Breve storia triste: diversi anni fa, con il boom di Second Life, qualcuno ha scoperto che la gente era disposta a spendere denaro reale per acquistare personalizzazioni estetiche, nella fattispecie peni di dimensioni spropositate. Da lì in poi, diciamo, sono stati ca**i per l'industria videoludica nel suo insieme, trovatasi improvvisamente di fronte a un elemento estraneo che ha assunto tante forme diverse, alcune positive e altre negative.
Come sottolineato anche durante l'ultima Pierpolemica, ci sono aziende che hanno saputo impiegare in modo molto efficace il modello freemium, e di conseguenza le microtransazioni, per dare un deciso boost ai propri incassi, trasformandosi da piccole a enormi realtà. Il caso di King, lo sviluppatore di Candy Crush Saga, è un esempio perfetto, ma ce ne sono tanti altri similari.
Per quanto concerne PC e console, gli utenti avevano a malapena accettato l'idea dei DLC a pagamento, dopo anni di feroci polemiche e posizioni ideologiche o meno, per ritrovarsi anche le microtransazioni. In verità si tratta di un elemento che in molte produzioni tripla A è già presente da un po', ma come spesso accade le critiche vanno innescate e indirizzate anche quando conviene, contro questo o quel publisher, contro questa o quella piattaforma. E così sono già alcuni giorni che si parla, spesso a sproposito, dei modelli messi in campo da Forza Motorsport 7 e da La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra.
Si tratta in entrambi i casi di titoli in cui l'elemento delle casse premio, particolarmente avversato per le sue similitudini con il gioco d'azzardo, può tradursi in un più rapido avanzamento nell'ottica, però, della sola campagna in single player. Non parliamo dunque di vantaggi indebiti applicati a contesti competitivi, ma appunto a strumenti facoltativi a cui è possibile ricorrere per racimolare crediti più in fretta, come nel caso del racer di Turn 10, oppure per ottenere equipaggiamento raffinato e comandanti orchi di prestigio nel nuovo capitolo della serie targata Monolith Productions.
Abbiamo dedicato l'ultima puntata del Cortocircuito anche a questo argomento, specificando come le microtransazioni possano senz'altro essere un problema laddove inserite "a tradimento", modificando il bilanciamento dell'esperienza perché l'utente debba ricorrervi in modo obbligato, ma anche che tale approccio viene riscontrato in pratica solo nei titoli free-to-play, dove alla fine dei conti si tratta di una condotta giustificata.
In giochi tripla A come Forza Motorsport 7 e La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra, le microtransazioni rimangono infatti un elemento accessorio e facoltativo, di cui non sentirete l'esigenza e che, per assurdo, vanno più a toccare il modus operandi dei giornalisti di settore - che hanno a disposizione pochi giorni per completare una campagna - piuttosto che quello dei normali utenti; che anzi, di fronte a un'esperienza in grado di offrire un intrattenimento che si dipana per più giorni, se non settimane, a parità di prezzo, dovrebbero essere contenti anziché agitare i forconi.