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Stadia: la potenza dei server doveva essere mostruosa, almeno nei piani iniziali

Nei piani iniziali di Google, la potenza di Stadia doveva essere immensa, ma poi le risorse a disposizione degli sviluppatori sono state ridotte.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   03/10/2022

La potenza iniziale di Stadia doveva esser molto maggiore di quella che poi è effettivamente stata. A dircelo è stato uno sviluppatore, attualmente impiegato in uno studio tripla A in USA, che ha lavorato sulla piattaforma da prima che arrivasse sul mercato e che, per ovvie ragioni, è voluto rimanere anonimo.

Prima del lancio Google parlava di una potenza incredibile, tanto da presentare Stadia agli sviluppatori con la domanda: "Cosa potreste fare con potenza illimitata?" Pensate che i primi documenti ufficiali parlavano di server con 4 CPU e 4 GPU utilizzabili per ogni progetto, più una quantità enorme di RAM. Ogni macchina aveva un costo stimato di più di 10.000 dollari.

Stadia doveva essere molto più potente di ciò che poi è stata
Stadia doveva essere molto più potente di ciò che poi è stata

Google presentava Stadia affermando che erano tutte risorse utilizzabili senza limiti, tanto che il team di sviluppo di cui fa parte la nostra fonte iniziò a elaborare un modo per sfruttare così tanta potenza, tra ray tracing avanzato, l'utilizzo di una GPU espressamente per la simulazione fisica, di una solo per le animazioni e altro ancora.

A sua detta era una specie di scenario ideale e nessuno nutriva dubbi perché si stava parlando di Google, compagnia gigantesca dalle risorse ingenti.

Le brutte sorprese però sono arrivate con i successivi aggiornamenti della documentazione ufficiale, per cui ogni server avrebbe dovuto far girare quattro giochi invece di uno solo. Quindi ogni gioco avrebbe avuto la sua CPU e GPU dedicata e nulla più.

Insomma, la prospettiva iniziale dettata da Google era quella di avere delle macchine capaci di far girare i giochi in 4K con dettagli da PC ultra high-end, la realtà fu che le specifiche finali erano nettamente inferiori alla potenza dell'hardware di PS5 e Xbox Series X.

Il progetto Stadia cui ha lavorato la nostra fonte è comunque andato avanti, ma raggiungere i 4K in maniera stabile era diventato molto difficile e richiedeva tanto lavoro extra. Inoltre il motore utilizzato, l'Unreal Engine, non aveva ottimizzazioni particolari per Stadia. Infine ci fu il colpo inferto dallo streaming, che finiva per nascondere alcuni dettagli messi nel rendering. Così si optò per i 1080p.

Visto lo scontento degli sviluppatori, i rappresentanti di Stadia parlarono di macchine migliorate in arrivo, ma non si sono mai viste e, a questo punto, mai si vedranno, visto che Stadia è fallita. Insomma, Stadia doveva essere un "mostro di potenza", per dirlo con un'espressione usata dal nostro contatto, ma alla fine si è rivelata ben altro. Se vogliamo questa storia dimostra ancora di più come Google non ci abbia mai creduto davvero, gestendo il progetto in modo poco convinto e chiudendolo repentinamente senza fare il minimo tentativo per rilanciarlo.