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Giochi in Accesso Anticipato: è giusto o no darne un giudizio preliminare visto che spesso rimangono incompleti per anni?

Riflettiamo su uno dei più grossi problemi dei nuovi sistemi distributivi

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   21/11/2017
Star Citizen
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Le promesse alla base dell'Accesso Anticipato di Steam erano chiare: gli sviluppatori lanciano il loro gioco ancora incompleto, i giocatori lo comprano dandogli fiducia e soldi e ottengono l'accesso alle varie build di sviluppo. Se poi vogliono, possono indirizzare il proseguo dei lavori commentando quanto giocato e dando consigli. Purtroppo in molti casi le suddette promesse hanno finito per nascondere un inganno vero e proprio, con titoli rimasti incompleti per anni e anni prima di arrivare stancamente a essere chiusi, spesso quando ormai gli acquirenti stessi non li consideravano più. Ci sono anche casi clamorosi di titoli che non hanno mai lasciato l'Accesso Anticipato (o i vari servizi simili), pur avendo venduto benissimo, come DayZ o Rust, che continuano a essere sviluppati dopo più di quattro o cinque anni dal lancio, ma di cui in pochi si ricordano ancora. Il rischio, anche in questo caso, è che quando saranno finiti non se li ricorderà nessuno.

Ovviamente ci sono anche moltissimi casi virtuosi, di cui è giusto fare qualche esempio, come Playerunknown's Battlegrounds, la cui versione 1.0 dovrebbe uscire a fine dicembre dopo meno di un anno in Accesso anticipato, oppure Remothered: Tormented Fathers, che rimarrà in Accesso Anticipato per soli tre mesi.

La questione su cui vogliamo riflettere però è se sia giusto o meno giudicare in qualche modo alcuni prodotti nel momento in cui escono sul mercato (o dopo un giusto numero di mesi), visto che gli utenti li pagano e, soprattutto, visto che spesso non arrivano mai ad avere una versione definitiva da valutare. Un tempo avremmo risposto con un sonoro "no", perché teoricamente i giochi andrebbero valutati quando completi, ma attualmente si stanno moltiplicando i casi di titoli lanciati in condizioni pietose o rimandati all'infinito, che meriterebbero comunque una sonora stroncatura, perché comprendiamo le esigenze di sviluppo, ma non è neanche giusto che chi paga abbia accesso a build che sembrano più prototipi che videogiochi veri e propri. Ci rendiamo conto che si tratterebbe soprattutto di una presa di posizione arbitraria, ma in alcuni casi sembra che non ci sia luce in fondo al tunnel e si rischia che il giudizio non arrivi mai. Insomma, siamo sinceramente interessati a capire voi cosa ne pensate sull'argomento: vi sentireste più tutelati se si ponessero dei paletti al fenomeno dei tempi di sviluppo infiniti, anche a fronte di grandi successi commerciali, imponendo comunque un voto lì dove la situazione si facesse più grave?