle for Azeroth inizia proprio col ritorno di Jaina nella sua città natale: la maga è infatti intenzionata a fare ammenda e a guidare la flotta di Kul'Tiras contro l'Orda. Jaina è diventato un personaggio estremamente complesso ma purtroppo questa complessità è stata raccontata soprattutto nei romanzi sussidiari, mentre nel gioco traspare meno e fa sembrare la maga una ragazzina testarda e arrabbiata col mondo. Sono in parecchi a credere che il boss finale dell'espansione possa essere lei o Sylvanas: scopriremo se è vero solo tra alcuni mesi, ma qualcosa ci dice che ci metterà lo zampino qualche dio antico. Perché non sarebbe un'espansione di World of Warcraft senza dèi antichi lovecraftiani, no?

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