Un ex-dipendente di PlayStation sta facendo causa a Sony per la seconda volta, per "discriminazioni di genere e molestie".
L'accusatrice è Emma Majo, che ha lavorato per circa cinque anni presso PlayStation come analista finanziaria. La nuova class action da lei condotta è stata inviata il 20 maggio. Secondo quanto indicato, Majo ha dovuto scontrarsi con "un ambiente di sessismo sistemico" presso la compagnia che includeva stipendi inferiori per le dipendenti donne, rispetto ai lavoratori uomini che ricoprivano lo stesso ruolo. Inoltre, viene affermato che alle donne venivano negate regolarmente promozioni.
Majo afferma anche di essere stata licenziata per aver parlato di questi problemi. "Sony tollera e coltiva un ambiente di lavoro che discrimina le dipendenti di sesso femminile, comprese quelle che si identificano come tali", si legge nella causa, che poi aggiunge: "A causa del modello e della pratica sistemica di discriminazione di genere di Sony, la querelante e i membri della classe proposta hanno subito danni, tra cui il mancato risarcimento, gli stipendi arretrati, i benefici lavorativi e lo stress emotivo".
Majo aveva già cercato di portare in tribunale Sony, ma la causa era stata bloccata per mancanza di prove. In precedenza il suo obiettivo era di ottenere un risarcimento per tutte le donne dipendenti di PlayStation negli Stati Uniti. Ora, invece, il suo obiettivo è di includere solo le donne che hanno lavorato in California in un ruolo inferiore a quello di vice-presidente.
Oltre a Majo, anche altro otto donne hanno accusato Sony e le loro testimonianze sono state include nella precedente causa legale e, ovviamente, anche in questa. Sony non ha per ora commentato le nuove accuse.