Lo sparatutto in prima persona russo Atomic Heart ha fatto parlare molto di sé, inizialmente per la bellezza del materiale marketing con cui è stato svelato, che ha fatto sperare a molti di poter giocare a un nuovo S.T.A.L.K.E.R. o a un nuovo Bioshock, quindi per il rischio che l'intera operazione sia totalmente fallimentare, facendo perdere ai giocatori i soldi dei preordini.
Il caso è stato ben raccontato da Davide Spotti nell'anteprima di Atomic Heart pubblicata pochi giorni fa, ma proviamo a riassumerlo brevemente: su un canale Telegram russo sono state pubblicate alcune informazioni relative allo stato di sviluppo del gioco, ricavate dai racconti di dodici sviluppatori che ci hanno lavorato, che hanno tracciato un quadro disastroso sullo stato dei lavori e hanno gettato ombre lunghissime sui capi di Mundfish, il team di sviluppo: "si parla di alcune delle figure chiave di Mundfish, da cui emerge una struttura di comando poco preparata ad affrontare la creazione di un videogioco. Secondo la tesi prevalente, i vertici del progetto avrebbero più a cuore la campagna di marketing rispetto allo sviluppo dell'opera stessa, e sarebbe proprio per questo che praticamente dal nulla il titolo ha attratto il pubblico e la stampa specializzata. Stando alla ricostruzione, i vertici di Mundfish non sarebbero qualificati a dirigere un lavoro di questa portata, anche in virtù di un ambiente lavorativo poco coeso, caratterizzato da una cattiva gestione del personale e da frequenti licenziamenti che hanno modificato l'assetto del team."
Avete presente il bellissimo filmato con cui il gioco è stato presentato? È sostanzialmente un falso: "Lo sviluppo del gioco sarebbe ripartito da zero all'incirca cinque mesi fa, quando il dipartimento che si occupava della programmazione ha abbandonato in blocco il progetto. A quanto pare, prima che i lavori ricominciassero, Atomic Heart non era altro che un semplice shooter a corridoi completabile nell'arco di 15 minuti." Sempre stando a quanto raccontato, Atomic Heart sarà finito, in un modo o in un altro, ma è probabile che la qualità sarà molto inferiore rispetto a quanto si è visto finora.
E qui arriva il nodo della questione, ossia le prenotazioni. Mundfish ha reso Atomic Heart preordinabile dal sito ufficiale senza garantire rimborsi in caso di problemi e senza rendere note le criticità sopra riportate che, anzi, vengono negate dagli addetti alle pubbliche relazioni. Insomma, attualmente chi ha preordinato Atomic Heart ha fatto il classico salto della fede, ma senza ponti invisibili o carretti pieni di paglia a promettere la salvezza.
Se è vero che preordinare non è sempre sconsigliato, in casi come questo è sinceramente assurdo farlo, visto che parliamo di un team nuovo e sconosciuto, senza altri progetti alle spalle, che non ha mostrato niente di giocabile del suo prodotto. È vero che ormai i publisher fanno partire le prenotazioni anche prima di aver svelato i giochi, ma almeno nomi come Electronic Arts, Activision, Ubisoft, Take-Two e altri, danno delle garanzie in termini di gestione dei prodotti e dei clienti, garanzie che mancano completamente ad Atomic Heart e a produzioni simili. Con questo non vogliamo dire che non bisogna dare fiducia ai team piccoli o neonati, ma solo che non si deve sbavare dietro al materiale promozionale lasciandosi prendere dal raptus da acquisto compulsivo. Insomma, conviene attendere una demo o, quantomeno, che escano degli articoli basati su delle build giocabili, i classici 'provati', prima di decidere. Con questo non vogliamo affermare che i suggerimenti della stampa specializzata siano essenziali, badate bene, ma solo che un provato è implicitamente la conferma dell'esistenza effettiva di una versione giocabile di un titolo e della serietà di chi lo sta producendo. Insomma, quantomeno permette di capire che si sta prenotando qualcosa di concreto e non un bel rendering 3D.