Far Cry 6 è ambientato a Yara, un'isola del centro America dominata da un regime totalitario che potrebbe avere delle somiglianze evidenti con Cuba, o almeno con la visione che americani e buona parte del mondo occidentale ha del paese in questione ma a quanto pare non è così, con Ubisoft che ha assicurato di non voler inviare nessun messaggio politico con il gioco.
Non è la prima volta che sentiamo questa scusa da parte di Ubisoft: di recente, poco dopo l'uscita di Ghost Recon Breakpoint e The Division 2, la compagnia aveva voluto mettere le mani avanti assicurando di non voler lanciare messaggi politici, nonostante i giochi si basino su messaggi alquanto politici come il rovesciamento dello status quo imposto da un'oligarchia di potenti e la ribellione ai sistemi di controllo e comunicazione.
Ora è il turno di Far Cry 6: nonostante siano palesi i riferimenti a Cuba nella rappresentazione di Yara, sebbene sempre filtrati dalla tipica ottica nord americana, Ubisoft ha assicurato di non voler inviare alcun messaggio politico con il gioco.
Eppure, anche in questo caso si parla di guerriglia contro un regime totalitario, fascismo, schiavitù, legge marziale e vengono anche fatti riferimenti a "veri combattenti della guerriglia cubana", che a quanto pare sono stati interpellati per riprodurre qualcosa di tale tecnica di battaglia nel gioco.
Tuttavia, non c'è un messaggio politico dietro secondo Ubisoft: la ricerca del realismo è dunque valida finché non va a toccare un qualche argomento veramente rischioso e scomodo, a quel punto si torna semplicemente ad avere a che fare con videogiochi caratterizzati da certe ispirazioni e null'altro.