Stanno emergendo alcuni dettagli davvero interessante sulla crisi di Ubisoft, che mettono in evidenza alcune scelte di gestione che non esitiamo a definire assurde. Ad esempio in un certo momento l'editore aveva in sviluppo una dozzina di battle royale.
A riferirlo è stato un impiegato della compagnia al sito Insider Gaming di Tom Henderson, che ha parlato di titoli in diversi stati di sviluppo. In generale, tutti gli impiegati contattati da Henderson, per lo più sviluppatori, hanno confermato il giudizio di fondo, che i giochi cancellati negli ultimi mesi "non erano ciò che vogliono i giocatori", come emerso anche dal QA e dai playtest.
Quello dei battle royale è stato un genere di enorme successo negli ultimi anni, ma il mercato si è velocemente saturato intorno a una manciata di titoli, lasciando al palo tutti gli altri concorrenti. Ubisoft non è mai riuscita a produrre un suo battle royale di successo, ma a un certo punto sembrava davvero ossessionata dal genere, visti i tentativi fatti per entrarci.
Insomma, Ubisoft avrebbe iniziato a togliere di torno un po' di zavorra. Anche perché, come detto dalle fonti di Henderson, molti di questi titoli passavano per delle lunghissime fasi di test: "I giochi certo non ci mancano, ma sembrano richiedere un'eternità," ha dichiarato uno degli impiegati, che ha raccontato di essere al lavoro su di un titolo live-service non annunciato dal 2019, che probabilmente vedremo nel 2025/2026 o addirittura oltre.
Di fronte al racconto di certe scelte dei dirigenti di Ubisoft fa un po' specie sapere che il CEO Yves Guillemot abbia provato a scaricare il peso della situazione sui suoi dipendenti.