Square Enix ha pubblicato il suo ultimo rapporto finanziario, relativo all'ultimo trimestre fiscale, denunciando una diminuzione del 18,4% delle vendite nette complessive dei suoi giochi su base annua, nonostante la presenza sul mercato di un titolo di alto profilo come Final Fantasy VII Rebirth, le cui vendite non si sono evidentemente riprese rispetto al trimestre precedente.
Considerando che nel 2023 le vendite dello stesso periodo non erano state proprio eccezionali, è evidente come l'editore giapponese debba rivedere alcune scelte. Per confronto, nello stesso trimestre del 2023 furono pubblicati Final Fantasy 16 e i Final Fantasy Pixel Remasters.
Profitti, ma senza vendite
Nonostante il calo delle vendite, Square Enix ha comunque realizzato dei profitti, grazie a un minor ammortamento dei costi di sviluppo e delle spese pubblicitarie. Inoltre il segmento degli MMO ha registrato un aumento delle vendite e dei profitti rispetto allo scorso anno. I dati non includono l'uscita a luglio di Dawntrail, la nuova espansione di Final Fantasy 14, che farà parte del resoconto del prossimo trimestre.
A calare sono stati anche i giochi mobile, "a causa delle deboli vendite dei titoli esistenti". Non vengono fatti nomi, ma si può presupporre che tra le delusioni ci sia anche il free-to-play Final Fantasy VII Ever Crisis. Nonostante ciò, i profitti sono cresciuti grazie all'ottimizzazione delle spese di esercizio.
Insomma, le vendite sono andate male, ma gli sforzi di riorganizzazione stanno in qualche modo premiando la compagnia. In particolare pare che la scure fatta cadere dal presidente Takashi Kiryu su alcuni progetti, che hanno fatto risparmiare circa 120 milioni di euro a Square Enix, sia stata una soluzione efficace, almeno sul breve periodo. L'editore ha anche licenziato personale nelle sue sedi estere, producendo ulteriori risparmi.
Insomma, i giochi vendono poco, ma licenziamenti e tagli di progetti in corso riescono comunque a dare profitti. Detto questo, Square Enix deve trovare un modo per tornare a vendere più giochi, perché non può certo tagliare all'infinito.