Sebbene non si sappiano ancora i numeri precisi, c'è una precisazione da fare sui dati di vendita di Final Fantasy 16 che erano emersi in precedenza, in quanto il dato dei 3,5 milioni di unità vendute non era stato riferito, nell'occasione, dal CEO di Square Enix, come erroneamente riportato in una news iniziale da varie testate nipponiche.
I dati di vendita di Final Fantasy 16 riportati all'epoca non sono dunque ufficiali, ma derivano da una stima effettuata dalla compagnia di analisi Toyo Securities e non sono stati riferiti dal CEO Takashi Kiryu, che nell'occasione non sembra aver fatto alcuna affermazione specifica sulla quantità di copie vendute dal gioco.
La stima si basa comunque sugli unici dati ufficiali che sono stati forniti da Square Enix, che aveva parlato di 3 milioni di copie vendute nel periodo di lancio, ma senza mai aggiornare il dato in questione, dunque si può pensare che la stima dell'analista sia alquanto al ribasso.
Una stima al ribasso?
"L'articolo originale riferiva che la quantità di copie vendute di Final Fantasy 16 fosse stata riferita dal presidente di Square Enix Takashi Kiryu", si legge nella correzione segnalata di recente dal sito giapponese Kabutan, "ma era in verità basata su una stima di Toyo Securities", con una precisazione di una certa importanza.
È lecito pensare che, dopo due anni e l'uscita della versione PC, la quantità di copie vendute sia anche più alta, considerando che 500.000 copie o poco più aggiuntive rispetto a quelle vendute al lancio sarebbero un risultato piuttosto sotto le aspettative.
In ogni caso, il fatto che Square Enix non abbia più voluto diffondere informazioni sulle vendite di Final Fantasy 16 potrebbe essere indicativo di un andamento non molto positivo, considerando anche che ha riferito a più riprese che le performance sono state al di sotto delle aspettative e i risultati finanziari del publisher non hanno segnalato grandi traguardi in seguito.
D'altra parte, proprio la situazione stagnante dei nuovi grandi titoli Square Enix hanno spinto il nuovo management verso un cambio di approccio per le nuove produzioni, anche con l'idea di abbandonare la politica delle esclusive.
