Alone in the Dark ha ricevuto solo nelle scorse ore la consueta analisi tecnica di Digital Foundry, ma come si dice in questi casi: meglio tardi che mai. Anche perché l'approfondimento rivela interessanti dettagli legati al remake firmato Pieces Interactive.
Disponibile dallo corso 20 marzo su PC, PS5 e Xbox Series X|S, Alone in the Dark adotta soluzioni tecnologiche piuttosto sofisticate per riprodurre le fattezze di David Harbour e Jodie Comer, utilizzando anche luci volumetriche e un sistema di illuminazione globale predeterminato al fine di donare a determinati ambienti un'atmosfera peculiare.
Su PS5 e Xbox Series X il gioco offre due diverse modalità grafiche: una che punta ai 4K e 30 fps, l'altra che punta ai 1440p a 60 fps. In entrambi i casi viene utilizzato uno scaler dinamico che però non scende molto al di sotto di questi valori medi, mentre su Xbox Series S la conta dei pixel scende in maniera sensibile, fino ad appena 450p nella modalità a 60 fps.
Fra alti e bassi
Esattamente come descritto nella nostra recensione di Alone in the Dark, il comparto tecnico del remake si muove fra alti e bassi, proponendo alcune sequenze di indubbio impatto così come parecchie ingenuità che, a quanto pare, si riflettono anche e soprattutto sulle prestazioni, mai davvero costanti a prescindere dalla risoluzione.
Pur al netto degli evidenti compromessi che bisogna accettare per giocare su determinate piattaforme, il giudizio finale di Digital Foundry è positivi: "Come riproposizione di un gioco così importante, Alone in the Dark ha un fascino sorprendente", si legge nell'articolo. "Vanta una grande atmosfera grazie ai dettagli meticolosi dello scenario, se si è in grado di accettare le sue criticità."