Non tutti i giocatori hanno accettato di buon grado l'introduzione del Tekken Shop di Tekken 8, ovvero il negozio interno del gioco dove è possibile acquistare con valuta premium costumi ed elementi vari per personalizzare i personaggi. Sulla questione è intervenuto Katsuhiro Harada in persona, che ha spiegato che le microtransazioni sono un male necessario in un titolo live service, dato tra sviluppo, contenuti post-lancio e server i costi sono praticamente decuplicati rispetto agli anni '90 e quasi triplicati rispetto a quelli di Tekken 7 del 2015.
"I costi di sviluppo sono ora 10 volte maggiori rispetto agli anni '90 e più del doppio o quasi il triplo del costo di Tekken 7. Anche i server del Fight Lounge sono costosi da mantenere. In passato non c'erano così tante specifiche e non c'era online. Inoltre non avevano una risoluzione e un'alta definizione così elevate", ha detto il director della serie in post su X in risposta a un utente che ha criticato le microtransazioni nei giochi, in particolare facendo un paragone tra quelle di Street Fighter 6 e Tekken 8.
Harada successivamente ha spiegato che i tempi sono cambiati e i costi di sviluppo sono cresciuti in maniera sostanziale e a ritmi di gran lunga maggiori rispetto a quelli dell'allargamento dei consumatori potenziali, rendendo praticamente essenziali sistemi di monetizzazione aggiuntivi a quelli del semplice prezzo di acquisto di un gioco base, come per l'appunto microtransazioni, DLC e così via. Un discorso che chiaramente che vale per buona parte dell'industria e non solo per Tekken 8.
"Ora, così tante persone vogliono che il gioco sia supportato a lungo. Per questo motivo costa denaro aggiornare continuamente il gioco. Probabilmente però (l'autore del post) conserva solo bei ricordi dei vecchi giochi vissuti da ragazzo e non presta attenzione ai tempi che cambiano e ai costi crescenti. La situazione economica e tutto il resto stanno cambiando. Se semplicemente non facciamo nulla come suggerisce, il gioco smetterà di funzionare tra pochi mesi. Penso che sia quello che vuole. Quindi è inutile parlargli di queste realtà. Vuole che interrompiamo l'attività economica e smettiamo di aggiornare e supportare il gioco.
I giocatori su console non stanno aumentando, anzi stanno diminuendo
Il post di Harada non è passato inosservato a Thomas Puha, director delle comunicazioni di Remedy, lo studio di Alan Wake 2 e Control, che ha aggiunto che, non solo i giocatori potenziali su console non stanno aumentando, ma che per certi versi sono diminuiti e al tempo stesso sono più selettivi e pretenziosi.
"Perle di saggezza. Il pubblico delle console a cui vendiamo non è cresciuto di 10 volte, è in qualche modo più piccolo e selettivo che mai. Creare un gioco competitivo per ciò che il pubblico si aspetta (soprattutto grafica e longevità) e portarlo sul mercato... è a dir poco difficile far funzionare l'economia."