La strategia dell'outsourcing sembra pagare sempre di più per Electronic Arts, cosa dimostrata dal maggiore impiego di tale tecnica per far fronte all'aumentare dei costi nella produzione videoludica.
Nick Earl di EA ha spiegato al gruppo di analisi Wedbush Securities che gli studios stanno sfruttando sempre più l'outsourcing sposta la responsabilità dello sviluppo dei giochi verso aree con forza lavoro meno costosa. Questa zone comprendono, tra gli altri luoghi, Shanghai, Melbourne e Montreal, dove a quanto pare lo sviluppo dei giochi assume caratteri meno onerosi economicamente rispetto alla lavorazione in-house.
E' una conseguenza dell'allarmante emorragia di fondi che caratterizza il colosso di Redwood City negli ultimi mesi, che ha portato a novembre all'intenzione di tagliare 1500 posti di lavoro per cercare di risparmiare 100 milioni di dollari l'anno e sanare la situazione. Per fuggire dalla costosa California, EA sta peraltro considerando l'apertura di nuovi poli in Georgia, Lousiana e Florida.