Venerdì scorso il governo cinese ha annunciato delle nuove leggi mirate a frenare le microtransazioni dei videogiochi. Si tratta di una serie di provvedimenti così profondi che rischiano letteralmente di distruggerle, infliggendo un colpo enorme al mercato dei videogiochi, in particolare a quello mobile.
Le nuove regole pongono dei limiti precisi alle spese online, tanto che gli investitori del settore sono andati letteralmente nel panico, bruciando quasi 8o miliardi di valore delle due più grandi compagnie di videogiochi cinesi mentre cercavano di valutare l'impatto di questa decisione epocale per l'industria.
Parliamo di regole davvero stringenti: i giochi online non potranno più dare ricompense giornaliere a chi si collega tutti i giorni, a chi spende per la prima volta e a chi spende più volte consecutivamente. Ossia vengono frenate tutte quelle meccaniche rapaci da gioco d'azzardo che incentivano a tornare più volte a giocare, tipiche dei giochi free-to-play, in particolare quelli mobile (ma non solo).
L'emersione della bozza dei nuovi provvedimenti ha fatto crollare le azioni di Tencent Holdings, la più grande compagni di videogiochi al mondo, del 16% nel giro di pochi minuti, mentre quelle di NetEase, la seconda, sono crollate del 25%.
Stando agli analisti, il crollo non è dovuto solo al provvedimento in sé, ma anche al nuovo interessamento della politica nel settore, che è tornato a farsi pesante e a esercitare enormi pressioni.
Quando gli è stato chiesto dell'impatto delle regole in bozza, il vicepresidente di Tencent Games, Vigo Zhang, ha dichiarato che Tencent non dovrà cambiare "in modo importante il suo modello di business o il suo operato" per i giochi. Ha poi aggiunto che l'azienda ha seguito rigorosamente le regole.
NetEase si è rifiutata di commentare le nuove regole.
Queste, oltre a ridurre le ricompense, impongono anche ai giochi di stabilire dei limiti sull'acquisto di moneta di gioco per gli utenti. "La rimozione di questi incentivi probabilmente ridurrà gli utenti attivi giornalieri e i ricavi in-app, e potrebbe infine costringere gli editori a rivedere radicalmente il loro design e le strategie di monetizzazione", ha detto Ivan Su, un analista di Morningstar. Vengono vietate anche le casse premio, e le aste sugli oggetti di gioco. Insomma, una stretta completa che rischia di rendere molto meno appetibile quello che è uno dei primi mercati al mondo per free-to-play e affini.