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Ubisoft era al corrente degli abusi e dei bulli al suo interno, per Jason Schreier

Secondo l'inchiesta di Jason Schreier, Ubisoft era al corrente degli abusi e dei bulli tra i suoi dipendenti, ma chiudeva un occhio e dava contentini alle vittime.

NOTIZIA di Luca Forte   —   21/07/2020

La nuova inchiesta di Jason Schreier, il collega ora passato a Bloomberg, scoperchia un vero e proprio vaso di Pandora. Secondo un'indagine condotta tra oltre 40 dipendenti, Ubisoft era ben al corrente degli abusi e dei comportamenti da bullo di alcuni suoi dipendenti, ma spesso chiudeva un occhio e dava dei contentini alle vittime per proteggere il suo Golden Boy, Serge Hascoët, e il suo cerchio magico.

Il Chief Creative Officier Hascoët è il nome più ricorrente nel pezzo di Schreier e l'uomo intorno alle cui scelte e comportamenti si incentra questo filone del movimento #metoo. Un movimento che ha spinto molte persone all'interno di Ubisoft a far uscire il proprio malcontento, dopo che le loro lamentele sono rimaste inascoltate da un reparto delle Risorse Umane se non complice, almeno connivente.

C'è da dire che, nell'attesa che questa inchiesta venga confermata, Ubisoft ha già preso diverse contromisure e altre, per bocca del CEO Yves Guillemot, saranno prese. Diversi dirigenti di altissimo livello sono stati licenziati, ma quello che emerge è che si tratta di azioni arrivate troppo tardi, dato che in azienda il problema era noto da tempo.

Serge Hascoët e il suo team vengono descritti come intoccabili, anche per via dell'amicizia con la famiglia Guillemot, che ancora detiene il 21% della compagnia. Sembra che il capo dei creativi amasse avere subordinate donne e si circondasse di collaboratori con atteggiamenti predatori che rendevano difficile l'ambiente di lavoro per le donne, ma non solo. Questo gruppo di lavoro veniva definito come una sorta di confraternita alla Animal House, che prendeva di mira in maniera pesante tutti coloro che non ne facevano parte.

Come se questo non bastasse, le persone che avevano la forza di denunciare questi comportamenti non venivano ascoltate e quando è successo è stata dato loro un buono da 200 dollari come contentino.

Dopo aver fatto aggiungere un protagonista ad Assassin's Creed Odyssey perchè le donne non vendono, la stella di Serge Hascoët si stava offuscando, più per via degli insuccessi di Tom Clancy's The Division 2 e Tom Clancy's Ghost Recon Breakpoint e il modo "con lo stampino" di fare i giochi di Ubisoft che come demansionamento per le continue denunce da parte dei colleghi.

Una situazione che Ubisoft aveva deciso di risolvere promuovendo sette vice presidenti -tutti uomini- per alleggerire il carico di lavoro di Serge Hascoët e consentirgli di rendere al meglio. Tra questi c'erano anche Maxime Béland e Tommy François, due figure più volte accusate di comportamenti inappropriati, come risse, urla e approcci sessuali aggressivi.

Tutto questo fino a quando queste notizie non sono diventate di dominio pubblico e l'immagine di azienda familiare di Ubisoft si è definitivamente incrinata sotto il peso di queste accuse. Che, anche se fossero confermate, probabilmente non andranno ad incidere sulle vendite di Ubisoft, ma lasceranno un segno indelebile sulla percezione che le persone hanno dell'azienda.