Sta facendo discutere, in questi giorni, la nuova circolare del Ministro dell'Istruzione "e del Merito", Giuseppe Valditara, che introdurrebbe regole più stringenti con il divieto assoluto dei cellulari a scuola, ma collegandosi a una visione decisamente negativa anche dei videogiochi e del consumo di intrattenimento elettronico.
A dire il vero, la posizione sugli smartphone a scuola non è nulla di nuovo: la circolare di Valditara, sostanzialmente, si limita a ribadire quelle che sono le regole già in atto nelle scuole italiane, magari ribadendone l'importanza e cercando di rimettere al centro dell'attenzione il fatto di evitare l'utilizzo di tali strumenti in classe, a meno che non abbiano connotazione didattica.
Sono, in pratica, le stesse indicazioni contenute già nella vecchia circolare del Ministro Fioroni, che risalgono addirittura alla fine degli anni 90. Il nuovo documento non introduce novità significative per quanto riguarda linee guida, regolamenti o sanzioni, dunque il ritorno in auge sembra quasi una manovra di carattere comunicativo e un richiamo a seguire regole che vengono sempre più spesso disattese.
Tuttavia, per quanto ci riguarda, è interessante anche notare come questa indicazione rientri in una visione generale dell'intrattenimento elettronico piuttosto catastrofista, anche per quanto riguarda i videogiochi. D'altra parte, alla base di questo c'è la relazione "Sull'impatto del digitale sugli studenti, con particolare riferimento ai processi di apprendimento" a firma del senatore Andrea Cangini (Forza Italia), il quale non esita a paragonare smartphone e videogiochi alla cocaina, definendo anche come "decerebrati" i ragazzi che si ritrovano invischiati con questi strumenti.
La relazione in questione, rilasciata a giugno 2021, parte subito fortissimo elencando gli effetti deleteri dell'uso di cellulari e videogiochi:
"Ci sono i danni fisici: miopia, obesità, ipertensione, disturbi muscoloscheletrici, diabete. E ci sono i danni psicologici: dipendenza, alienazione, depressione, irascibilità, aggressività, insonnia, insoddisfazione, diminuzione dell'empatia. Ma a preoccupare di più è la progressiva perdita di facoltà mentali essenziali, le facoltà che per millenni hanno rappresentato quella che sommariamente chiamiamo intelligenza: la capacità di concentrazione, la memoria, lo spirito critico, l'adattabilità, la capacità dialettica..."
Questi sarebbero "gli effetti che l'uso, che nella maggior parte dei casi non può che degenerare in abuso, di smartphone e videogiochi produce sui più giovani". Cangini non ha mezzi termini, "Niente di diverso dalla cocaina. Stesse, identiche, implicazioni chimiche, neurologiche, biologiche e psicologiche". In base a non meglio identificate ricerche scientifiche, il Senatore considera insomma i videogiocatori appassionati alla stregua di drogati veri e propri, come potete leggere nella relazione completa a questo indirizzo.
Insomma, è chiaro come le linee guida, anche giuste e condivisibili, sul divieto di utilizzo degli smartphone a scuola vadano viste nella prospettiva di una visione decisamente catastrofica dell'intrattenimento elettronico da parte del governo, che probabilmente vede nei videogiochi la parte più degenerata in assoluto. Tutto questo fa sospettare che la strada per un progressivo riconoscimento di questo medium in Italia come nuovo canale espressivo e forma d'intrattenimento complessa, con risvolti anche decisamente positivi, continui ad essere decisamente lunga.