In seguito al veto imposto dagli USA agli scambi commerciali con Huawei, entra in scena la Cina sul fronte politico, con il governo cinese che ha presentato "una grave protesta formale" contro la decisione degli Stati Uniti, che ha causato ovviamente un notevole danno economico alla compagnia.
"La Cina prenderà tutte le misure necessarie per aiutare le compagnie cinesi a migliorare la capacità nella gestione di questi rischi", ha affermato il portavoce del Ministero del Commercio, Gao Feng. Il problema del veto non riguarda infatti soltanto la chiusura di un importante mercato come quello statunitense, ma anche la fornitura di elementi ad alta tecnologia utilizzati come componenti nella costruzione dei dispositivi Huawei, oltre alle importanti ricadute in ambito software. Su questo fronte, con la chiusura del supporto ufficiale di Google per Android, Huawei deve correre ai ripari con soluzioni alternative, e se per il sistema operativo sembra sia già a buon punto, restano le questioni legate a tutte le app a corredo della suite Google.
Durante la notte si è registrato anche lo strano caso di Panasonic: la storica azienda giapponese ha infatti prima affermato la volontà di sospendere la fornitura di componenti a Huawei in seguito al bando USA, poi ha fatto rapidamente marcia indietro, sostenendo che la questione è derivata da "normali relazioni commerciali" e che considera comunque Huawei un partner importante. Il bando da parte di Panasonic sarà effettuato solo su merci che abbiano almeno il 25% di tecnologie o materiali originati negli USA e non è chiaro quali prodotti siano. Con l'inserimento di Huawei e di 70 sue affiliate nella "entity list", ovvero la lista nera delle entità commerciali "indesiderate", qualsiasi azienda americana (o che tratti prodotti americani) che voglia fare affari con tali compagnie deve ottenere dei permessi speciali attraverso una procedura estremamente complicata, di fatto isolando tali aziende e bloccandone il supporto da parte degli USA. Il tutto in base a non del tutto precisate "minacce alla sicurezza nazionale USA" riscontrate nelle tecnologie di Huawei.