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TikTok afferma di aver cancellato circa un milione di video dall'inizio degli scontri in medio oriente

TikTok reagisce al conflitto tra Israele e Hamas con un'ampia operazione di rimozione: milioni di account falsi eliminati e 925.000 video censurati.

NOTIZIA di Luigi Cianciulli   —   06/11/2023
TikTok afferma di aver cancellato circa un milione di video dall'inizio degli scontri in medio oriente

TikTok ha risposto alle critiche riguardanti la sua gestione dei contenuti durante il conflitto tra Israele e Hamas.
Le critiche le imputavano di non aver adempiuto adeguatamente alle proprie responsabilità di moderazione dei contenuti, con la piattaforma che ha respinto categoricamente le crescenti accuse.

Nell'ambito di questa controversia, l'azienda ha reso pubblici nuovi dettagli relativi al numero di account e video rimossi dalla piattaforma a partire dalla data degli attacchi di Hamas verificatisi il 7 ottobre.
In una dichiarazione pubblicata sul proprio sito web, TikTok ha poi sottolineato con fermezza: "Le ideologie odiose, come l'antisemitismo, non sono mai state tollerate sulla nostra piattaforma".

Il peso dell'accusa

TikTok si trova a difendersi dalle accuse relative alla gestione dei suoi contenuti riguardo il conflitto tra Israele e Hamas
TikTok si trova a difendersi dalle accuse relative alla gestione dei suoi contenuti riguardo il conflitto tra Israele e Hamas

Molti social network stanno ricevendo critiche per la diffusione di disinformazione e messaggi d'odio riguardo il conflitto tra Israele e Hamas.
In particolare, TikTok, di proprietà dell'azienda cinese ByteDance, è stata messa sotto i riflettori, e non sotto una buona luce.

Nonostante Pechino si sia presentata come mediatore neutrale nella disputa, ci sono stati segnali di crescente odio verso gli ebrei e Israele su Internet e nei media cinesi.
TikTok, in difesa, ha dichiarato di aver rimosso più di 925.000 video legati all'area del conflitto e milioni di altri contenuti da tutto il mondo.

L'azienda ha anche notato un aumento di account falsi che cercano di diffondere messaggi sbagliati.
Dal 7 ottobre, sono stati cancellati più di 24 milioni di profili e oltre mezzo milione di commenti generati automaticamente relativi a post con hashtag riguardanti il conflitto.

Purtroppo, secondo TikTok, alcune persone avrebbero interpretato male l'obiettivo della piattaforma, travisando quella che è l'intenzione di evitare la diffusione di odio e informazioni errate riguardo la crisi in Israele e Gaza, soprattutto in merito all'antisemitismo.

Alcuni sostengono erroneamente che TikTok favorisca la Palestina rispetto a Israele negli Stati Uniti, ma l'azienda per dare smentita ha dichiarato che l'hashtag #standwithisrael è stato visto 46 milioni di volte, mentre #standwithpalestine è stato visto 29 milioni di volte.

Una questione spinosa

Parte delle accuse riguarda la frequenza dei relativi hashtag pro Palestina e pro Israele
Parte delle accuse riguarda la frequenza dei relativi hashtag pro Palestina e pro Israele

Dal dibattito in corso stanno emergendo nuove informazioni rilevanti.
Secondo quanto riportato da NBC News, alcuni politici stanno chiedendo il divieto dell'app, sostenendo che l'algoritmo di TikTok favorisca in modo eccessivo i contenuti a favore dei palestinesi.
TikTok ha respinto tali accuse, bollandole come tesi infondate.

La scorsa settimana, Jeff Morris Jr., ex dirigente di Tinder, si è espresso sottolineando che gli hashtag a sostegno dei palestinesi su TikTok avrebbero in realtà ottenuto un numero significativamente maggiore di visualizzazioni, tre miliardi, rispetto agli hashtag a favore di Israele, che sono invece centinaia di milioni.
La situazione di TikTok non è un caso isolato, poiché diverse piattaforme social stanno attirando un crescente interesse per le loro politiche di moderazione in relazione alle tensioni legate al conflitto.

Ad esempio, Meta è stata accusata di "shadowban", ovvero di limitare la visibilità di account su Instagram che affrontano le condizioni nella Striscia di Gaza, giustificando tale problematica con un "errore tecnico".
Inoltre, X, precedentemente noto come Twitter, è attualmente oggetto di un'indagine da parte dell'Unione Europea riguardo alla gestione di informazioni errate relative al conflitto.