Dopo l'annuncio che God of War: Ragnarok è stato rinviato al 2022 e che si tratta di un titolo cross-gen, molti utenti hanno iniziato a tempestare i membri di Sony Santa Monica di messaggi offensivi e di minacce vere e proprie.
Stranamente, ma nemmeno troppo, molti si siano scagliati contro la povera Alanah Pearce, una delle ultime arrivate dello studio, che evidentemente non può avere alcuna colpa del rinvio del gioco. Già all'annuncio dell'inizio della sua carriera di sceneggiatrice in Sony Santa Monica, molti l'avevano offesa in vari modi in quando donna (vi lasciamo immaginare le accuse che le furono mosse). Ora viene quasi presa come capro espiatorio del ritardo. Va sottolineato come anche altri sviluppatori abbiano ricevuto offese e minacce, quindi in questo non è sola, ma su di lei c'è stato un accanimento particolare.
Cory Barlog, il game director di God of War e God of War: Ragnarok, è subito intervenuto condannando i maltrattamenti dei suoi collaboratori, ergendosi a difesa di chiunque sia stato bersaglio di insulti a causa del rinvio, Pearce compresa, e invitando i leoni da tastiera a offendere lui invece degli altri, perché è lui che ha deciso (del resto è il capo).
Sull'argomento è intervenuto anche Raf Grassetti, l'art director di God of War, che ha sottolineato come le parole usate per offendere gli sviluppatori denotino un forte sessismo. Secondo lui sono degli attacchi alle donne in quanto tali e non hanno niente a che vedere con il gioco.
Che aggiungere? Dispiace sempre vedere situazioni del genere legate a quella che dovrebbe essere soprattutto un'attività gioiosa, ossia videogiocare. In particolare, va sottolineato di nuovo come sia semplicemente assurdo prendersela con la Pearce, che è una sceneggiatrice Junior, non certo una dirigente di Sony Santa Monica, e che quindi non ha alcun potere decisionale su port o rinvii.