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Fortnite: Epic Games accusata di aver volutamente sviluppato un gioco che crea dipendenza

Un avvocato canadese sta organizzando una class action contro Epic Games, accusata di aver volutamente sviluppato un gioco in grado di creare dipendenza e di non aver adeguatamente informato gli utenti dei rischi.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   07/10/2019
Fortnite
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Un ufficio legale canadese sta preparando una class action contro Epic Games incentrata su Fortnite, un gioco che secondo l'accusa sarebbe stato creato volontariamente per creare dipendenza.

"Epic Games, quando ha creato Fortnite, per anni e anni, ha assunto psicologi in modo da scavare nel cervello umano", sostiene Alessandra Esposito Chartrand, avvocato di Calex Legal che sta portando avanti la causa, "Si sono concentrati sulla creazione di un gioco che fosse quanto più possibile in grado di creare dipendenza", quindi "L'hanno lanciato sul mercato con la volontà di creare questa dipendenza e indirizzandolo verso un pubblico giovane".

L'idea è puntare al precedente del 2015 che, sempre in Canada, ha visto la corte suprema del Quebec giudicare colpevoli le compagnie del tabacco per non aver fatto abbastanza per avvertire gli utenti dei rischi portati dai propri prodotti. La Chartrand è convinta che anche Epic Games abbia fatto in modo non solo di passare sotto silenzio ma anche di puntare fortemente sul fatto di creare dipendenza con Fortnite.

Il punto su cui dovrebbe vertere l'accusa è dunque la mancanza di informazione diffusa da Epic Games sui rischi che si corrono nell'utilizzo di Fortnite, in particolare per quanto riguarda gli utenti più giovani. Il problema è che nei termini e condizioni di utilizzo di Fortnite è riportata l'impossibilità di accusare Epic Games sulle caratteristiche del gioco, nel caso in cui si accettino e si giochi al titolo in questione, ma secondo l'avvocato la gestione di Fortnite da parte di Epic Games non rispetta il Consumer Protection Act del Quebec, cosa che apre la possibilità di un contenzioso legale con la compagnia, sulla base anche di varie testimonianze di genitori di ragazzi "rovinati" dal battle royale in questione.