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Assassin's Creed Syndicate dal punto di vista di uno storico

Bello ma incongruente

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   09/12/2015
Assassin's Creed Syndicate
Assassin's Creed Syndicate
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The Guardian ha pubblicato un interessante approfondimento su Assassin's Creed Syndicate, facendo mettere il gioco sotto la lente d'ingrandimento di uno storico.

Alana Harris del King's College ha dunque analizzato il nuovo capitolo della serie scoprendo varie incongruenze, pur trovando la realizzazione della capitale inglese in epoca vittoriana molto ben fatta dal punto di vista estetico. A dire il vero si tratta di una disamina anche un po' troppo puntigliosa, ma d'altra parte era quello il senso dell'articolo: molti aspetti "critici" in verità sono semplicemente dovuti alla necessità da parte degli sviluppatori di costruire un videogioco, non un mero documentario storico.

In ogni caso, Harris analizza diversi punti. Per quanto riguarda la questione politica, trova particolarmente affascinante l'introduzione della figura di Marx, che crea degli interessanti collegamenti tra i tumulti londinesi e la nascita di una coscienza di classe in tutta Europa con i contrasti che verranno a crearsi in seguito. Risultano come mancanze, secondo la storica, l'assenza di John Stuart Mill e i pochi rimandi alle prime lotte di genere per l'affermazione dei diritti della donna.

Per quanto riguarda il lavoro minorile, che era effettivamente sentito come un problema nell'epoca vittoriana, risulta piuttosto incongruente il fatto che i bambini nel gioco debbano essere "liberati" dalla loro situazione. In verità l'impiego dei minori era una scelta forzata da parte delle famiglie meno abbienti, che avevano la necessità di far lavorare anche i bambini, dunque non c'era effettivamente da "liberare" i bambini, quanto piuttosto da cambiare completamente la situazione socio-economica.

Sul fronte della scabrosità di certi crimini celebri dell'epoca vittoriana, riguardanti in particolare la prostituzione e la violenza sulle donne, Syndicate cerca in qualche modo di ricreare il clima che si era creato all'epoca intorno a queste vicende, in particolare con le missioni legate a Jack lo Squartatore. La stampa e il gusto vittoriano in questi ambiti sfociava spesso nel voyeurismo estremo e morboso, cosa da cui però il gioco Ubisoft tenta di stare alla larga, creando dunque una certa incongruenza. Nuovamente, Harris nota come la questione femminile sia sottostimata, nonostante la presenza della protagonista Evie.

Altro punto critico è la carente rappresentazione della diversità e varietà tipica della Londra vittoriana. Il commercio rigoglioso e i contatti con gli altri paesi, nonché la grande affluenza di immigrati, aveva generato una società piuttosto variopinta, con quartieri caratterizzati da ambientazioni alquanto diverse, ispirate a diverse etnie, cosa che non si riscontra in Assassin's Creed Syndicate. In definitiva, la storica esalta l'effetto estetico della Londra riprodotta nel gioco, che è sicuramente spettacolare e bella da vedere, nonché fedele a una certa visione della città vittoriana. Contesta chiaramente la valenza eventualmente educativa del gioco dal punto di vista storico, ma ammette il fascino che genera per la sua ricostruzione del periodo vittoriano.