8

IA senza allucinazioni e con più memoria: lo studio che potrebbe rivoluzionare l'intelligenza artificiale

Gli scienziati dell'Università dell'Alberta hanno scoperto un metodo per superare la perdita di plasticità nelle reti neurali, consentendo ai sistemi di IA di apprendere in modo continuo e senza allucinazioni.

NOTIZIA di Raffaele Staccini   —   27/08/2024
Un'intelligenza artificiale che soffre di amnesia e talvolta di allucinazioni, secondo Dall-E

Un team di ricercatori dell'Università dell'Alberta ha compiuto una scoperta rivoluzionaria nel campo dell'intelligenza artificiale. Gli scienziati hanno infatti identificato un metodo per superare uno dei principali limiti delle reti neurali artificiali: la perdita di plasticità durante l'addestramento prolungato. Questo fenomeno, noto come "dimenticanza catastrofica", impediva ai sistemi di IA di continuare a imparare e migliorare nel tempo.

Le reti neurali artificiali, cuore pulsante dell'intelligenza artificiale, sono progettate per apprendere da enormi quantità di dati. Tuttavia, durante l'addestramento prolungato su nuovi dati, queste reti tendono a "dimenticare" le informazioni apprese in precedenza, compromettendo così le loro prestazioni.

a-c, in una sequenza di compiti di classificazione binaria utilizzando immagini di ImageNet (a), l'algoritmo di retropropagazione convenzionale perde plasticità a tutti i passi (b), mentre gli algoritmi di retropropagazione continua, regolarizzazione L2 e Shrink and Perturb mantengono la plasticità, apparentemente indefinitamente (c). Tutti i risultati sono mediati su 30 esecuzioni; le linee solide rappresentano la media e le aree ombreggiate corrispondono a ±1 errore standard (fonte: Nature)
a-c, in una sequenza di compiti di classificazione binaria utilizzando immagini di ImageNet (a), l'algoritmo di retropropagazione convenzionale perde plasticità a tutti i passi (b), mentre gli algoritmi di retropropagazione continua, regolarizzazione L2 e Shrink and Perturb mantengono la plasticità, apparentemente indefinitamente (c). Tutti i risultati sono mediati su 30 esecuzioni; le linee solide rappresentano la media e le aree ombreggiate corrispondono a ±1 errore standard (fonte: Nature)

La soluzione proposta dai ricercatori dell'Alberta è sorprendentemente semplice: reinizializzare periodicamente i "pesi" delle reti neurali. I pesi sono dei valori numerici che determinano la forza delle connessioni tra i neuroni artificiali e sono fondamentali per l'apprendimento. Reinizializzando questi pesi in modo opportuno, i ricercatori sono riusciti a mantenere la capacità delle reti di apprendere nuove informazioni senza compromettere quelle già acquisite.

Questa scoperta potrebbe avere un impatto significativo su numerosi settori. Immaginiamo chatbot in grado di apprendere continuamente nuove informazioni e di fornire risposte sempre più accurate e personalizzate, o sistemi di analisi dei dati capaci di adattarsi rapidamente a nuovi scenari e di estrarre informazioni sempre più preziose.

La ricerca condotta dall'Università dell'Alberta rappresenta un passo avanti significativo verso lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale più simili al cervello umano, capaci di apprendere continuamente e di adattarsi a un mondo in costante evoluzione. Questa scoperta potrebbe contribuire a superare alcune delle limitazioni attuali dell'IA, come le famose "allucinazioni" dei chatbot, che si verificano quando i sistemi generano risposte errate o senza senso.

Mentre sono necessari ulteriori studi per valutare appieno le potenzialità di questa nuova tecnica, i risultati ottenuti dai ricercatori sono estremamente promettenti. La capacità di apprendere in modo continuo è fondamentale per lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale sempre più sofisticati e in grado di affrontare le sfide complesse del futuro.

È una scoperta che potrebbe insomma rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Voi che cosa ne pensate? Diteci la vostra nei commenti qua sotto, mentre vi ricordiamo che a Gamescom c'era già il primo gioco con "umani digitali".