Mentre continuano a fluire informazioni molto interessanti su Dragon Quest XI, il producer della serie, Yu Miyake, ha toccato la questione sulla differenza di popolarità tra la serie in questione e Final Fantasy in occidente.
Intervistato da Edge, Miyake ha spiegato che Square Enix si è posta diverse volte il problema, e le soluzioni emerse sono molteplici: innanzitutto il "fattore nostalgia" posiziona le due serie principalmente su sistemi differenti e in epoche diverse. Dragon Quest appare più legato al Famicom e alla sua epoca, visto che ha raggiunto l'apice della popolarità in quel periodo, mentre Final Fantasy viene associato maggiormente a PlayStation e alla sua esplosione di popolarità.
Da un punto di vista geografico, Dragon Quest sembra più legato al Giappone in generale mentre Final Fantasy ha saputo conquistare ampiamente il pubblico occidentale, e questo potrebbe essere legato anche al differente trattamento che Square Enix ha dedicato alle due serie in termini di localizzazione. Di fatto, Final Fantasy ha goduto di traduzioni più tempestive e complete mentre Dragon Quest è rimasto a lungo una serie principalmente giapponese: "La verità è che se ci fossimo impegnati subito molto di più nella localizzazione di Dragon Quest all'epoca, non ci troveremmo di fronte a questo problema ora. Forse non lo dovrei dire ma abbiamo fatto dei grandi errori in questo senso", ha spiegato Miyake.
La stessa caratterizzazione delle due serie è diversa e quella di Dragon Quest, curata da Akira Toriyama e notoriamente più cartoonesca, tende ad essere apprezzata più in Giappone che in occidente, dove incontra maggior favore la caratterizzazione adulta di Final Fantasy. "Il pubblico di Dragon Quest è ampio in Giappone", ha spiegato ancora il producer, "spazia dagli alunni delle scuole elementari alle persone sulla cinquantina. Lo stile di Akira Toriyama è cartoonesco e in Giappone questa cosa non allontana nessuno, non è vista come una cosa da bambini. Ma fuori dal Giappone, penso ci sia spesso un pregiudizio legato a questo tipo di estetica, sebbene un adulto che provi il gioco scopra poi facilmente che tratta questioni piuttosto mature". Questa disconnessione tra una caratterizzazione apparentemente infantile e temi maturi non esiste in Giappone, dove l'una può andare benissimo d'accordo con gli altri, spiega Miyake.