Crash Bandicoot è una delle tante mascotte degli anni novanta di PlayStation, un personaggio amato da grandi piccini in tutto il mondo... beh, non in tutto il mondo. Il team giapponese di PlayStation pensava infatti che il personaggio fosse brutto e pure un po' spaventoso, certamente non adatto al pubblico nipponico.
A parlarne è Shuhei Yoshida, ex-dirigente di Sony.
Cosa non andava in Crash Bandicoot
In una intervista, Yoshida ha affermato: "I suoi occhi erano verdi. Inoltre, come si dice, aveva anche delle sopracciglia molto spesse. Questo dettaglio lo rendeva un po' spaventoso". Dal punto di vista del team giapponese, l'aspetto di Crash Bandicoot non era accettabile e quindi ha deciso di rendere gli occhi marroni e di sfoltire le sopracciglia per le pubblicità. Qui sotto potete vederne un esempio.
Inoltre, Crash è un animale ed è quindi peloso: anche questo dettaglio non andava bene. Yoshida ricorda di aver chiesto al team del marketing di modificarlo e rendere la sua pelle più lucida, come se fosse di plastica.
Anche il nome non convinceva i giapponesi. "Crash" era ancora accettabile, ma "Bandicoot" era una parola assolutamente sconosciuta, quindi hanno inserito una canzone nella pubblicità per rendere il termine più comune e orecchiabile. Secondo Yoshida, tutte queste scelte hanno pagato e la pubblicità ha funzionato.
La serie è ritornata al centro dell'attenzione negli ultimi anni, ma pare che non sia andata molto lontano: Crash Bandicoot 5 sarebbe dovuto essere un cross-over con Spyro, ma il gioco è stato cancellato.