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Overwatch, giocatrice rinuncia a una competizione ufficiale perché i giocatori uomini ne hanno messo in dubbio l'esistenza

Il mondo dei videogiochi deve ancora maturare moltissimo come dimostra questa storia in cui una giocatrice si è dovuta ritirare da una competizione di Overwatch.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   04/01/2019
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La scena degli eSport deve fare ancora moltissimi passi in avanti prima di essere presa sul serio. In particolare deve provare a crescere, come dimostra la storia che stiamo per raccontarvi e che riguarda una ragazza costretta a ritirarsi da una competizione di Overwatch perché maltrattata dai suoi colleghi uomini.

Due settimane fa il team Second Wind aveva annunciato l'acquisizione di una nuova giocatrice per gli Overwatch Contenders. Si chiamava Ellie ed era una DPS. Di lei si sapeva poco o nulla, perché molto schiva online. I vertici della squadra l'avevano notata per i suoi ottimi risultati nella ladder nord americana. Insomma, fin qui ci troviamo di fronte a una storia di normale meritocrazia: una giocatrice viene notata per la sua bravura e viene contattata da una squadra dedita alle competizioni professionistiche.

Purtroppo la comunità di Overwatch non ha gradito la scelta e il fatto che lei non facesse streaming e che avesse aperto da poco tempo un account Twitter ha fatto sorgere il sospetto che fosse una giocatrice falsa, ossia che dietro al nome di Ellie si nascondesse un uomo. Alcuni hanno subito messo in discussione la sua abilità, accusandola di essere stata selezionata soltanto perché amica di qualcuno del team. Altri hanno fatto partire la classica strategia del doxxing, tormentandola in ogni modo. Al che la poveretta, visto l'astio ricevuto pur non avendo fatto nulla di male, si è tirata indietro ed è uscita dal team. Nonostante ciò alcune menti dai neuroni mal collegati tra loro stanno continuando a proporre teorie cospirazioniste su di lei nei vari subreddit e luoghi affini.

Insomma, i maschilisti affermano a ogni piè sospinto che una giocatrice deve emergere per merito e non perché donna, ma quando una giocatrice donna emerge per merito la traumatizzano in un vortice di accuse, maltrattamenti e sospetti costringendola a ritirarsi.