Doug Cockle, il doppiatore di Geralt nei giochi sviluppati da CD Projekt RED, ha detto di non capire alcune scelte effettuate dagli autori della serie Netflix di The Witcher, che portano lo show verso una direzione differente rispetto all'opera originale.
"Non so perché abbiano fatto determinate scelte e mi piacerebbe poter discutere con alcuni degli autori per comprendere il motivo per cui hanno preso quelle decisioni", ha detto l'attore, che aveva già criticato la serie Netflix ai tempi dell'addio di Henry Cavill.
"Se guardate a The Last of Us, la serie televisiva ha seguito in maniera piuttosto fedele il gioco, con solo alcune piccole modifiche. Ha funzionato meravigliosamente, ai fan è piaciuta tantissimo ed è andata alla grande."
"Per la serie Netflix di The Witcher c'erano a disposizione non solo i libri ma anche i giochi, che già avevano leggermente reinterpretato il materiale originale, e poi i fumetti (...) Quindi era lecito dare allo show live action un po' di spazio per crescere, per trovare una propria identità."
Dopo la prima stagione, però, qualcosa è cambiato. "Non ho perso interesse, ma ho cominciato a pensare di dover guardare lo show con occhi diversi, perché non stava andando nella direzione che mi aspettavo e ciò non mi piaceva, ma magari era colpa mia che avevo quell'atteggiamento."
Un'opinione condivisa?
In realtà l'opinione espressa da Doug Cockle corrisponde a quella di numerosi fan di The Witcher, che si sono appunto trovati di fronte a uno show che prendeva le distanze dai libri di Andrzej Sapkowski come ad ambire a una qualche tipo di indipendenza narrativa: un approccio che abbiamo già visto altre volte, ad esempio ne Il Trono di Spade.
Si mormora peraltro che proprio questo tipo di condotta abbia portato all'addio di Henry Cavill, che non condivideva le scelte degli autori e desiderava una trasposizione più fedele rispetto ai romanzi.