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Dopo le critiche, Ubisoft cambia organizzazione interna: presentazioni più coerenti e libertà creativa

La redenzione della major?

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   06/07/2015

In questi anni, con il raggiungimento dello status di grande major videoludica, Ubisoft si è presa una buona dose di critiche e spesso di santa ragione.

Sono diventate celebri le fantomatiche presentazioni di giochi ancora in divenire poi sottoposti a ridimensionamenti di vario tipo e i lanci di titoli ancora pesantemente da aggiustare in corsa. In ogni caso, sembra che dalle critiche siano sorte cose decisamente positive: il publisher si è reso conto di dover cambiare atteggiamento su diversi aspetti e ha attuato nuove disposizioni interne.

Come riportato dal CEO Yves Guillemot a The Guardian, tra le altre cose, Ubisoft ha deciso di fare in modo di organizzare presentazioni di titoli ancora in sviluppo quanto più vicine possibili agli effettivi risultati che si otterranno sulle piattaforme di lancio, evitando dunque quanto più possibile gli eventuali effetti "downgrade" che intervengono su progetti ancora in stato embrionale: "Con l'E3 2015 abbiamo detto, ok, assicuriamoci che i giochi siano giocabili e che funzionino sugli hardware previsti", ha affermato Guillemot, "ecco cosa abbiamo imparato dall'esperienza di Watch Dogs - se non può essere giocato subito sulle macchine previste, può essere rischioso".

Particolare inoltre anche l'organizzazione interna riguardante i titoli di piccolo calibro: a quanto pare, su progetti che prevedano un budget d'investimento limitato, intorno ai 200-300.000 euro, gli sviluppatori hanno completa libertà d'azione, con la possibilità di far partire e organizzare lo sviluppo sui titoli in questione senza dover passare necessariamente dall'approvazione del management.