Secondo Infinity Ward Call of Duty: Modern Warfare non è un gioco politico, nonostante tratti temi molto forti e contemporanei. In effetti racconta di una guerra tra super potenze e dei loro domini coloniali che fanno il lavoro sporco... che ci sarà mai di politico?
Call of Duty: Modern Warfare mira al realismo e a farci sentire a disagio di fronte agli orrori della guerra, ma vuole farlo senza trasformarsi in un'allegoria della scena politica attuale. A dirlo è stato il gameplay director Jacob Minkoff in un'intervista con Game Informer, dove ha negato ogni intenzione politica del gioco. Cosa lo salverebbe in tal senso? È vero che molti dei fatti raccontati ricordano da vicino l'attualità politica americana, ma ad esempio Trump non viene mai nominato, quindi non è un gioco politico:
"Abbiamo toccato argomenti che assomigliano alla situazione geopolitica del mondo in cui viviamo? Assolutamente sì, perché questo è il soggetto di Modern Warfare. Stiamo raccontando una storia che ha qualcosa a che fare con governi specifici di una qualsiasi delle nazioni rappresentate? No. Quindi, se ad esempio vi state chiedendo se Trump è nel gioco, la risposta è che no, non c'è."
Ad aggiungere un po' di confusione ci ha pensato il narrative director Taylor Kurosaki, che ha aggiunto: "Parliamo di concetti come il colonialismo, l'occupazione, l'indipendenza e la libertà. Magari non pronunciamo direttamente quelle parole, ma è lì che guardiamo. Un gioco ambientato nell'America rivoluzionaria può parlare degli stessi argomenti, così come uno ambientato in Afghanistan nel 1980."
Insomma, a noi sembrano tutti gli ingredienti giusti di un racconto politico stile Tom Clancy, però se loro dicono che la politica non c'è in Call of Duty: Modern Warfare, chi siamo noi per contraddirli?
