Microsoft ha confermato le voci di corridoio emerse nelle scorse ore annunciando il licenziamento di 10.000 dipendenti, ossia del 4,5% della sua forza lavoro complessiva, che conta circa 220.000 unità. I licenziamenti saranno effettivi dalla fine di marzo, cioè alla chiusura dell'anno fiscale corrente (31 marzo 2023), e colpiranno un po' tutte le divisioni della compagnia, compresa quella Xbox e Bethesda.
La mossa mira ad allineare la struttura dei costi di Microsoft con la domanda e i ricavi. Sarebbe quindi una riduzione delle spese causata dalle minori vendite. Nadella ha spiegato che i consumatori hanno speso di più durante il picco della pandemia, ma che ora il mercato sta regredendo. Inoltre ci sono numerosi stati in piena recessione o in procinto di entrarci. Insomma, la congiuntura economica mondiale non è delle migliori e anche un colosso come la casa di Redmond ne sta pagando le conseguenze.
Microsoft continuerà ad assumere in aree strategiche e pagherà 1,2 miliardi di dollari di costi derivati dalla ristrutturazione, tra assicurazioni, consolidamento degli affitti degli edifici e cambiamenti non specificati alla lineup hardware. Nadella ha poi annunciato che i dipendenti USA avranno un'indennità di licenziamento molto alta e sei mesi di assicurazione sanitaria garantita.
Si tratta del secondo giro di licenziamenti più grande operato da Microsoft, che nel 2014 tagliò 18.000 posti di lavoro. Durante la pandemia Microsoft ha assunto moltissimo personale (40.000 unità nell'anno fiscale 2022), anche grazie ad alcune grosse acquisizioni, come quella di Nuance (6.500 persone) e quella di Xandr (1.500 persone). Ora però il vento è cambiato. Da notare che il numero di dipendenti totali di Microsoft rimarrà superiore al pre-pandemia anche dopo i licenziamenti.