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Return to Monkey Island, Ron Gilbert parla di storia e stile grafico del nuovo gioco

Ron Gilbert è tornato a parlare di Return to Monkey Island, concentrandosi su alcuni elementi della storia e dello stile grafico adottato.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   02/05/2022
Return to Monkey Island
Return to Monkey Island
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In un post pubblicato ieri sul suo blog "Grumpy Gamer", Ron Gilbert è tornato a parlare di Return to Monkey Island, il nuovo capitolo in sviluppo della storica serie, riferendo qualcosa sulla idee riguardanti la storia e lo stile grafico adottato.

Prima di tutto, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Return to Monkey Island non è il Monkey Island 3 che Gilbert avrebbe potuto fare se fosse rimasto in LucasArts, spiega l'autore, in quanto non c'è mai stato un vero e proprio progetto preciso su un capitolo successivo a Monkey Island 2 tranne qualche idea da definire, dunque si tratta di un gioco in gran parte nuovo.

Come riferisce Gilbert, le ispirazioni vengono durante il processo creativo, dunque non c'è mai stato un gioco già pronto da mettere in produzione, ma si tratta anche in questo caso di una nuova elaborazione.

Anni fa, l'idea alla base di un nuovo Monkey Island era "Guybrush che insegue il pirata LeChuck all'inferno, e c'è anche Stan", ma questo è praticamente tutto quello che era stato stabilito, con tutto il resto che sarebbe dovuto venire fuori una volta che la produzione fosse realmente iniziata.

Tra le idee venute fuori successivamente, ce n'era anche una con Guybrush che si sveglia 3000 anni nel futuro in una Terra ghiacciata o qualcosa del genere, mentre altre idee, come l'idea iniziale dell'inferno, erano state poi alla fine già esplorate, anche per coincidenza. Il punto fermo rimasto per Return to Monkey Island è il fatto di iniziare da dove Monkey Island 2: LeChuck's Revenge è finito e questa è rimasta l'unica pietra inamovibile su cui basare il progetto.

Per quanto riguarda la grafica, Gilbert ha fatto presente di non voler considerare la "pixel art" per Return to Monkey Island: nonostante l'ottima esperienza avuta con Thimbleweed Park, che può rientrare in tale definizione, l'autore si è reso conto che tutti quelli che ne parlano lo considerano un gioco che esplicitamente rievoca nostalgicamente i tempi andati ed è una cosa che vorrebbe evitare per Monkey Island.

"Non volevamo fare un gioco retrò", ha riferito Gilbert, parlando delle prime discussioni con Dave Grossman, "volevamo che l'arte di Return to Monkey Island fosse provocatoria, impressionante, qualcosa di inaspettato. Rex è una forza creativa notevole e abbiamo un team di artisti incredibili, animatori, sound designer, programmatori e tester che stanno investendo l'anima in questo gioco ed è tutto bello da vedere, da giocare e da ascoltare".

Gilbert ha anche fatto notare come i vecchi capitoli di Monkey Island fossero piuttosto all'avanguardia, passando dalla grafica a 16 colori del primo a quella VGA a 256 di Monkey Island 2, con tanto di digitalizzazione dei disegni da parte di Steve Purcell. Così anche Day of the Tentacle e Curse of Monkey Island hanno rappresentato ulteriori passi avanti, sebbene al di fuori di quanto fatto dallo stesso Gilbert.

"Return to Monkey Island potrebbe non avere lo stile artistico che volevate o che stavate aspettando, ma è lo stile che volevo io", ha detto molto chiaramente Ron Gilbert, senza nascondere che lo stile adottato, svelato già dal primo teaser trailer, sembra sia stato accolto in maniera un po' contrastante da parte degli utenti.