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Il creatore di Arduboy spiega che il piccolo Game Boy non sopravviverà ai dazi di Trump, come altri prodotti

Kevin Bates ha spiegato a The Verge che la sua iniziativa con Arduboy non potrà sopravvivere ai dazi di Trump, e nella stessa situazione si trovano probabilmente anche altri prodotti simili.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   09/04/2025
Arduboy

Nonostante avesse iniziato di recente a trovare nuovo slancio, sembra che Arduboy non possa sopravvivere ai dazi di Trump, così come altre iniziative tecnologiche simili, come spiegato da Kevin Bates, il creatore di questo piccolo Game Boy basato su elementi open source.

Arduboy è una sorta di piccola console portatile in stile Game Boy basata sulla piattaforma Arduino e software open source, delle dimensioni di una carta di credito e dunque estremamente portatile, che di recente è riuscito a trovare nuova trazione grazie anche alla spinta sui social, accumulando notevoli vendite tra il 2023 e il 2024.

Nonostante fosse sul punto di iniziare a generare profitti in maniera sostanziale, Bates ha comunicato di dover chiudere o quantomeno trasformare profondamente la propria attività, perché non è più sostenibile a causa dei dazi imposti dall'amministrazione di Trump.

Un miracolo della produzione all'estero

Il sospetto, peraltro, è che nella stessa situazione possano trovarsi anche diverse altre iniziative che si basano sulla produzione di hardware presso impianti in Asia ma che non hanno alle spalle un'azienda di dimensioni colossali che possa assorbire i costi o prodotti di tale richiamo che possano sostenere variazioni di prezzo importanti.

Bates si era direttamente trasferito in Cina, a Shenzhen, per poter seguire la produzione in massa di Arduboy presso HAX, ma l'imposizione dei dazi sui prodotti provenienti da tale paese ha reso insostenibile l'attività, almeno ai prezzi a cui i prodotti erano venduti.

"Mi piace fare circuiti stampati e aiutare le persone a imparare a programmare i giochi. Tutto questo è troppo", ha riferito Bates a The Verge in una recente testimonianza, anche perché sembra non ci sia modo di spostare la produzione di prodotti del genere all'interno degli Stati Uniti.

"Non ci sono produttori negli Stati Uniti che risponderebbero a un'e-mail per produrre Arduboy, tanto meno a un buon prezzo. Potrei costruirli da solo e finire per guadagnare circa 10 dollari all'ora, pagando comunque una cifra folle per i componenti", ha spiegato.

"Il fatto che Arduboy possa esistere è una sorta di miracolo del commercio globale. Una persona singola, che produce e distribuisce un prodotto internazionale con margini che non avrebbero mai funzionato in un'azienda più grande. Non avevo bisogno di un margine dell'80% per sopravvivere", ha aggiunto Bates, che attualmente ottiene un margine fra il 30 e il 50% dalle vendite.

L'idea è che nella stessa situazione ci siano anche diversi altri produttori di dispositivi simili, che avevano basato il proprio progetto sull'idea di poter produrre a costi più bassi in altri paesi ma che non hanno una vera struttura industriale alle spalle, essendo praticamente idee portate avanti da poche persone (o da una sola, come in questo caso).

Il fatto che i dazi di Trump possano avere effetti deleteri sull'industria tecnologica e dei videogiochi è stato discusso a lungo, ma oltre all'incremento dei prezzi possono esserci anche conseguenze più drastiche per attività più peculiari come Arduboy e simili.

Di recente, abbiamo visto Nintendo rinviare le prenotazioni di Switch 2 in USA e bloccarle anche in Canada, in attesa di valutare eventuali variazioni sul prezzo della console, che potrebbe costare di più in seguito ai dazi.