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Bloodborne massacrato da molti abbonati Plus: è sempre un bene regalare i giochi?

Alcuni videogiochi vanno semplicemente scelti

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   15/03/2018
Bloodborne
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Alcuni vedono la barriera economica, ossia il prezzo, come un limite per la libera fruizione di un'opera (non necessariamente un videogioco). Sicuramente lo è, in una prospettiva utopica, ma nella quotidianità il prezzo svolge non solo una funzione di compenso alla filiera produttiva, ma anche quella di alimentare il desiderio verso quell'oggetto specifico e, al momento dell'acquisto, dare alla scelta fatta un valore che di fronte alla gratuità (o a un prezzo troppo basso) non esiste. Spesso sottovalutiamo l'importanza di questo valore aggiunto, che non percepiamo, ma che, in molti casi, è determinante per predisporsi alla fruizione con un certo stato d'animo.

Insomma, e veniamo ai videogiochi, un conto è aver seguito un titolo dai suoi primi vagiti pubblici, averne quindi letto anteprime, guardato i video, studiate le caratteristiche e, infine, aver deciso di acquistarlo (da notare che meno soldi si hanno a disposizione, più si darà valore all'acquisto); un altro conto è trovarsi lo stesso gioco, magari snobbato in precedenza, regalato (ovviamente ci sono situazioni differenti, ma qui diamo per scontato che si riceva in regalo qualcosa che in precedenza si è snobbato).

Per i titoli di nicchia, o più in generale dai contenuti e dalle meccaniche meno digeribili dalle masse, la cosa è ancora più complicata: quando vengono regalati, invece di risultare graditi sono usati da molti come un modo per affermare se stessi e dare valore alla precedente scelta di non acquisto. Insomma, un gioco come Bloodborne, regalato questo mese agli abbonati Plus, non viene disprezzato solo perché non gradito (molti che ne stanno dicendo peste e corna sui social ci hanno giocato pochissimo), ma perché questo è l'unico modo per certi individui di non ammettere che il problema non è il gioco, ma sono loro. Con questo non vogliamo dire che Bloodborne sia bello in senso assoluto, ma solo che parlarne male dopo averci giocato un'ora è di una superficialità assurda, che si spiega solo con una presa di posizione che prescinde dal gioco in sé.

Parliamoci chiaramente: ciò che sta succedendo a Bloodborne è già accaduto a moltissimi altri titoli, che però hanno fatto meno rumore perché non godevano della stessa fama. In particolare su PC avviene spessissimo che dei giochi molto validi, ma sicuramente di nicchia, subiscano un bombardamento di recensioni negative dopo essere passati dentro qualche bundle o dopo essere stati regalati. Parlando di Plus in particolare, lo stesso fenomeno è accaduto, pur in misura più contenuta, anche ad altri titoli. Quanti si lamentano ogni volta che nella rosa dei regali non c'è niente di loro gradimento (si parla di titoli che spesso non hanno nemmeno giocato)? E quanti altri scaricano i titoli del Plus e, magari dopo averci giocato pochi minuti, li abbandonano e iniziano a parlarne negativamente? Quante volte le lamentele nascono più da pregiudizi che dalla conoscenza reale di ciò di cui si sta parlando? Chi gioca pochi minuti a Bloodborne e poi lo stronca, non si dovrebbe porre il problema che, semplicemente, quel gioco non fa per lui e sospendere il giudizio invece di parlarne e pretendere che il suo parere valga come quello di chi magari ci ha giocato per decine di ore? Insomma, per titoli come Bloodborne, che prima di essere giocati devono essere scelti, la gratuità non è controproducente?

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