Gli insuperabili X-Men è stata una serie animata che ha avuto un impatto fondamentale sulla cultura pop degli anni '90 e che ha contribuito a sdoganare sul nostro territorio fumetti che erano in vendita già da molti anni, ma che non avevano mai raggiunto quel livello di popolarità. Era successo grossomodo anche negli Stati Uniti, dove le storie animate finirono per influenzare le pubblicazioni cartacee cui si ispiravano, lanciando il periodo d'oro dei mutanti Marvel.
Probabilmente è per questo motivo che la serie revival, annunciata anni fa quando Disney ha rimesso le mani su quelle proprietà intellettuali che Fox non aveva saputo sfruttare pienamente per oltre vent'anni, è diventata subito una delle produzioni più attese in assoluto. Rappresenta anche il primo passo verso l'attesissimo rilancio degli X-Men nel Marvel Cinematic Universe, sebbene X-Men '97 non abbia nulla in comune con l'attuale continuità cinematografica. Aspettative altissime, insomma, ma anche tanti dubbi circa la qualità di questa riproposta, e soprattutto un interrogativo: il creatore Beau DeMayo, da alcuni giorni nell'occhio del ciclone per il suo improvviso licenziamento, sarà riuscito a rispettare lo spirito della serie originale?
Ora che abbiamo visto i primi tre episodi di X-Men '97 possiamo affermare con ottimistica sicurezza che il nuovo cartoon non è solo un degno erede della storica serie animata, ma promette di essere anche una produzione di qualità stellare sotto praticamente ogni aspetto.
Dal '92 al '97
Per chi non lo sapesse, Gli insuperabili X-Men andò in onda tra il 1992 e il 1997: inizialmente sarebbe dovuta durare soltanto quattro stagioni - ed è per questo motivo che la quarta si conclude con quello che sembra proprio un finale di serie - ma poi gli ottimi ascolti convinsero Saban a produrre una quinta stagione più corta proprio nel periodo in cui la Marvel sfiorava la bancarotta. La serie si chiuse perciò nel settembre del '97 con un nuovo epilogo che lasciava più di una porta aperta... ed è proprio a questo punto che comincia X-Men '97.
Insomma, bisogna conoscere abbastanza bene il cartoon originale per capire tutti i riferimenti di questa stagione revival che, in effetti, prosegue la storia dopo il finale originale. Diciamo che non serve guardare nella sua interezza ogni stagione precedente, ma almeno gli episodi chiave consigliati anche dal nostro sito gemello Movieplayer. Naturalmente potete trovare su Disney+ anche la serie originale.
La premessa più importante da fare è che la serie animata degli anni '90 non è invecchiata proprio benissimo. In termini di animazioni era carente già all'epoca e lo stucchevole adattamento nostrano, che mischiava italianizzazioni e inglesismi, esacerba gli errori di continuità a monte e quei dialoghi scritti maldestramente col pensiero rivolto al pubblico più giovane. Di traverso, infatti, la forza de Gli insuperabili X-Men stava proprio nelle storie, che si ispiravano ai fumetti più iconici dei mutanti Marvel, rimaneggiandoli con abilità per il formato televisivo episodico. Così Gli insuperabili X-Men ci ha dato alcuni tra i migliori adattamenti degli albi che hanno fatto la storia del fumetto Marvel, arrivando persino a ispirare saghe oggi famosissime come L'era di Apocalisse e alcuni film come l'apprezzato Giorni di un futuro passato.
In un gioco di riferimenti e citazioni incrociate, Gli insuperabili X-Men faceva conoscere al grande pubblico i mutanti più famosi nei loro look più iconici, da Ciclope a Wolverine passando per Gambit, Rogue, Cable e tanti altri. Al contempo, manteneva una scrittura sempre in equilibrio che affrontava temi scottanti e universali senza sminuirli.
In questo senso, X-Men '97 riprende tutte le migliori caratteristiche della serie animata originale, elevandole all'ennesima potenza. È uno show rispettoso del suo passato fin dalla sigla di apertura, che omaggia quella originale americana - non quella rimaneggiata in Italia, attenzione - con nuove animazioni, musiche riarrangiate e brevi inserti che cambiano di episodio in episodio. Sapevamo che la nuova serie revival avrebbe adottato il look 3D di What if...? e temevamo che questo avrebbe influenzato negativamente l'inevitabile effetto nostalgico, ma se i trailer ci avevano già rassicurato, i tre episodi che abbiamo visionato in anteprima ci hanno assolutamente convinto della bontà del lavoro dei Marvel Studios Animation: X-Men '97 sembra un cartone animato 2D, ma la fluidità della stragrande maggioranza delle animazioni, la scelta delle inquadrature e il dinamismo dell'azione appartengono alla contemporaneità.
Sfortunatamente non abbiamo avuto modo di saggiare il doppiaggio in italiano, per il quale rimanderemo il giudizio a stagione finita, ma il produttore esecutivo nonché grande capo Kevin Feige aveva avuto un'importante riserva: DeMayo avrebbe dovuto richiamare in servizio gli attori originali ancora disponibili.
Dal punto di vista tecnico, insomma, X-Men '97 è un tuffo nel passato che sa di moderno, una serie dalla regia dinamica, intelligente e mai banale che strizza l'occhio alle storie più recenti e anche un po' agli anime giapponesi specialmente nelle scene d'azione, ottimamente girate e in qualche caso sorprendenti: vedere Ciclope che usa il raggio ottico per slanciarsi da un avversario all'altro in combattimento ravvicinato, Gambit che carica gli artigli di Wolverine o Morph che usa i suoi poteri metamorfici per trasformarsi in altri mutanti celebri e usare le loro abilità è già di per sé esaltante, ma X-Men '97 sa anche quando abbassare il ritmo dell'azione per convogliare tutta la solennità di cui hanno bisogno le presenze di personaggi del calibro di Jean, Tempesta o lo stesso Magneto.
La nuova serie gioca col cast, ridimensionandolo per dedicare il giusto spazio ai diversi personaggi di episodio in episodio. Temevamo, per la verità, che il revival avrebbe preferito un approccio più diretto e meno settimanale, visto anche il contenuto numero di episodi, ma non è stato neppure questo il caso e vi spieghiamo subito perché.
X-Men a pezzi
Come abbiamo detto, X-Men '97 riprende il discorso lasciato in sospeso tanti anni fa quando un Professor Xavier in punto di morte è stato costretto ad abbandonare la Terra per seguire Lilandra nello spazio, dove gli Shi'ar pensavano di poterlo curare. La nuova serie comincia un anno dopo, con un episodio speculare alla premiere del '92: se all'epoca gli X-Men erano intervenuti per salvare Jubilee dalle Sentinelle, questa volta si tratta di aiutare il giovane Roberto da Costa, fatto prigioniero da quei fanatici degli Amici dell'Umanità, ora provvisti di tecnologia Trask. La nuova premiere ha la stessa funzione di quella originale, cioè introduce gli X-Men, spiegando i loro poteri con un'efficace dimostrazione, e usa Roberto come una prospettiva più moderna. I mutanti, in fondo, sono un po' meno odiati e temuti che nel '92.
Il primo episodio è quindi carico di azione, ma pianta semi narrativi importanti. Abbiamo Jean incinta, Ciclope insicuro delle responsabilità che gli pesano sulle spalle, Wolverine e gli altri sempre più insofferenti all'assenza del Professor X. Il ritorno di Magneto, poi, rovescia la situazione da ogni punto di vista.
Il Signore del Magnetismo è un po' il jolly di questa stagione. La serie revival prende ancora una volta spunto dai fumetti storici, soprattutto da quelli scritti da Chris Claremont negli anni '80: a fare da base per il secondo episodio è Il processo di Magneto da Uncanny X-Men #200, ed è a questo punto che X-Men '97 svela tutte le sue carte, intrecciando molteplici sottotrame in un crescendo spettacolare nonostante i soli trenta minuti di durata. I temi trattati sono controversi quanto attuali e meritano attenzione, com'è giusto che sia quando si parla degli X-Men: storie che dietro la patina supereroistica nascondono profonde riflessioni sulla fragilità e mutevolezza della natura umana.
Dei tre episodi che abbiamo visionato, il secondo è stato il nostro preferito, ma anche il terzo si è difeso bene, sconfinando nel campo dell'horror con una sceneggiatura coraggiosa che non solo prosegue la storia principale, ma prova forse a risolvere alcuni problemi di continuità che risalgono alla serie originale e alle scelte degli autori precedenti in fase di adattamento.
In definitiva, questi primi tre episodi di X-Men '97 ci hanno entusiasmato. Non è solo un tuffo nella nostalgia - quello sarebbe stato facile - ma una ripresa in chiave attuale di un format amatissimo che dimostra un rispetto e una sensibilità enormi nei confronti delle collane mutanti Marvel. I fan più severi potrebbero storcere il naso per alcuni rimaneggiamenti delle storie classiche ma i tre episodi scorrono meravigliosamente bene, grazie a dialoghi serrati, momenti introspettivi molto più adulti del previsto e chicche, riferimenti e omaggi a profusione. In attesa di scoprire se la serie, che è stata già rinnovata per almeno tre stagioni, riuscirà a tenere il passo fino alla fine, non possiamo fare altro che consigliarvi caldamente la visione.