Prosegue la diatriba tra Huawei e il governo degli Stati Uniti, in seguito al ban che l'amministrazione Trump ha disposto nei confronti della società cinese a maggio. Negli ultimi giorni il produttore ha infatti provveduto a citare in giudizio il Dipartimento del Commercio USA, a causa di una procedura di sequestro risalente al 2017.
Tre anni fa Huawei inviò in un laboratorio della California dell'attrezzatura di rete per l'esecuzione di alcuni test, sotto il monitoraggio della divisione americana. Al termine dei lavori il materiale fu rispedito in Cina, ma una volta giunto in Alaska venne sottoposto a sequestro per verificare se fosse necessaria una licenza per l'esportazione.
Da allora la situazione non si è più sbloccata. Huawei sostiene di aver fornito tutte le informazioni necessarie affinché il materiale venga sbloccato dalle autorità. Per risolvere definitivamente la diatriba l'azienda ha preferito adire le vie legali, citando il Dipartimento del Commercio con una domanda depositata lo scorso venerdì presso la Corte Federale di Washington.
Secondo l'accusa, i funzionari si sarebbero limitati a lasciare la situazione irrisolta. Non è peraltro la prima volta che la casa cinese accusa gli USA di operazioni volte a trattenere in territorio americano merci e documenti di origine cinese.