"Devo parlarvi di qualcosa. CD Projekt RED! Cyberpunk 2077!". Nel complesso l'E3 2019 non ha brillato, ma queste semplici parole, uscite dalla bocca di Keanu Reeves al suo ingresso sul palco della conferenza Microsoft, saranno ricordate per molto tempo dal popolo della rete che ha a cuore i videogiochi. La nuova opera magna del team polacco è ancora ben lungi dall'essere terminata, eppure l'attenzione mediatica è già alle stelle da tempo.
Da questo punto di vista c'è poco da dire: Cyberpunk 2077 promette molto bene e sembra davvero poter raggiungere i salotti di mezzo mondo per dare un bello scossone all'intero settore nelle fasi conclusive della generazione attuale. Qualcuno non sembra però aver digerito lo smodato entusiasmo della comunità dei giocatori, e più nello specifico la decisione di molti di procedere al pre-order del prodotto con così ampio anticipo sulla tabella di marcia.
Come probabilmente avrete già notato nelle ultime ore, ad esprimere forti perplessità in tal senso è stato John Walker, co-fondatore del rinomato sito Rock, Paper, Shotgun. Nel suo ultimo pezzo il giornalista britannico si è lanciato in una colorita analisi delle classifiche Steam dell'ultima settimana, accusando i consumatori di non saper variare la scelta dei titoli da acquistare. Ciò che però sembra aver fatto completamente perdere le staffe all'autore è il fatto che molte persone si siano affrettate a pre-acquistare Cyberpunk 2077 presi dall'entusiasmo. Non tanto perché il gioco non meriti le attenzioni che sta ricevendo a livello planetario, ma perché (a suo dire) il fatto di prenotare un titolo con così tanti mesi di anticipo rispetto al day one non può considerarsi un atteggiamento logico.
Leggiamo per intero le sue parole: "Abbiamo tenuto la cosa più stupida per la fine. Siete dei deficienti totali. Questo gioco non uscirà per più di un anno. Non è nemmeno vicino ad essere completo! E voi pagate dei soldi per questo? Perché? Che cosa c'è di sbagliato in tutti voi? Non c'è nessun vantaggio nei pre-order! Non è nemmeno dannatamente ben scontato! Avete appena pagato il prezzo completo per un gioco ancora in fase di sviluppo! Per cosa?!"
Poi ha rincarato la dose: "C'è l'idiozia imperante di comprare i giochi prima che ci siano recensioni, e poi c'è questo. Non si tratta solo di alcuni cretini sovraeccitati che hanno voluto rinunciare a 50 sterline assolutamente senza alcun motivo, parliamo di abbastanza gente da sovrastare ogni altro gioco in vendita su Steam! Questa moltitudine di persone ha appena speso soldi per non possedere un gioco e per non avere nessun guadagno futuro. Bruciate tutto". Per di più Walker asserisce di non essere affatto persuaso dalla fattibilità della data d'uscita di Cyberpunk 2077 indicata da CD Projekt RED durante la conferenza Microsoft dell'E3 2019. "No, non mi sbaglio. Mangerò i miei stessi pantaloni se questo gioco uscirà ad aprile del prossimo anno. Sarà come minimo a settembre, e molto più probabilmente a dicembre", ha aggiunto in calce al suo pezzo.
Ora, al di là dei toni volutamente provocatori e sopra le righe - ai quali peraltro la redazione di Rock Paper Shotgun ci ha abituato anche in passato - riesce davvero difficile non trovarsi in sostanziale accordo con il nocciolo della questione portato a galla dal co-fondatore di Rock, Paper, Shotgun. Certo, si sta parlando di Cyberpunk 2077, uno dei titoli più chiacchierati, attesi e osannati dell'attuale generazione; un titolo che gli appassionati del genere attendono con fervente interesse addirittura dal 2013. La questione di fondo però non cambia: la necessità compulsiva di procedere alla prenotazione di un prodotto a molti mesi dalla sua uscita è dettata principalmente dall'hype. Non ci sono altre effettive necessità se non l'impazienza sempre più spasmodica con cui una fetta del pubblico attende il prodotto di grido di futura uscita, dimenticandosi magari di ciò che di buono ha da offrire il mercato qui e ora.
D'altronde il reale vantaggio derivato dall'aver prenotato un gioco con così ampio margine appare chiaramente impalpabile. L'edizione fisica standard potrà essere reperita tranquillamente e senza alcuna difficoltà presso qualsiasi catena specializzata al lancio del prodotto. Al contempo non sono previsti particolari benefit per chi voglia affidarsi al pre-order della controparte digitale. In entrambe le situazioni si tratta di una decisione difficilmente giustificabile, dettata da un entusiasmo irrazionale piuttosto che da una concreta e pianificata utilità pratica. Talvolta questo discorso vale persino per le edizioni da collezione, prodotte a tirature tali da rimanere disponibili sul mercato anche per molti mesi dopo l'arrivo del gioco nei negozi.
Nell'ultimo anno è capitato con Soulcalibur 6, Valkyria Chronicles 4, Ace Combat 7: Skies Unknown, solo per citare i primi esempi che ci vengono in mente. Nel caso di Cyberpunk 2077, peraltro, le prenotazioni della lussuosa Collector's Edition rivelata all'E3 2019 si sono chiuse abbastanza rapidamente, dunque il discorso mantiene una sua logica (semmai si potrebbe discutere dei prezzi, ma quella è un'altra faccenda). Discorso analogo anche per la Collector's di Death Stranding, ormai da tempo sold out presso tutti i rivenditori, o per quella di The Legend of Zelda: Link's Awakening. C'è però da osservare che in alcuni casi il pre-order non comporta un effettivo esborso di denaro fino all'arrivo del gioco sugli scaffali, quindi sarebbe probabilmente più sensato fare un distinguo tra chi provvede, riservandosi di annullare l'ordine in qualsiasi momento, e chi viceversa è talmente entusiasta da versare l'intera cifra immediatamente.
Voi che cosa ne pensate? Sareste ancora disposti a prenotare l'edizione standard di un gioco senza alcun beneficio reale e concreto? O visti i tempi preferite andarci sempre e comunque coi piedi di piombo? Parliamone.